14 giugno 2007

L'aggressione laicista? Un dono per la Chiesa


Vedi anche:

"Gesu' di Nazaret": la presentazione a Lodi

Rassegna stampa del 14 giugno 2007

La scommessa culturale di Benedetto XVI

I media? Una belva selvaggia, parola di Tony Blair

I media vaticani che vorrei (di Raffaella)






L’aggressione laicista che prepara la rinascita cattolica

di Roberto de Mattei

Le minacce di morte e le offese espresse recentemente contro il Papa, contro l’arcivescovo di Genova mons. Angelo Bagnasco, nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e contro il card. Ruini, non sono né il primo né l’ultimo episodio di crescente intolleranza neo-laicistadegli ultimi tempi.
Esse vanno ricondotte ad un più vasto fenomeno di “cristofobia” che vorrebbecancellare la presenza pubblica dei cattolici dalla società, attraverso forme di intimidazione psicologica e di aperta persecuzione, come l’introduzione di leggi “anti-omofobe”, destinate a colpire con il carcere e con pesanti ammende finanziarie chiunque voglia diffondere l’insegnamento tradizionale della Chiesa sulla famiglia.

Le radici di questa cristofobia affondano nella storia del Novecento. La prima grande Manifestazione di “laicismo”che aprì il secolo XX fu la legge di separazione dello Stato e della Chiesa in Francia del 9 dicembre 1905, nota come “legge Combes”, dal nome del presidente delConsiglio Emile Combes (ex-seminarista,poi esponente di spiccodella massoneria) che la propose, anche se essa fu approvata dal governo guidato dal suo successore Maurice Rouvier.

Questa legge prevedeva l’abolizione unilaterale del Concordato napoleonico del 1801; sopprimeva ogni finanziamento e riconoscimento pubblico alla Chiesa, considerando la religione solo nella sua dimensione privata e non in quella sociale.

Stabiliva inoltre che i beni ecclesiastici erano incamerati dallo Stato, mentre gli edifici del culto venivano affidati gratuitamente a delle “associazioni cultuali” elette democraticamente dai fedeli, senza l’approvazione della Chiesa. La legge di separazione è all’origine di quella tradizione laicista della Francia, che ha trovato la sua ultima espressione nell’accanita opposizione del Presidente Chirac ad ogni forma di riferimento alCristianesimo nel Trattato costituzionale europeo.

Lo stesso Chirac, il 23 giugno 2003 commemorando all’Eliseo il 275° anniversario della fondazione della Massoneria, ha rivendicato il ruolo di quei massoni che, dopo aver laicizzato nel 1882 l’istruzione primaria, «con la stessa fermezza e lo stesso entusiasmo,hanno sostenuto la legge del 1901, che garantisce la libertà d’associazione, e quella del 1905, che separa le Chiese dallo Stato. La battaglia per la laicità deve molto al loro impegno. Battaglia permanente, battaglia sempre attuale».

La battaglia contro la Chiesa, “sempre permanente e sempre attuale”, trovò però sulla sua stradaun nuovo Papa, Giuseppe Sarto, inaspettatamente asceso alla Cattedra di Pietro il 4 agosto 1903, con il nome di Pio X. Con le Encicliche Vehementer nos dell’11 febbraio 1906 e Gravissimo officii del 10 agosto dello stesso anno, san Pio X protestò solennemente contro le leggi laiciste, sollecitando i cattolici ad opporvisi con tutti i mezzi legali, al fine di conservare la tradizionee i valori della Francia cristiana.

La Chiesa fu accusata di voler fomentare una “guerra di religione”, ma non si piegò. San Pio X emanò, il 6 gennaio 1907, l’enciclica Une fois encore, di cui, proprio per l’attualità e la permanenza della battaglia, è importante ricordare i passi centrali, nel centesimo anniversario.«La Chiesa, si è detto, cerca di suscitare in Francia la guerra religiosa e sollecita con tutti i suoi voti la persecuzione violenta. Strana davvero siffatta accusa. Fondata da Colui che venne in questo mondo per pacificarlo e per riconciliare l’uomo con Dio, messaggera di pace su questa terra, la Chiesa non potrebbe volere la Guerra religiosa se non ripudiando la sua sublimemissione e rinnegandola al cospetto di tutti. Al contrario, essa rimane e rimarrà sempre fedele a questa missione di paziente dolcezza e di amore.

D’altra parte il mondo intero oggi sa, né su ciò può cadere in inganno, che se la pace delle coscienze è spezzata in Francia, ciò non è per colpa della Chiesa, ma per quanto hanno fatto i suoi nemici. Gli spiriti imparziali, anche quelli che non condividono la nostra fede, riconoscono che se nella vostra patria diletta si combatte sul terreno religioso, non è già perché la Chiesa sia stata la prima a ingaggiare la lotta, ma perché a lei stessa è stata dichiarata guerra.

Questa guerra, da venticinque anni in modo particolare, essa non fa che subirla, Ecco la verità. Le dichiarazioni, mille volte fatte e ripetute sulla stampa, nei congressi, nei convegni massonici, nel seno stesso del Parlamento, provano ciò tanto chiaramente, quanto gli attacchi che vennero progressivamente e metodicamente rivolti contro di lei. Questi sono fatti innegabili, contro i quali le parole non potranno mai prevalere. La Chiesa non vuole dunque la guerra, e la guerra religiosa meno ancora: affermare il contrario significa calunniarla e oltraggiarla».

Anche oggi la Chiesa, per il suo fermo atteggiamento in difesa della vita e della famiglia, è accusata di voler interferire negli affari politici, di condurre una politica “muro contro muro”, di bandire “crociate” e “guerre religiose”, di “cercare la persecuzione”. In realtà essa reagisce a un’aggressione pubblica all’ordine naturale e cristiano.

Null’altro essa chiede che di essere se stessa, rimanendo fedele al mandato ricevuto dal suo Fondatore, che è quello di predicare la verità a tutte le genti. Non si può chiedere ai cattolici di tacere, né alla Chiesa di essere diversa da come Dio l’ha voluta. La Chiesa, nel corso dei secoli, è stata perseguitata innumerevoli volte, a causa della sua fede e della sua fedeltà.Lo sarà ancora e sempre risponderà con le parole di san Pio X: «Essa non auspica assolutamente la persecuzione violenta. Essa conosce questa persecuzione per averla sofferta in tutti i tempi e sotto tutti i cieli. Parecchi secoli da lei trascorsi nel sangue, le danno dunqueil diritto di dire con santa fierezza che essa non la teme, e che tutte le volte che sarà necessario, saprà affrontarla. Ma la persecuzione, per se stessa, è il male, perché è l’ingiustizia ed impedisce all’uomo di adorare liberamente Dio. La Chiesa dunque non può desiderarla, anche in vista del bene che, nella sua infinita sapienza, la Provvidenza ne trae sempre.

Inoltre, la persecuzione non è soltanto il male, essa è altresì il dolore; ed è questa un’altra ragione per la quale la Chiesa, che è la migliore delle madri, non la desidera mai per amore verso isuoi figli. Del resto, questa persecuzione, che le viene attribuito di voler fomentare mentre si dichiara di essere fermamente decisi a non praticarla, in realtà le viene inflitta».

L’atteggiamento fermo e chiaro di san Pio X costrinse la Repubblica Francese ad arretrare. La legge di separazione non fu mai applicata con rigore e l’appello del Papa contribuì a una grande rinascita del cattolicesimo in Francia, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.

Un secolo dopo, la Chiesa è nuovamente vittima di quello che Benedetto XVI, ricevendo il 23 settembre 2005 l’ambasciatore messicano, ha definito “un crescente laicismo”. Ma se il XXI secolo è destinato a conoscere una nuova persecuzione laicista, conoscerà anche un inarrestabile movimento di rinascita e restaurazione cattolica.

Radici Cristiane, maggio 2007

Nessun commento: