1 giugno 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 1° giugno 2007 (1)


Vedi anche:

Rassegna stampa del 1° giugno 2007

Video BBC: tanto rumore per nulla

SPECIALE: Il documentario della BBC dice il falso: ecco le prove!



Video Bbc sui preti pedofili Bufera e choc da Santoro
In diretta il racconto di due fiorentini abusati da don Cantini

di ELENA G. POLIDORI

— ROMA —
CHI SI ASPETTAVA lo scandalo lo ha visto, negli occhi di una donna bella e matura violentata da piccola da un prede pedofilo. Una donna che ha cercato il riscatto nella confessione pubblica, ma ha anche trovato la fermezza dello sguardo di monsignor Rino Fisichella, come a dire che Dio è un’altra cosa e che quando è stato fatto da uno dei suoi ministri peggiori è un problema che appartiene alla miseria umana, non ad altro. Perché, come ha ricordato sempre Fisichella, tra le vittime dei preti pedofili “c'è anche la Chiesa”.

SIAMO AD «ANNOZERO», la trasmissione su Raidue di Michele Santoro, che ieri sera ha mandato in onda il video Bbc sui preti pedofili e, a sorpresa, il racconto in diretta di due vittime di don Cantini, il prete già al centro di una tremenda storia toscana.
«Queste persone — ha ribadito mons. Fischella, ospite di Santoro, a commento del documentario Bbc sul tema — hanno gettato discredito sulla grande maggioranza di preti onesti, che tutto fanno pur di dimostrare la correttezza della loro vocazione». Questi sacerdoti «hanno creato una situazione di scandalo, disagio e mancanza di credibilità che è un danno incolmabile». Ma io, giura il monsignore, «io vado a testa alta, e come me tanti altri preti. Non devo vergognarmi di nulla, e con me i 45mila-50mila sacerdoti italiani».

E’ UN DIBATTITO che rimane aperto, quello sulla pedofilia all’interno della Chiesa cattolica. Perché ieri sera quello che si è visto ad «Annozero» non ha creato lo scandalo che si immaginava. Non in quel senso. Non ha svelato novità, né è riuscito — come forse era negli intenti— di mettere sotto accusa la Chiesa cattolica di un male che va oltre le mura Vaticane.

E PER DIRLA un po’ come monsignor Di Noto, intervenuto in trasmissione, uomo che della battaglia contro la pedofilia ha quasi fatto una ragione di vita, il male abbraccia un mondo sterminato, troppo grande e variegato per limitarlo alla sola colpa dei «servi di Dio». Ma da parte loro comunque massimamente condannabile.
«Annozero», ieri sera, ha mostrato un dibattito a più voci, dove la Chiesa si è dovuta difendere non per la questione pedofilia in generale ma, alla fine, su un caso specifico, quello — recente — di Don Lelio Cantini, il sacerdote fiorentino oggi 84enne, riconosciuto colpevole di crimini pedofili e per questo sospeso «a divinis».

PROPRIO DUE delle persone che furono abusate dal sacerdote, Andrea e Mariangela, hanno raccontato in studio gli abusi subiti e le successive denuncie. Lo scorso 14 aprile, l’arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli ha pubblicato una nota con la quale ha affermato: «Nel clamore mediatico esploso intorno alla vicenda di don Lelio Cantini finora ho taciuto, non perché volessi nascondere qualcosa, ma perché, prima di parlare, volevo confrontarmi e consigliarmi con alcuni autorevoli Sacerdoti, i Vicari Foranei».

DON CANTINI è stato obbligato a ritirarsi e gli sono state inflitte «privazione della facoltà di confessare, proibizione di celebrare la Santa Messa in pubblico, proibizione di celebrare altri sacramenti, proibizione di assumere incarichi ecclesiastici».

LE TESTIMONIANZE delle due vittime, sapientemente proposte dal conduttore alla fine della puntata in modo da far rimanere inchiodato il pubblico fino a tarda sera, hanno comunque svelato l’esistenza di un problema che ha travalicato ogni polemica che aveva accompagnato, nelle ore immediatamente successive alla messa in onda, l’opportunità stessa della trasmissione. Perché, alla fine, la vituperata inchiesta della BBc, oggetto — a parere di Santoro — di «censura preventiva», è apparsa davvero poca cosa davanti alla testimonianza diretta di più vittime di abusi antichi che non è necessario andare a trovare lontano dai propri confini di casa. Sono a portata di mano.

CERTO, SONO COSE spiacevoli da dover digerire. Ma anche Santoro stesso, alla fine, ne è rimasto spiazzato, messo in un angolo dalla profonda umanità di mons. Fisichella, che con il suo sguardo e il suo silenzio ha detto di più di molte parole e di molte condanne. Per Fisichella, coloro che hanno commesso questi abusi «non avrebbero mai dovuto diventare preti», e tra le loro vittime «c’è anche la Chiesa, perché hanno gettato discredito sugli altri preti che fanno tutto il possibile per dimostrare la correttezza della loro vocazione. Un danno incalcolabile».

Quotidiano nazionale, 1° giugno 2007


«La scomunica vale per chi non denuncia i delitti»

— ROMA —

«È UNA CLAMOROSA menzogna» quella del documentario della Bbc che afferma che la «Crimen sollicitationis», l’istruzione emanata dalla Congregazione della dottrina della fede nel 1962, aveva lo scopo di coprire gli abusi avvolgendoli in una coltre di segretezza. Ipotizzando che «la pena per chi rompe il segreto è la scomunica immediata».
A confutare la tesi del documentario proposto ieri sera dal giornalista Michele Santoro è il sociologo della religione Massimo Introvigne, in un lungo intervento pubblicato da Avvenire, il quotidiano dei vescovi. «E’ precisamente il contrario di quanto detto in quel video», spiega.

ECCO PERCHÉ. «Il paragrafo chiamato in causa dalla Bbc — continua il professore — impone alla vittima degli abusi di denunciarli entro un mese sulla base di una normativa che risale al 1741. Il paragrafo 17, poi, estende l’obbligo di denuncia a qualunque fedele cattolico che abbia notizia certa degli abusi. Il paragrafo 18, infine, precisa che chi non ottempera all’obbligo di denuncia incorre nella scomunica». Dunque, è la conclusione di Introvigne, «non è scomunicato chi denuncia gli abusi ma, al contrario, chi non li denuncia».
Quanto ai relativi processi, «sono stati pensati a porte chiuse per tutelare la riservatezza delle vittime». Mentre il segreto del Crimen sollicitationis è «giustificato dalla delicatezza della materia ma è molto relativo, dato che fu trasmesso ai vescovi di tutto il mondo».

Quotidiano nazionale, 1° giugno 2007


Chiesa e pedofilia, scontro in tv

In onda da Santoro il video della Bbc. Mons. Fisichella: “Informazione manipolata”

FLAVIA AMABILE

ROMA
Finisce con Vauro che sfodera una vignetta dietro l’altra. Accusa i politici dalla conversione facile di essere «pretofili». E un’altra la intitola «Lasciate che i bambini vengano a me» e accanto al titolo disegna un Gesù arrabbiato: «No, non in quel senso». Stanno scorrendo i titoli di coda, Michele Santoro scuote la testa: «questa è proprio pessima...». Ma quando questo accade tutto ormai è stato detto. Il video della discordia, Sex Crimes and the Vatican, girato dalla Bbc e trasmesso in Inghilterra nell’ottobre 2006, è andato in onda «con alcuni lievi ritocchi» sottolinea Santoro. Intanto in studio le vittime di abusi commessi da preti italiani hanno raccontato le violenze subite e accusato la Chiesa di «silenzio».
E’ il punto d’arrivo di una lunga battaglia iniziata quando il giornalista Michele Santoro ha annunciato di voler dedicare una puntata del suo programma «Annozero» al video della Bbc e al tema Chiesa e pedofilia. Tra polemiche tra chi da sinistra gridava alla censura e la Sir dei vescovi che diffonde una nota della Copercom, un raggruppamento di associazioni della comunicazione, che parla di «sciacallaggio». Senza contare le tensioni all’interno del Cda della Rai e con lo stesso Claudio Cappon, in qualche modo garante di una trasmissione che doveva dare voce a tutti.
Quando dopo giorni di attese e veleni «Annozero» va in onda, sui televisori di tutta Italia il tema viene introdotto con cautela. Santoro tiene ad avvertire il pubblico: «Ai genitori lo dico e lo ripeto, vi diamo un po’ di tempo per organizzarvi, per decidere se vedere la trasmissioni con i vostri figli». Ripeterà l’annuncio anche una ventina di minuti dopo spiegando di voler evitare le critiche di «comitati dei minori che personalmente mi fanno accapponare la pelle». Frase che suscita la reazione di Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Minori, che chiede l’intervento di Cappon e dell’Autority.
Partono i primi affondi contro il Vaticano. Michele Santoro fa una premessa: «Parliamo di casi singoli». Non si vuole insomma generalizzare e dire che tutti i preti siano pedofili. Fatta la premessa arriva la domanda: «Ma perchè se c’è un prete pedofilo non lo denunciate?» Insieme con Piergiorgio Odifreddi, matematico, ateo convinto, e attraverso la lettura di articoli del Crimen solicitationis sostengono la tesi che il Vaticano voglia mantenere sotto segreto le denunce.
A rispondere è monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense. «Questa cosa del segreto - spiega - è un grande fraintendimento, una tempesta in un bicchiere d’acqua di fraintendimenti». Il segreto di cui si sta parlando «è il segreto processuale, che a quanto mi risulta è lo stesso silenzio di quando opera un magistrato». Santoro e Odifreddi contestano che chi viola il segreto viene scomunicato. Fisichella li avverte: «Nella lettura avete saltato alcuni capoversi». Ma viene scomunicato chi fa denuncia al magistrato?, insiste Santoro. «Assolutamente no», risponde il monsignore.
Dopo la proiezione del video parte la seconda ondata di attacchi. Il tema è «l’omertà» della Chiesa. Monsignor Fisichella risponde che i responsabili di crimini così orrendi «non avrebbero mai dovuto diventare preti». E, aggiunge, «una volta macchiatisi di questi crimini così gravi, penso che quanto hanno ricevuto è troppo poco per quello che hanno fatto». Il rettore respinge le accuse del video. «Dire che il cardinale Ratzinger o il Vaticano o la Congregazione della dottrina della fede non hanno fatto nulla è profondamente falso». L’autore del film risponde, c’è un vivace battibecco fra i due. «Gli uffici stampa della Santa Sede sono stati contattati e non abbiamo mai avuto risposta». Monsignor Fisichella accusa la Bbc di «manipolare l’informazione». Infine avverte: «Sulla protezione dei bambini nessuno ci può dare lezioni».

La Stampa, 1° giugno 2007


Video choc della Bbc sui preti pedofili, autogol di Santoro

di Stefano Filippi

Milano - Piccolo appunto a Michele Santoro: ieri sera nella sua trasmissione c'era un errore. Due lettere erano sbagliate. Non doveva chiamare il programma «Annozero», ma «alzo zero», come i tiri ad altezza d'uomo, anzi di Papa. Alzo zero, fuoco sulla Chiesa cattolica accusata di ogni nefandezza; colpi non dimostrativi ma per fare male. Monsignor Rino Fisichella, rettore dell'Università Lateranense, chiamato come difensore dell'operato del Vaticano e delle Curie locali dove sono accaduti gli episodi di pedofilia, si è battuto con grinta. E alla fine è parso lui il vincitore, il Davide in tonaca contro il Golia mediatico, che ha rintuzzato punto su punto le contestazioni dell'agguerrita formazione di accusatori.

E il grande «battage» che ha preceduto e pubblicizzato la trasmissione si è rivelato per Michele Santoro un clamoroso boomerang.

«Mi auguro che questa sera non l'abbiano fatta grossa». L'aveva detto il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni nel tardo pomeriggio, quando la puntata di «Anno zero» non era ancora andata in onda; il contestato dossier della tv inglese Bbc sulla pedofilia tra i preti non era ancora stato trasmesso dagli schermi della tv di Stato; ma il ministro della Margherita, già dalla parte del Family Day, aveva annusato che le cose non sarebbero finite bene. Michele Santoro ha giocato la serata da abile condottiero dell'ascolto: ha cercato di tenere alta l'aspettativa. Ha dato inizio al programma annunciando che l'inchiesta tanto attesa (che però chi ha un minimo di dimestichezza con il computer può tranquillamente scaricare da internet) sarebbe andata in onda più tardi, «quando i bambini saranno andati a letto». «Passerà anche un avviso un paio di volte, perché i genitori possano fare una scelta consapevole», ha avvertito l'ex parlamentare europeo diessino. Chissà quanti hanno resistito.

Così si è cominciato a discutere sul nulla, o meglio su quello che gli ospiti in studio hanno visto e i telespettatori non ancora. E si è capito subito che i sospetti della vigilia di una trasmissione poco serena erano destinati a trovare conferma. La trasmissione di Raidue si è rivelata un attacco frontale di cui l'inchiesta della Bbc dal titolo «Sex, crimes and the Vatican» (Sesso, crimini e il Vaticano) è stata sostanzialmente un pretesto.

«Stasera non parlo, ho già lavorato troppo», ha gigioneggiato Michele Santoro aprendo la puntata. E la parola è passata subito al disegnatore satirico Vauro Senesi, il quale ha raccontato di quando andò a pranzo con monsignor Bettazzi, l'ex vescovo di Ivrea conosciuto per essere vicino alla sinistra. «In realtà - ha scherzato il vignettista - dovevo anche andare a dormire con lui, ma io gli ho detto: “Monsignore, forse per lei sono un po' vecchierello”. E lui si è messo a ridere».

La parola è passata al giornalista Marco Travaglio e alla sua «posta prioritaria», che ieri sera era idealmente indirizzata a Indro Montanelli. Travaglio ha introdotto il tema della trasmissione scagliandosi contro la censura e i politici: «Stasera - ha detto - faremo vedere un reportage che hanno già visto su internet decine di milioni di persone nel mondo, 2-3 milioni in Italia. Mi diresti - ha domandato a Montanelli, come se Indro lo potesse ascoltare - qual è il problema? Hanno sempre invocato una Rai modello Bbc, ora hanno visto cos'è la Bbc e hanno cambiato idea. Anche la Conferenza episcopale ha chiesto semplicemente un confronto equilibrato. La censura la invocano i politici e alcuni papaveri Rai più alti del Papa. Dieci giorni fa un tale Landolfi (l'ex ministro delle Comunicazioni, ndr) già sapeva che avremmo imbastito un processo mediatico contro la Chiesa: è una sorta di Nostradamus». Armamentario anticlericale nel quale è stato spalleggiato da Piergiorgio Odifreddi.

Don Fortunato Di Noto, capofila della lotta contro la pedofilia su internet, e soprattutto monsignor Fisichella hanno ribattuto argomento per argomento. «Il famoso documento del 1962 cui fa riferimento il documentario . ha spiegato Fisichella - è un’istruzione per il modo di procedere delle cause, in un processo. Tutto il segreto di cui si sta parlando è il segreto processuale. Che la Chiesa imponga il segreto a chi ha subito violenza è un grande fraintendimento».

Il Giornale, 1° giugno 2007

2 commenti:

mariateresa ha detto...

cara Raffaella, quello che giustamente sottilinei tu, l'assenza di commenti qualificati dei vaticanisti dipende dal fatto, secondo me, che si è voluto trattare la questione come una questione politica e non di informazione religiosa. Solo oggi, a documentario trasmesso, vedo un articolo di Filippo Di Giacomo sulla Stampa
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=3054&ID_sezione=&sezione=
Ora, a me Di Giacomo non piace per niente , ma a parte il titolo tirato per le palle e la percentuale del sottotitolo (3%)che è diversa da quella dell'articolo (0,3%: che fatica trovare un'informazione corretta!!!) l'articolo non è cretino e lui mette il dito sulla piaga con questa frase
"Se qualcuno spera di tradurre politicamente l'infamia di una parte del corpo clericale della Chiesa, moderando così la spinta verso il centro intravista nelle ultime (e nelle future) tornate elettorali, vuol dire che, almeno politicamente, non abbiamo più argomenti."
Temo che la questione sia proprio questa ed ecco perchè tutta questa squallida vicenda non è stata commentata dai Politi e dagli Accattoli, ma dai commentatori politici.Ma non solo questa questione, tutto quello che riguarda la Chiesa è diventato ormai pastone politico.
Ora un po' di nausea mi coglie....

Anonimo ha detto...

Ciao Mariateresa, hai assolutamente ragione!!
Ho riportato alcuni articoli dei noti vaticanisti, scritti nel 2006...peccato che alcuni giornalisti abbiano la memoria corta...
Ciao
Raffaella