19 agosto 2007

Il Papa al Parlamento europeo? Forse nel 2008


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Ratzinger pronto all'ingresso in Europa

di MARIO PRIGNANO

Potrebbe avvenire nei primi mesi del prossimo anno, la visita di Benedetto XVI al Parlamento europeo: venti anni esatti da quella di Giovanni Paolo II, in un momento politico delicatissimo non solo per le polemiche che puntualmente accompagnano ogni dibattito in sede Ue su presunti diritti e pretese discriminazioni sessuali, ma anche per il lavorìo sull'integrazione europea. Che, nonostante i recenti parziali successi, la Chiesa guarda tuttora con grande preoccupazione per la perdita di slancio e di contenuti che ormai da tempo lo caratterizza. Insomma, di questioni da trattare in un incontro con gli eurodeputati, Papa Ratzinger ne avrebbe. Se confermata, la notizia di una sua trasferta nel cuore del Vecchio Continente sarà la prima di stampo politico prodotta dal Meeting di Rimini quest'anno.

FACCIA A FACCIA Proprio oggi, infatti, col pretesto del tradizionale raduno ciellino, si incontreranno faccia a faccia il cardinale segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone e il presidente del Parlamento europeo, Hans Gert Poettering. Al primo toccherà celebrare la messa d'apertura del Meeting, mentre l'altro è stato invitato per tenere la prolusione inaugurale, dedicata quest'anno all'identità dell'Europa. Il contesto "amico" in cui i due si vedranno (ci sarà anche un pranzo, con Giorgio Vittadini, Giancarlo Cesana, Roberto Formigoni, e altri big di Cl) faciliterà l'affronto e la soluzione di una questione aperta fin da marzo scorso, quando, approfittando di un'udienza in Vaticano, Poettering invitò formalmente Benedetto XVI a Strasburgo. E se, come pare, parlando a nome del Papa, Bertone scioglierà positivamente la riserva, un attimo dopo si aprirà la discussione sul quando, sul come, sul perché e dunque, manco a dirlo, sul "per dire cosa" e "con quale autorità" il capo della Chiesa cattolica avrà accesso nella sede della massima istituzione democratica europea. Del resto, i rapporti tra l'Europarlamento e lo Stato Vaticano, da un punto di vista politico sono sempre stati piuttosto difficili, specie negli ultimi anni. Non a caso, appena qualche settimana dopo l'udienza di Poettering in Vaticano, gli eurodeputati Marco Pannella e Marco Cappato hanno presentato un'interrogazione chiedendo che, prima di rivolgere qualunque invito a Benedetto XVI, il Parlamento di Strasburgo pretendesse da lui «pubbliche e chiare scuse» per il presunto "disprezzo" con cui, a loro giudizio, il Papa trattava l'Europarlamento, continuando a intervenire sui temi più sensibili da un punto di vista etico-religioso, come quello dei matrimoni tra gay. La risposta secca di Poettering, per cui l'invito era già stato formulato, non ha evidentemente soddisfatto l'ala sinistra del Parlamento, che poco dopo, in aprile, è riuscita a far passare una risoluzione di condanna contro «i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali» in alcuni Paesi europei.

IL SENSO POLITICO Se però queste, come molte altre battaglie (si pensi a quella relativa alla sperimentazione sugli embrioni), hanno visto Strasburgo e il Vaticano impegnati su fronti opposti, va anche detto che un invito come quello di cui parliamo non poteva partire che da un padrone di casa come Poettering, cattolico convinto e democristiano di lunga data, politicamente e ideologicamente cresciuto all'ombra dei grandi vecchi dell'Europa unita, tra cui Helmut Kohl, di cui è stato allievo fedelissimo. Con lui, sullo scranno della presidenza del Parlamento, Papa Ratzinger si troverà perfettamente a proprio agio affrontando quei temi che più gli stanno a cuore (come stavano a cuore a Giovanni Paolo II) quando si parla di Europa: dalle radici cristiane del continente, alla sua storia culturale, alla tutela della vita umana dal concepimento, all'importanza della famiglia fondata sul matrimonio. Comunque lo si volesse valutare, sarebbe in ogni caso un evento di portata politica notevolissima. Con effetti dirompenti anche sulle cose di casa nostra, specie se, come si vocifera da settimane, il prossimo anno ci saranno davvero le elezioni politiche e il viaggio di Benedetto XVI a Strasburgo coinciderà con il periodo di campagna elettorale. .

I PAPI E LA UE WOJTYLA IN FRANCIA L'11 ottobre dell'88 Giovanni Paolo II interviene al Parlamento europeo. Lì denuncia l'esistenza di «correnti di pensiero» in «terra europea» che «a poco a poco hanno allontanato Dio dalla comprensione del mondo e dell'uomo», e di «fautori di un umanesimo agnostico e a volte anche ateo»

IL RELATIVISMO Il 2 marzo 2007 il presidente del Parlamento europeo, Hans Gert Poettering ha invitato Benedetto XVI all'assemblea di Strasburgo. Papa Ratzinger ha in passato sottolineato che «l'Europa odierna, mentre ambisce di porsi come una comunità di valori, sempre più spesso contesta che ci siano valori universali ed assoluti»

L'APOSTASIA Per Ratzinger l'Europa è caratterizzata da una «forma di apostasia da se stessa» che la «induce a dubitare della sua stessa identità».

IL CALO DEMOGRAFICO Secondo Benedetto XVI l'Europa sotto il profilo demografico starebbe rischiando il «congedo dalla Storia».

L'IMPEGNO CRISTIANO Il Papa ha invitato i cristiani ad essere «presenti in modo attivo» nel dibattito pubblico a livello europeo, e ha esortato: «Non piegatevi alla logica del potere fine a se stesso»

© Copyright Libero, 19 agosto 2007

Il Papa non rinuncera' ad andare al Parlamento europeo solo perche' certuni chiedono le sue scuse (straordinario! I sedicenti fautori di ogni liberta' vorrebbero impedire al Papa di parlare...bella coerenza!). E non dimentichiamo che dalla vecchia Europa, stanca e "smidollata", si sono levate ben poche voci a difesa del diritto di opinione del Papa dopo la lectio di Ratisbona. Nessuna lezione, quindi, dai politici.
Benedetto e' consapevole di essere, come ogni vero cristiano, segno di contraddizione e possibile segno di divisione. Lo ha detto in modo magnifico all'Angelus proprio oggi.

Raffaella

1 commento:

euge ha detto...

Condivido la tua riflessione cara Raffaella, proprio nel bellissimo Angelus di oggi Papa Benedetto ha fatto capire senza mezzi termini che chi decide veramente di seguire Gesù senza paura e senza remore può essere oggetto di divisione suo malgrado ed anche di incomprensione e di persecuzione. Papa Benedetto, sicuramente accetterà di recarsi al Parlamento Europeo ben consapevole di poter essere elemento di divisione si ma, portavoce senza se e senza ma della parola di Dio e soprattutto di essere colui che difende i valori cristiani che come hai detto giustamente tu un Europa addormentata dal relativismo e smidollata si rifiuta per propria comodità e in nome di una falsa libertà di difendendere e di considerare come veri valori della vita. Il Papa quindi non deve chiedere scusa a nessuno già in passato con le scuse si è esagerato e questi sono i risultati............... non si può sempre chiedere scusa ci si deve chiarire su tutto e su tutti...... Semmai, è proprio questa Europa profondamente relativista a dover chiedere scusa a colui che dell'Amore per Gesù e per la chiesa e della difesa di ciò che è buono per l'uomo, ne ha fatto una scelta di vita.
SEMPRE CON BENEDETTO XVI - Eugenia