18 agosto 2008

Il Papa e il razzismo italiano (Amabile)


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Il Papa e il razzismo italiano

Benedetto XVI si dice preoccupato e molti cattolici vedono in queste parole un invito al governo a cambiare politica

FLAVIA AMABILE

Benedetto XVI è tornato a parlare di razzismo durante l’Angelus di ieri e, anche se dalla Santa Sede si affrettano a chiarire che non esiste «nessun legame» con le polemiche dei giorni scorsi tra il settimanale Famiglia Cristiana e il governo, il legame alla fine lo vedono in tanti.

Difficile, ad esempio, non cogliere una certa soddisfazione tra i vertici del settimanale cattolico che aveva contestato la politica dell’esecutivo augurandosi che non portasse alla nascita di un nuovo fascismo.
«Non è mio compito commentare le parole del Santo Padre - avverte il condirettore don Giusto Truglia - quando però ho ascoltato l’Angelus ho trovato motivo di conforto: ho fatto il mio lavoro di giornalista e di prete e noi di Famiglia Cristiana non abbiamo nulla da rimproverarci. Quello che il Santo Padre ha detto è quello che noi abbiamo scritto».

E allora si tratta di capire anche se nelle parole di Benedetto XVI esista un riferimento alla politica del governo. «Il Santo Padre ha riaffermato la dottrina sociale della Chiesa - spiega don Giulio Albanese, direttore della rivista della Cei «Popoli e Missione» - e ha riaffermato la necessità di un impegno da parte della società civile e dunque anche della politica nei confronti di un rischio che effettivamente esiste. Il Santo Padre ha voluto superare le polemiche e andare al cuore del problema che poi è quello che alla Chiesa preme e chiesto alle sedi appropriate di affrontarlo».

Nessun dubbio sul significato delle parole del pontefice anche da parte di Fabrizio Colombo, direttore di Afriradio, l’emittente dei comboniani della rivista Nigrizia. «Noi che abbiamo un’emittente ci siamo resi conto che in questi ultimi mesi in Italia il razzismo sta aumentando e crediamo che questo non sia in linea con quanto dice il Vangelo. Bisogna usare una politica diversa e il pontefice ha voluto ricordarlo».

«Non bisogna però pensare che Benedetto XVI si riferiva solo alla situazione italiana», aggiunge Michele Zanzucchi, direttore di Città Nuova. «Esistono molti Paesi in cui bisogna combattere il razzismo, l’Italia è uno di questi e il pontefice ha voluto riaffermare la dottrina della Chiesa».

Unica voce fuori dal coro, quella di don Baget Bozzo che ricorda come «il Santo Padre non parli mai di casi specifici». «I suoi discorsi - spiega - sono sempre rivolti urbi et orbi, sono volutamente generali, hanno riferimenti che sono ampi. Mi sembra molto difficile che le parole dell’Angelus possano essere riferite al caso italiano, soprattutto dopo la precisazione da parte del portavoce della Santa Sede che prendeva le distanze dal settimanale Famiglia Cristiana. Sarebbe assurdo che il pontefice correggesse le parole del suo portavoce. Il perché abbia pronunciato proprio queste parole all’Angelus però non saprei spiegarlo, probabilmente voleva affermare la dottrina della Chiesa su questo tema».

© Copyright La Stampa, 18 agosto 2008 consultabile online anche qui.

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