1 giugno 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 1° giugno 2007 (2)


Vedi anche:

Aggiornamento della rassegna stampa del 1° giugno 2007 (1)

Rassegna stampa del 1° giugno 2007

Video BBC: tanto rumore per nulla

SPECIALE: Il documentario della BBC dice il falso: ecco le prove!

A BREVE GLI ARTICOLI CHE AVREI VOLUTO LEGGERE STAMATTINA

Le calunnie contro la Chiesa e la smania di protagonismo

Annozero. Santoro e company hanno messo in onda il talk show da salotto per eccitare la curiosità di coloro che vanno a caccia di scandali e devianze per appagare quella voglia di colpire, calunniare la Chiesa.
Chissà perché tanta allergia verso il Papa, i vescovi, i preti. Forse si deve cercare il motivo nel protagonismo, nella ricerca spasmodica d'affermazione, in quella smania di mettersi contro il Papa.La Chiesa sa che ci sono alcuni preti pedofili, non ha bisogno di documentari, di video tendenziosi, di battute ironiche. Già Giovanni Paolo II, cosciente di questa devianza, disse con forza e determinazione: «Chi scandalizza uno di questi piccoli, sarebbe meglio che gli fosse appesa al collo una macina da molino e sprofondasse in mare». Si rivolgeva con queste parole soprattutto ai preti pedofili e ammoniva che «le pene canoniche previste per certe offese, esprimono la disapprovazione per il male e sono pienamente giustificate».
E aggiungeva che «tali pene contribuiscono a mantenere chiara la distinzione fra il bene e il male e promuovono il comportamento morale, formando una giusta consapevolezza delle gravità del male».
Niente quindi complicità o connivenza della Chiesa con i preti pedofili. Solo tanta sofferenza da parte dei vescovi e diversi tentativi per isolare questi soggetti dai ragazzi, per evitare possibili ricadute e disordini. Tacciare la Chiesa d'omertà verso i preti pedofili è un'accusa infondata. Lo stesso cardinal Ratzinger, disse, in occasione della Via Crucis al Colosseo nel 2005: «Quanta sporcizia c'è nella Chiesa e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui». Inoltre, eletto Papa, usciva con indicazioni chiare sui preti omosessuali: «È necessario stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi».
La Chiesa non ha paura della verità, non nasconde gli scandali di alcuni suoi preti. Semmai mette in guardia noi tutti di lottare contro questo male che sembra trovare assensi e organizzazioni clandestine che sostengono, incoraggiano i pederasti.
Dobbiamo mettere sotto accusa l'ipocrisia di coloro che sfilano per le strade inneggiando alla libertà e rivoluzione sessuale, i propagandisti che si scagliano contro la pedofilia e che per anni ci hanno spiegato che la morale cattolica è piena di tabù, che nel sesso tutto è permesso. Il pedofilo non è altro che una persona che ha tratto le conseguenze logiche dell'unica rivoluzione: quella sessuale. «In una prospettiva laica e materialista, mettere dei paletti alla libertà sessuale, è assurdo, illogico». Si teorizza che la morale è qualcosa di deciso dall'uomo, l'uomo può fare ciò che vuole. Il discorso non fa una grinza. Del resto se alcuni affermano che tutto è permesso all'individuo «libero», e che la sfera sessuale del piacere è un fatto puramente personale: perché privarsi di tutte le esperienze? Perché gridare allo scandalo se la pedofilia si diffonde? Eliminato il concetto di peccato, vizio e ridicolizzati i comandamenti, siamo arrivati a una sorta di primato del sesso sulla coscienza (e anche sulla dignità umana). Nessuna meraviglia quindi se sono sempre di più quelli che dichiarano che la pedofilia è un'esperienza sessuale come le altre. Sul piano puramente del piacere non ho dubbi, una masturbazione vale l'altra. Sul piano invece della perversione c'è molto da dire.
Di questa mentalità perversa sono vittime anche alcuni preti e religiosi, purtroppo. Non sarà però la sensazionale trasmissione di Santoro a mettere ordine a un disordine morale ormai diffuso. Se voleva ottenere successo e un numero elevato di telespettatori, forse ci è riuscito. Nient'altro però! Santoro è molto abile nel diffondere gli scandali. Per ottenere una catarsi, un cambiamento sociale? Macché, per accentuare il suo narcisismo e arrivismo…

don Chino Pezzoli

L'Eco di Bergamo, 1° giugno 2007


Bbc, polemiche persino nella protestante Inghilterra

LONDRA Anche nel Regno Unito protestante e illuminato, paese d'origine del documentario anti-Vaticano sulla pedofilia, la trasmissione originale della Bbc nell'ottobre scorso ha causato un vespaio di polemiche. Prodotto e scritto dall'irlandese Colm O'Gorman, politico e attivista di professione, il documentario é stato ampiamente criticato per l'aggressività dello stile e dell'esposizione, considerata da più parti non in linea con la consueta asciuttezza editoriale dell'ente televisivo pubblico britannico. In particolare, certi passaggi sono stati ritenuti da più parti strumentali e tendenziosi, e hanno attirato una ridda di reclami da parte dei telespettatori.
La Chiesa cattolica inglese, in particolare, e l'ampia fetta di società civile che questa rappresenta, sono salite sulle barricate all'indomani della trasmissione del documentario, e l'arcivescovo di Londra Cormac Murphy O'Connor ha protestato ufficialmente contro il direttore generale della Bbc, una mossa che ha causato l'apertura di un procedimento di investigazione interna, che è di prassi in casi come questi.
In uno degli editoriali più avvelenati pubblicati dalla stampa inglese subito dopo la trasmissione del documentario, un commentatore cattolico ha scritto: «(con questo documentario) la Bbc si è messa simultaneamente dalla parte dell'investigatore, del pubblico ministero e del giudice, e ha presunto che il Papa sia colpevole a meno che non riesca a dimostrarsi innocente. Ancora peggio, il servizio televisivo non ha tenuto in alcuna considerazione dei documenti che testimoniano concretamente la dimostrazione di questa innocenza». Riferendosi all'accusa formulata durante il corso del documentario secondo la quale la Chiesa sarebbe stata connivente con alcuni sacerdoti indagati per abuso sessuale, il settimanale «The Tablet» ha scritto: «La Chiesa cattolica in Gran Bretagna, come in molti altri paesi, ha una serie scritta di regole che non solo le consigliano, ma le impongono di collaborare con la polizia in casi di presunto abuso». In ossequio al vecchio detto dello show-business anglosassone secondo il quale non c'é pubblicità più efficace della cattiva pubblicità, il produttore del documentario ha approfittato del clamore suscitato dalla trasmissione per riproporsi, questa primavera, come senatore per la contea irlandese di Wexford alle elezioni nazionali irlandesi, per conto del partito dei progressisti democratici. Alle elezioni, tenutesi giovedì scorso, O'Gorman non è riuscito ad accumulare abbastanza voti, e ha perso il proprio seggio. Continuerà la sua attività come attivista per una società benefica contro gli abusi sessuali, nel tentativo, perseguito lungo tutto il corso della sua carriera, di fare pubblicità alla propria causa - con ogni mezzo, e ad ogni costo.
Piersante Sfredda

L'Eco di Bergamo, 1° giugno 2007

O'Gorman non e' stato rieletto? Ma che combinazione...ecco perche' era cosi' nervoso ieri sera :-)
Raffaella


Scontro da Santoro «Falsità in quel video»

Ieri sera il discusso documentario sui preti pedofili «La Chiesa non ha fatto niente? Bugie indegne»

ROMA Santoro gigiona appena s'apre il sipario di Annozero: «Io questa sera non dirò niente». Ma poi ecco il colpo di teatro. Potrebbe essere una conversazione leggera e invece è pesantissima. Con Vauro, il vignettista di corte, intreccia un dialogo su un vescovo. I due pasticciano con le parole: andarci a pranzo, andarci a dormire. Vauro sorride: «Gli ho detto che sono un po' vecchierello». Santoro mostra stupore per quelle parole. E Vauro di rimando lo rassicura: «Il vescovo è Bettazzi». La gente che sta davanti al televisore sicuramente non capisce nulla. Chi è Bettazzi e poi, cosa c'entra con la puntata che s'avvia sulla pedofilia nella Chiesa, che mostrerà più tardi, dopo le 22, fascia televisiva non più protetta, il documentario della Bbc «Sex crimes and Vatican», che i vescovi inglesi per primi avevano qualificato «vergognoso per lo standard giornalistico utilizzato»? Nulla, però intreccia molte cose. C'è Bettazzi, vescovo progressista e di sinistra, che in studio non c'è e non può replicare, additato al pubblico come l'unico che ci ride su, mentre altri hanno protestato in questi giorni per via della messa in onda del documentario. C'è quel «vecchierello» che lascia intendere che preti e vescovi «vanno con i bambini».
Comincia qui la serata Rai più temuta. Il documentario della Bbc va in onda dopo ripetuti avvisi ai genitori di pensarci, se mandare a nanna i bambini, prima dell'avvio del fimato. Ma c'è Santoro, il guru, il quale avvisa che lui a sua figlia ha dato il permesso di vedere. E allora se lo fa Santoro, chi siamo noi per impedire ai nostri figli di dare un'occhiata? Ma prima c'è tempo ancora un po'. E allora via a Marco Travaglio che scrive una lettera al suo maestro Indro Montanelli e mescola citazioni anticlericali del giornalista e affermazioni del discepolo, sul male colpa di Confidustria e del Vaticano, su Fassino, che parla come Don Abbondio, sul Papa che quando tratta delle coppie di fatto tutti sono sull'attenti, ma quando si occupa dei poveri nessuno lo ascolta. Ma s'arrampica anche a trattare della coscienza in una baruffa di idee e di concetti confusi. E quando appena dopo Santoro ne chiede conto a monsignor Rino Fischella, rettore della Pontificia università lateranense, il vescovo non può far altro che allargare le braccia, definire bonariamente il grande Indro un «toscanaccio», che lui vedeva venire a Messa alla chiesa di Sant'Agnese a piazza Navona, perché non credeva in Dio, ma «se i preti hanno ragione, è meglio venire a Messa almeno a Natale e Pasqua».

Di pedofilia parla Fisichella, carte alla mano, e spiega la differenza tra legge canonica e legge civile, cerca di illuminare contesti, osserva che il documento famoso del 1962 è stato superato dal nuovo Codice di diritto canonico del 1983 e dal documento «"Sacramentorum sanctitatis tutela» di Papa Wojtyla del 2001. Santoro insiste sul segreto, chiede perché la Chiesa nasconde. Il rettore della Lateranense continua a spiegare con pacatezza che si tratta solo «in realtà del segreto processuale, ed equivale al silenzio che il magistrato chiede quando è in atto un'inchiesta».
In studio è ospite anche don Fortunato Di Noto, il sacedote siciliano sceriffo del web, che ha fatto chiudere oltre 150 mila siti pedofili, il quale ragiona a fondo sulla pedofilia, parla di lobby e dice la cosa più politicamente scorretta che c'è: «La pedofilia riguarda tutti, anche gli ebrei, anche i musulmani. Perché su quello che accade nei Paesi islamici c'è silenzio?». Quando parte il documentario ci si aspettano le correzioni di Santoro. Che dica quello che nel pomeriggio ha chiesto anche il Sir, l'agenzia di stampa promossa dalla Cei: «Il filmato della Bbc, più che un'inchiesta, in realtà è un video a tesi, non credibile, con grandi falsità, pretestuoso e pregiudizialmente ostile. È troppo chiedere al servizio pubblico di aiutare a ristabilire la verità?». Invece no. Il documento del 1962 è attribuito al cardinale Ratzinger, ma è del cardinale Ottaviani. E poi confonde la doverosa segretezza come non intervento e mancata punizione, trasmettendo al pubblico una falsa immagine della Chiesa. Fisichella lo spiega e dice che tra le vittime della pedofilia «c'è anche la Chiesa, perché è stato gettato discredito sulla stragrande maggioranza dei preti». Poi contesta l'affermazione centrale del documentario delle Bbc e cioè che la Chiesa non avrebbe fatto niente: «Ha inserito il crimine di pedofilia fra i tre maggiori crimini che si possono compiere nella Chiesa, insieme a quelli contro l'eucaristia e la confessione». La polemica tra l'autore irlandese del filmato, Colm O'Gorman, e il vescovo Fisichella è stata serrata, con accuse pesantissime del giornalista: «Non avete fatto niente». Fisichella gli ha replicato che affermare che la Chiesa «ha vissuto solo di bugie è una menzogna che non è degna di lei».
Alberto Bobbio

L'Eco di Bergamo, 1° giugno 2007


Ed ecco il contributo di Don Paolo che ringrazio ancora una volta:

Santoro: il giorno dopo "Sex, Crimes and Vatican". Silenzio, accuse o lavoro?

E' il giorno dopo, il "day after", la trasmissione televisiva più temuta degli ultimi mesi. E' finita da poche ore la diretta di "Anno zero", trasmissione condotta da Michele Santoro, nella quale è stato messo in onda il contestatissimo video "Sex Crimes and the Vatican".

Chi di voi ha visto la trasmissione, intriso delle proprie personali e legittime convinzioni, non può non essere stato colpito dalla crudezza delle testimonianze (non solo quelle del video) proposte dagli ospiti presenti.

Personalmente sono rimasto allibito e pietrificato dalla testimonianza della donna violentata a Firenze dal sacerdote don Cantini, ed anche dall'altra testimonianza dell'uomo indotto con indubbia violenza psicologica a pensare alla scelta sacerdotale.

Sentire che un sacerdote possa abusare con una tale violenza della propria posizione spirituale, grida veramente vendetta al cospetto di Dio, urla disperazione e vera e propria vergogna.

Senza contare la tristezza e la mia personale rabbia nell'ascoltare racconti di violenza fisica e sessuale, che hanno letteralmente "ucciso" l'anima di una povera bambina, oggi lì, pronta a denunciare questi fatti, con un coraggio davvero sovraumano.

Ma dopo questi sentimenti che ancora mi girano per la testa e mi inquietano, non posso non aderire alle parole pronunciate da Mons. Fisichella: "Mi vergogno per quel prete, per quel che ha fatto da prete e perché uno così è potuto diventare prete....ma non posso vergognarmi della Chiesa".

Ha ragione Fisichella e mi trova perfettamente d'accordo. Non posso vergognarmi della Chiesa e del mio far parte di essa.

Quello che posso fare, anzi....quello che DEVO fare è chiedermi : "Cosa fare?", o meglio, "Cosa fare sempre di più rispetto a quanto già si sta facendo?".
Da questa domanda noi cattolici, ogni cattolico ed ogni prete, non possiamo fuggire.

Sarà difficile darci una risposta, sarà complesso trovare una situazione che non cavalchi esclusivamente l'onda dell'emotività ma possa essere realisticamente ed onestamente praticabile....ma occorre darsela.

Sarà impopolare...ma una cosa da fare - secondo il mio parere - è far conoscere meglio quello che già la chiesa fa per impedire casi di pedofilia e per stare vicini alle vittime.
Forse lo stiamo già facendo? Allora occorre farlo meglio e di più. Perché la verità - ed è stato detto stasera (anche se non so ancora se è stato anche percepito dall'ascoltatore...) - è che la Chiesa fa, e fa anche tanto.

Occorrerà forse rivedere alcune procedure penali riguardanti i tribunali canonici, ricercando anche forme più efficaci, pur nella correttezza dell'ambito ecclesiale che gli è proprio, di collaborazione con le autorità civili? In fondo il Codice di Diritto Canonico e le procedure canoniche, non sono leggi immutabili e, fatta salva un'ampia e ponderata riflessione, possono essere riviste.

Occorrerà forse proseguire con sempre maggiore serenità e coraggio, sulla strada della trasparenza evangelica, tipica di chi sa di essere "agnello" nonostante rischi di essere quotidianamente circondato da "lupi"? In fondo la trasparenza non equivale alla remissività, e la verità è sempre il miglior servizio che si possa fare alla fede.

Forse occorrerà fare altre cose, anche se non posso certamente essere io ad esporle compiutamente e - certamente - non in modo "ufficiale". Quello che ho espresso sono mie personali opinioni.

L'importante è non dimenticarsi mai che essere umili, ammettendo di poter migliorare, non significa essere "smidollati", essere disponibili al dialogo non equivale ad essere "bacia piedi", essere silenziosi non equivale a rinunciare alla Parola che - certi momenti della storia della Chiesa ci hanno insegnato - è capace di risplendere proprio nella cancellazione del martirio per il bene del Vangelo.

E, non per ultimo, che è ancora possibile (e non solo perchè la Chiesa "camperà più di noi"...come ha detto Santoro) dire che ci vergognamo perchè ci sono preti così ed allo stesso tempo dire con altrettanta forza: "Non mi vergogno e mai mi vergognerò di essere cristiano e di far parte della Chiesa di Cristo".

I Passi nel deserto

Con l'elezione di Papa Ratzinger la Chiesa sta facendo moltissimo, ma tutti insieme possiamo stargli e starle vicini nella preghiera e nel sostegno.
Raffaella

7 commenti:

mariateresa ha detto...

cara, ti copio incollo questa sviolinata di Santoro:

AGI) - Roma, 1 giu. - "Ieri sera abbiamo avuto una prova di grande civilta'." Cosi' Michele Santoro, giornalista Rai se conduttore del programma "Annozero" stamane ai microfoni di Radio Citta' Futura. "Monsignor Fisichella ha dato un segnale che se la politica italiana sapesse raccogliere ci porterebbe in una situazione decisamente piu' favorevole perche' si e' confrontato in campo aperto. Ha detto la sua ma ha dimostrato anche una capacita' di ascolto straordinaria anche rispetto a situazioni sconvolgenti". E sul problema della distanza della politica dai cittadini ha proseguito: "Monsignor Fisichella batte la nostra politica 3 a 0. Ci e' voluto tanto ma alla fine lo abbiamo trasmesso questo documentario. Segno che quando noi rispettiamo le regole e le condizioni professionali di lavoro i risultati si vedono. Se questo non lo facessimo solo in pochi ma tutti i giornalisti Rai e' chiaro che la situazioni informativa del paese sarebbe di gran lunga migliore. Ho sempre sostenuto che il servizio pubblico e' cio' che il mercato non riesce a fare spontaneamente. Quindi il servizio pubblico deve essere piu' informazione, piu' dibattito, piu' polemica, piu' spregiudicatezza e piu' creativita' altrimenti non ha senso parlare di servizio pubblico. Ogni volta che si verifica un episodio tutti si schierano soprattutto per un pregiudizio politico invece noi dobbiamo dibattere, discutere e parlare.
Non devono esserci tabu' riguardo a questo".

Anonimo ha detto...

Ciao Mariateresa...
Posso dire una cosa? No, non la dico eehehehehheh
Pero' sto preparando un post d'eccezione: gli articoli che i vaticanisti non hanno scritto :-))
Ciao

lapis ha detto...

Estrapolo dal primo articolo:

"Già Giovanni Paolo II, cosciente di questa devianza, disse con forza e determinazione:
«Chi scandalizza uno di questi piccoli, sarebbe meglio che gli fosse appesa al collo una macina da molino e sprofondasse in mare»".

Ma, veramente...lo ha detto Gesù Cristo, mica Giovanni Paolo II! Il copyright è di Nostro Signore!!! ehehehe : DD

Anonimo ha detto...

eehehehehhehhheh cara Lapis :-)))

lapis ha detto...

ho fatto una battuta, ma volendo avrei potuto essere molto più caustica. Noto che gli organi di "informazione", pur di far risaltare la santità di Giovanni Paolo II, arrivano a considerare come sue anche le frasi di Gesù, mentre, pur di coprire di fango Benedetto XVI, non esitano ad attribuirgli parole che non ha mai pronunciato e documenti che non ha mai scritto: una bella obiettività, non c'è che dire.

Angelo ha detto...

Vivo in Irlanda e quindi non ho potuto vedere la trasmissione di Santoro ma ho seguito le polemiche sui giornali e su internet.
Volevo precisare un paio di cose su Colm O'Gorman.
In Irlanda le elezioni per Camera (Dail) e Senato (Senead) non avvengono contestualmente.
O'Gorman è attualmente membro del Senead, non perché sia stato eletto ma perché nominato dal Primo Ministro il 3 maggio 2007, ossia meno di un mese fa, a fine legislatura per sostituire un senatore defunto. Le prossime elezioni del Senead avverranno a luglio. Lo stesso O'Gorman era candidato alle elezioni per la Dail, la scorsa settimana, dove ha avuto circa il 3% dei voti e non è risultato eletto. Correva per i Progressive Democrats che nonostante il nome, sono il partito più a destra tra quelli rappresentati in Parlamento. Comunque più che un politico, O'Gorman è considerato un attivista.
Questo aspetto è del tutto marginale rispetto alla vicenda, però quanto si legge sugli articoli riportati non è corretto.
La cosa invece importante è che O'Gorman è una delle vittime degli abusi avvenuti nella Diocesi di Fern. Il rapporto ufficiale, scritto da una commissione indipendente, a p. 13 dice chiaramente che il famigerato Crimen Sollicitationis pare non sia mai arrivato a Fern e che la diocesi non è ne era a conoscenza fino a quando nel 2001 è stato discusso pubblicamente dai commentatori.
Una prova ulteriore che dove ci sono stati abusi ed errori da parte di uomini di Chiesa, e a Fern ci sono stati indubbiamente, la colpa non è da attribuire alla legislazione canonica ma ai singoli preti o vescovi.

Anonimo ha detto...

Grazie Angelo per il tuo contributo :-)
Cara Lapis...ti confesso che provo sempre piu' disgusto per la stampa!!!
Ciao
Raffaella