13 gennaio 2008

Messa nella Cappella Sistina: i commenti di Agi e Adnkronos. Molto belli i servizi di Marina Ricci, Aldo Maria Valli e Lucio Brunelli


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NELLA CAPPELLA SISTINA

BENEDETTO XVI CELEBRA LA MESSA DANDO LE SPALLE AI FEDELI

Nello splendore della cappella Sistina il Papa celebra con le spalle rivolte ai fedeli e pronuncia l'omelia dal trono posto sulla parete destra e non al centro.
Per la messa di questa mattina, infatti, Benedetto XVI ha scelto di usare l'antico altare accostato al muro, sotto il Giudizio Universale michelangiolesco, e non piu' l'apposito altare portato su una pedana mobile che usava Giovanni Paolo II.

"Si e' ritenuto - spiega una nota dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice - di celebrare all'altare antico per non alterare la bellezza e l'armonia di questo gioiello architettonico, preservando la sua struttura dal punto di vista celebrativo e usando una possibilita' contemplata dalla normativa liturgica. Cio' significa che in alcuni momenti il Papa si trovera' con le spalle rivolte ai fedeli e lo sguardo alla Croce, orientando cosi' l'atteggiamento e la disposizione di tutta l'assemblea".

Per il resto, precisa pero' l'Ufficio Liturgico, la celebrazione ha il consueto svolgimento: viene infatti impiegato il messale ordinario, ovvero quello introdotto da Paolo VI dopo il Concilio Vaticano II.

Prima di diventare Papa, nel suo libro intitolato "Introduzione allo spirito della liturgia", pubblicato nel 2001 dalle Edizioni San Paolo, Joseph Ratzinger aveva auspicato il ritorno alla messa celebrata con il sacerdote e i fedeli rivolti verso Oriente - il luogo dal quale ritornera' il Signore - come e' stato per lunghi secoli fino alla riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II.

Ratzinger lamentava che nella celebrazione con l'altare rivolto verso il popolo, com'e' oggi, il prete "diventa il vero e proprio punto di riferimento", e tutto sembra terminare "su di lui". E cosi' "l'attenzione e' sempre meno rivolta a Dio". Nel libro, l'allora card. Ratzinger osservava che, "al di la' di tutti cambiamenti, una cosa e' rimasta chiara per tutta la cristianita', fino al secondo millennio avanzato: la preghiera rivolta a Oriente e' una tradizione che risale alle origini ed e' espressione fondamentale della sintesi cristiana di cosmo e storia". L'Oriente significava infatti l'annuncio del "ritorno del Signore".

Basandosi sulla "presunta posizione del celebrante" sull'altare della Basilica di San Pietro, gli autori della riforma scaturita dal Concilio Vaticano II hanno invece stabilito che "l'Eucarestia deve essere celebrata versus populum (in direzione del popolo). L'altare deve essere disposto in maniera tale che il sacerdote e il popolo possano guardarsi a vicenda". Il card. Ratzinger contestava che questa norma corrisponda all'immagine dell'Ultima Cena: "In nessun pasto all'inizio dell'era cristiana il presidente di un'assemblea di commensali stava di fronte agli altri partecipanti. Essi stavano tutti seduti, e distesi, sul lato convesso di una tavola a forma di sigma o di ferro di cavallo". Ciononostante, "la conseguenza piu' visibile" della riforma post-conciliare e' quella di "una nuova idea dell'essenza della liturgia come pasto comunitario". Nel vecchio rito tridentino, rimasto in vigore fino all'ultima riforma, la Messa era, invece, essenzialmente il riaccadere del sacrificio della Croce, non un "pasto" o un "convito" come nella tradizione protestante. Ratzinger contesta infatti che l'Eucarestia possa essere "descritta adeguatamente dai termini "pasto" e "convivio".

La consapevolezza del fatto che altare, il prete e i fedeli erano anticamente rivolti verso Oriente si e' persa nel corso dei secoli, al punto che quell'orientamento veniva etichettato come "celebrazione verso la parete" o come "un mostrare le spalle al popolo", e quindi e' apparso - spiegava il cardinale - "come qualcosa di assurdo e completamente inaccettabile".

Ma Ratzinger contestava il risultato della riforma liturgica: "Ora il sacerdote - o il "presidente", come si preferisce chiamarlo - diventa il vero e propria punto di riferimento di tutta la celebrazione. Tutto termina su di lui. E' lui che bisogna guardare.

© Copyright (AGI) - CdV, 13 gennaio -


L'Ufficio liturgico: ''Possibilità contemplata dalla normativa''

Papa, messa di spalle nella Sistina per il battesimo di 13 bimbi

Benedetto XVI ha scelto una sintesi tra liturgia pre e post conciliare rivolgendo le spalle ai fedeli secondo il rito antico ma usando il messale di Paolo VI in italiano. Durante messa Ratzinger ha perso l'anello del Pescatore poi ritrovato da mons. Marini

Città del Vaticano, 13 gen. (Adnkronos) - Benedetto XVI ha scelto di celebrare questa mattina la messa per il battesimo di 13 bambini nella Cappella Sistina tornando all'antico, ma fino a un certo punto. Ratzinger ha svolto il rito dall'altare posto tradizionalmente sotto l'affresco michelangiolesco, ha dato le spalle ai fedeli in diverse occasioni, ma ha seguito il messale di Paolo VI e la messa è stata in italiano.

Insomma un mix fra ''pre'' e ''post'' Concilio, quasi una sintesi della visione liturgica del Papa che ha voluto interpretare la riforma liturgica promossa dal Vaticano II non come una rottura rispetto alla tradizione precedente valida del resto per molti secoli, ma come un elemento di aggiornamento che andava letto in continuità con la storia precedente della Chiesa. Nota è poi l'avversione di Ratzinger per quelli che egli stesso ha chiamato ''eccessi'' nell'interpretazione moderna della liturgia: aspetti musicali, una certa libertà di comportamenti del sacerdote e dei fedeli, tutto ciò insomma che porta, secondo il Papa, lontano da quella profonda spiritualità, scevra di elementi esteriori, con la quale deve essere vissuta la messa.

A spiegare la natura del rito odierno era stato lo stesso Ufficio liturgico del Papa con una nota specifica: ''Si è ritenuto di celebrare all'altare antico per non alterare la bellezza e l'armonia di questo gioiello architettonico, preservando la sua struttura dal punto di vista celebrativo e usando una possibilità contemplata dalla normativa liturgica. Ciò significa che in alcuni momenti il Papa si troverà con le spalle rivolte ai fedeli e lo sguardo alla Croce, orientando così l'atteggiamento e la disposizione di tutta l'assemblea". Tuttavia, precisava il testo, la celebrazione ha il consueto svolgimento: viene infatti impiegato il messale ordinario, ovvero quello introdotto da Paolo VI dopo il Concilio Vaticano II.

Durante la celebrazione Benedetto XVI ha perso l'anello del Pescatore che porta sempre al dito. L'anello - che è uno dei segni della dignità pontificia - gli è scivolato sul tappeto vicino all'altare. Al piccolo incidente sarebbe seguito un momento di imbarazzo quindi il cerimoniere pontificio, mons. Guido Marini, sarebbe riuscito a trovarlo e a riconsegnarlo a Ratzinger.

© Copyright Adnkronos

Da segnalare i servizi di Marina Ricci (Tg5), Aldo Maria Valli (Tg1) e Lucio Brunelli (Tg2), tutti molto bravi nello spiegare il rito di stamattina.
R.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Trovo discutibile la scelta di papa Benedetto XVI di celebrare in una posizione "antica" e ancor più mi stupisce la spiegazione dell'ufficio per le celebrazioni pontificie. Il motivo sarebbe quello di non rovinare l'estetica della sala con un altare mobile: due domande mi nascono spontanee. La prima: papa Giovanni Paolo II era invece soddisfatto di rovinare la bellezza delle sale vaticane, visto che utilizzava regolarmente un altro altare? Non credo sia così e mi pare sgradevole criticare indirettamente le scelte del precedente pontefice. La seconda: l'estetica dei luoghi è allora il metro di giudizio di un'azione liturgica al punto da condizionarne i gesti? Personalmente ritengo di no, per cui se si usa un segno, un gesto o uno spazio lo si fa perché lo si ritiene corretto (se lo si ritiene tale) e non ci si giustifica come se vi si fosse costretti da situzioni contingenti legate all'estetica dei luoghi. Spero di leggere altri commenti a questa notizia. Un saluto cordiale a tutti

Anonimo ha detto...

La Santa Messa di ieri mattina dovrebbe essere il modello per tante altre Messa celebrate nelle nostre parrocchie: liturgia ben curata, omelia ben preparata e attenzione a nonm rovinare l'estetica della Cappella.
Ma non e' stato straordinario avere sempre davanti agli occhi il "Giudizio" di Michelangelo.
Bellissima celebrazione...

brustef1 ha detto...

Egregio Anonimo, secondo lei Michelangelo e i grandi artefici del passato hanno progettato le chiese perché la loro armonia venisse storpiata da altarini di legno rivolti al popolo? Sarebbe come mettere un'impalcatura davanti alla Gioconda, in nome di una "liturgia" moderna.

Anonimo ha detto...

Papa Giovanni Paolo II all'inizio del suo pontificato celebrava nella Sistina come ha fatto ieri Benedetto XVI, ricordo di aver visto delle foto. Credo che molta liberta' sia data al cerimoniere liturgico. IL Fatto e' che per la prima volta ieri la Cappella Sistina si vedeva, ed era parte della liturgia, come credo fosse nell'intenzione di chi lo aveva commissionato e di chi lo aveva dipinto..altrimenti che senso avrebbe celebrare nella Sistina..

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con te Raffaella e fra l'altro faccio presente che il messale adoperato da Benedetto XVI era quello di Paolo VI - quindi nessuna messa di tipo preconciliare come qualche giornale ha maldestramente riportato.

giulia ha detto...

W IL PAPA che con tanta fermezza, mitezza e sapienza tesse il filo conduttore della Chiesa di sempre.Non esiste la Chiesa di ieri e quella di oggi, esiste una sola Chiesa di sempre fondata su Pietro e ...meno male che il mondo lo attacca perchè è per noi garanzia che Pietro parla e agisce secondo il volere di Dio.Seguiamo con fiducia il ns Papa e guardiamo con lui il Divino Pastore.Basta polemiche ad ogni azione del Papa,ognuno ha il suo dovere di stato.Il Papa sa come garantire l'unità della fede, preghiamo che il Signore lo assista e che i ns cuori lo sostengano.W IL PAPA!

Anonimo ha detto...

Personalmente non condivido la linea adottata dal Papa! In quanto è un segno di eccessiva distacco dalla comunità. Giovanni Paolo II con l'altare mobile voleva rivolgersi lui ai fedeli, che potessero ascoltare e amirare. Tornare in dietro è sì un richiamo alla tradizione, ma anche un allontanare tanti "giovani" fedeli che forse dovrebbero vedere la fede come un amore e sentimenot, e non come un insieme di rituali e leggi da rispettare. Certo il Papa voleva risaltare la bellezza originale, ma credo che questo gesto sia stato ben più forte di quello che si voleva far passare. Certo ora mi ritrovo a dire: "non son d'accordo col Papa, ma sono convinto della mia fede! Che faccio, aiuto..."