19 agosto 2007
Viaggio in Austria: il Papa incontra il cardinale Schönborn
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Il Papa riceve il cardinale Schönborn. L'arcivescovo di Vienna invita i cattolici austriaci a uscire dalle parrocchie per testimoniare la fede tra i lontani
Il Papa ha ricevuto oggi nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, accompagnato da mons. Egon Kapellari, vescovo di Graz-Seckau. L’incontro avviene a circa tre settimane dal viaggio pastorale di Benedetto XVI in Austria che si svolgerà dal 7 al 9 settembre sul motto: “‘Guardare Cristo’ … e mi sarete testimoni”. Su questa visita, che si inserisce nella cornice dell’850° Anniversario della Fondazione del Santuario di Mariazell, Luis Badilla ha intervistato lo stesso cardinale Schönborn:
R. - Alla vigilia del pellegrinaggio del Papa a Vienna e a Mariazell, la Chiesa austriaca appare molto dinamica, molto viva. Si parla di un risveglio dopo i momenti difficili degli anni passati…
D. - Sono contento di sentirle dire che c’è un grande risveglio. Non tutti lo vedono così perché ci sono anche segni di stanchezza, e questo non tanto nella Chiesa quanto nella società. Registriamo una sorta di mancanza di «vento», per dirla con il linguaggio del mare. Però è vera una cosa: dopo anni molto difficili assistiamo ad una presa di coscienza, ad un senso del coraggio più esplicito da parte dei cristiani austriaci, che sentono sempre di più come questa nostra società abbia bisogno del Vangelo, della fede, della preghiera … Ma, a onor del vero, devo dire anche che non so se, di fronte a questa sfida, siamo all’altezza di quanto il Signore ci chiede. Lui ci chiede di andare avanti, di uscire fuori dalle nostre comunità per dare testimonianza del Vangelo. Non siamo ancora abbastanza e sufficientemente missionari ...
R. - Quali sono in questo momento le priorità pastorali per la Chiesa e per i vescovi in Austria?
D. - All’interno della Chiesa – prima di tutto – c’è la realtà della grande rete delle comunità parrocchiali, che hanno una grande vitalità ma anche tutti i problemi che derivano dalla mancanza di preti e di giovani. Si tratta dunque d’incoraggiare l’intera rete delle parrocchie di tutta l’Austria, e questo è uno degli scopi principali del viaggio del Santo Padre: infatti, a Mariazell sono stati invitati, con priorità, i rappresentanti dei Consigli pastorali delle parrocchie.
Per loro, il Santo Padre avrà esplicite parole di incoraggiamento. Un’altra sfida, questa volta ad extra, quindi fuori dalle comunità parrocchiali, è – senza alcun dubbio – la missionarietà: la disponibilità ad aprirsi ad altri, alla maggioranza della società, cioè alla maggioranza dei nostri cittadini che molto spesso sono persone lontane dalla fede e dalla Chiesa. Ripeto: la grande sfida oggi è la missionarietà. Lo abbiamo sperimentato nella nostra bella esperienza della «Grande Missione» della città di Vienna, dalla quale sono uscite varie iniziative missionarie che sono tuttora in corso. Anche in questo ambito ci aspettiamo molto dall’incoraggiamento del Santo Padre … “Andate e rendete testimonianza della vostra fede!” ...
D. - La Chiesa austriaca ha un altro impegno prioritario, e cioè la Dottrina sociale della Chiesa. Quali le considerazioni della Chiesa austriaca sulla attuale realtà e sulle dinamiche sociali del Paese?
R. - Anzitutto va detto che la società austriaca vive in questo periodo un benessere abbastanza unico, forse inedito nella sua storia. Il clima sociale inoltre è abbastanza sereno. Per esempio, non ci sono più i grandi scioperi del passato. La disoccupazione c’è ma è molto più bassa che in altri Paesi. Dobbiamo ringraziare Dio per questa situazione molto favorevole. Dall’altra parte, però, ci sono alcune situazioni preoccupanti. La prima è il costante e considerevole aumento del divario fra ricchi e poveri. Il numero di persone che vivono al limite più basso del benessere, o sulla soglia della povertà, è in continuo crescendo. Questo fenomeno è conseguenza della globalizzazione che, ovviamente, di per sé non è negativa in tutti i suoi aspetti – certamente no! – ma causa questa situazione che ci preoccupa tanto. L’altro punto, last but not least, riguarda l’accoglienza della vita. Questa grande ferita esiste in molti Paesi europei, ma soprattutto da noi, in Austria. Il “sì” alla vita, sia al suo inizio sia alla sua fine naturale, è sempre più spesso messo in discussione. Dunque per noi una preoccupazione molto grande. La Chiesa in questo ambito è molto attiva, sia per dare aiuto alle donne in difficoltà nell’accogliere il proprio bimbo sia per favorire l’alternativa all’eutanasia. Parlo, in concreto, della rete di case nelle quale si procura di dar l’accompagnamento necessario, umano e cristiano, ai moribondi. Tutte queste iniziative sono da noi molto legate alla Chiesa e producono un effetto positivo sulla società.
D. - Eminenza, quali sono le attese degli austriaci e dei cattolici? Cosa vi aspettate dal Papa?
R. - Anzitutto, l’incoraggiamento e la fortificazione nella fede, perché questo è stato da sempre il compito di Pietro: fortifica i tuoi fratelli… Credo che, come lui stesso ha detto all’inizio del suo pontificato, Benedetto XVI verrà tra noi per “mostrare la bellezza della fede”; per mostrare quanto sia bello seguire Cristo. Noi aspettiamo con gioia questo incoraggiamento!
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Il papa incontra il cardinale Schönborn. Nella visita di settembre, richiamo sul tema della vita
di Mattia Bianchi
Un'udienza preparatoria in vista del viaggio in Austria del 7-9 settembre. Benedetto XVI ha ricevuto ieri mattina il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, e monsignor Egon Kapellari, vescovo di Graz-Seckau.
Un'udienza preparatoria in vista del viaggio in Austria del 7-9 settembre. Benedetto XVI ha ricevuto ieri mattina il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, e monsignor Egon Kapellari, vescovo di Graz-Seckau. L'incontro - riferisce una nota della sala stampa della Santa Sede - è avvenuto nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Nessuna notizia, invece, sul contenuto dell'udienza, anche se è probabile che al centro dei colloqui vi sia stata la prossima visita del pontefice. Una conferma in questo senso è arrivata dallo stesso cardinale che, in un'intervista alla Radio Vaticana, ha anticipato un probabile appello di Benedetto XVI per l'impegno in difesa della vita.
"Questa grande ferita - ha detto il porporato - esiste in molti Paesi europei, ma soprattutto da noi, in Austria dove il 'sì' alla vita, sia al suo inizio sia alla sua fine naturale, è sempre più spesso messo in discussione". "La Chiesa - ha spiegato - in questo ambito è molto attiva, sia per dare aiuto alle donne in difficoltà nell'accogliere il proprio bimbo, sia per favorire l'alternativa all'eutanasia cioè la rete di case nelle quali si procura di dar l'accompagnamento necessario, umano e cristiano, ai moribondi''. ''Tutte queste iniziative - ha rilevato l'arcivescovo - sono molto legate alla Chiesa e producono un effetto positivo sulla società''.
Per il cardinale, però, è necessario da parte dei cattolici un impegno ancora più forte perché in Austria la percentuale di popolazione ''al limite più basso del benessere, o sulla soglia della povertà è in continuo crescendo, conseguenza della globalizzazione che pur non essendo negativa in tutti i suoi aspetti causa questa situazione che ci preoccupa tanto''.
Nonostante tutto, il quadro del cattolicesimo austriaco è positivo. "Dopo anni molto difficili - ha rilevato infatti il cardinale - assistiamo ad una presa di coscienza, ad un senso del coraggio più esplicito da parte dei cristiani austriaci, che sentono sempre di più come questa nostra società abbia bisogno del Vangelo, della fede, della preghiera''. In questa situazione, ha aggiunto l'arcivescovo di Vienna, ''dal papa ci aspettiamo anzitutto, l'incoraggiamento e la fortificazione nella fede, perché questo è stato da sempre il compito di Pietro: fortifica i tuoi fratelli. E credo - sono ancora le parole di Schoenborn - che Benedetto XVI verrà tra noi per 'mostrare la bellezza della fede', per mostrare quanto sia bello seguire Cristo. Noi aspettiamo con gioia questo incoraggiamento".
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