20 agosto 2007

Sisma in Peru': il Papa invia 200mila dollari per i soccorsi urgenti alla popolazione


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COMUNICATO DELLA SALA STAMPA: SOLIDARIETÀ DEL SANTO PADRE PER I TERREMOTATI DEL PERÙ , 20.08.2007

A seguito del devastante terremoto che ha colpito la regione di Ica in Perù, il Santo Padre, tramite il Pontificio Consiglio «COR UNUM», ha inviato un contributo di US$ 200.000,oo per i soccorsi urgenti alle popolazioni colpite dal sisma. L’Eminentissimo Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, partirà alla volta del Perù la prossima settimana, per un viaggio da tempo programmato, e potrà così recare, unitamente alla menzionata testimonianza di solidarietà, l’espressione della vicinanza spirituale del Santo Padre e l’assicurazione della Sua preghiera.

Con questo gesto Sua Santità desidera esprimere la sollecitudine della Chiesa Universale per le persone che hanno perduto i propri cari ed i loro averi, mentre incoraggia tutti i fedeli e le Organizzazioni di aiuto operanti nella Chiesa ad impegnarsi in ogni possibile e coordinata azione di carità fraterna verso le popolazioni colpite, nel rispetto delle priorità localmente definite ed in sintonia con la Chiesa locale.

dal sito della Santa Sede


L'aiuto del Papa per le popolazioni peruviane colpite dal terremoto

In Perù, dopo il devastante terremoto che ha colpito il Paese il 15 agosto scorso, si teme l’esplosione di epidemie. I soccorritori lottano contro il tempo per cercare persone ancora in vita. Finora sono circa 540 i morti accertati. Migliaia gli sfollati che hanno bisogno di aiuti immediati. Il Papa, ieri all’Angelus, ha assicurato la solidarietà spirituale e materiale della Chiesa al popolo peruviano. E per i soccorsi urgenti ha inviato, tramite il Pontificio Consiglio “COR UNUM”, un contributo di 200 mila dollari. Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, partirà alla volta del Perù la prossima settimana, per un viaggio da tempo programmato, per portare l’espressione della vicinanza spirituale del Papa alle popolazioni terremotate. Ma sulla situazione in Perù ascoltiamo la testimonianza di don Guillermo Colautti, rettore del Seminario “Redemptoris Mater” a La Punta di Callao. L'intervista è di Paolo Ondarza:

R. – Rimane l’apprensione per la situazione che stanno vivendo le popolazioni di queste città: oltre alle vittime del terremoto, vi sono poi tutte quelle che sono le conseguenze della mancata organizzazione per intervenire con immediatezza. Si è scoperta un grandissimo vuoto nell’organizzazione. L’esercito ha ripristinato le strade e sta garantendo anche la sicurezza, perché un altro degli aspetti purtroppo negativi è che in queste situazioni ci sono sempre delle persone poco scrupolose che se ne approfittano. I primi aiuti umanitari sono in arrivo proprio in questi momenti ...

D. – Tra l’altro, ci giungono notizie della disperazione della gente che prende d’assalto i camion che portano aiuti: evidentemente, la fame ed anche la sete incominciano a farsi sentire ...

R. – Sì. Ma sembra che presto la situazione possa normalizzarsi e che le forze dell’ordine riescano a tenere sotto controllo la situazione e gestire un pochino questa distribuzione e tutti gli aiuti che stanno arrivando.

D. – Chi sono le persone colpite? Una popolazione già povera che giace adesso in condizioni di ulteriore prova...

R. – Nella città di Pisco, 50 mila abitanti circa ... sì, effettivamente la gente viveva in condizioni di povertà, soprattutto le case erano costruite con quello che qua chiamano “la tinta”, cioè praticamente fango e canne, per cui l’80 per cento delle case sono andate distrutte ...

D. – Le scosse stanno continuando a susseguirsi ...

R. – Quelle che si percepiscono come più forti, capitano almeno un paio di volte al giorno, rinnovano un po’ la paura e mettono apprensione nelle popolazioni, anche se veniamo rassicurati che non ci saranno scosse forti come quella che è avvenuta ...

D. – E ha potuto constatare manifestazioni di solidarietà tra la gente?

R. – Sì, sì: davvero tantissime. Speriamo che questa volta si possa vedere una continuità negli aiuti, quindi non soltanto per quella che è l’immediatezza dei bisogni di queste persone, ma in ordine anche ad un contributo che possa aiutare anche un po’ tutto il Paese ad essere pronto in futuro ed in condizioni di affrontare situazioni come questa.

D. – C’è un appello o una preghiera particolare che vuole condividere con noi?

R. – Continuare ad essere vicini a questa gente nella misura del possibile, attraverso questi aiuti, perché i familiari delle vittime possano non perdere la speranza e vivere nella fede sapendo che il Cielo è aperto e che anche dal frutto di tutta questa esperienza, Dio ne saprà trarre cose buone.

E sulle parole del Papa all’Angelus, ascoltiamo l’ambasciatore del Perù presso la Santa Sede, Alfonso Rivero, al microfono di Alberto Goroni:

R. – El mensaje de Su Santidad…
Il messaggio del Papa ha commosso profondamente l’animo religioso del popolo peruviano. Abbiamo sentito nelle parole del Santo Padre la comprensione per la tragedia che vive il Paese. Il Papa ci accompagna in tutti i momenti con le sue preghiere. Per noi è motivo di conforto in questo tragico momento. E’ anche molto importante l’annuncio che il viaggio già programmato dal segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, porterà ai peruviani la testimonianza dei sentimenti del Santo Padre ed anche un aiuto concreto della Santa Sede. Bisogna ricordare che molte vittime del terremoto si trovavano nelle chiese per festeggiare la Solennità dell’Assunta. Molte chiese sono crollate. Adesso possiamo pensare anche ad un aiuto che ci porti a ricostruire le nostre chiese. E’ commovente sapere che in mezzo alle macerie delle chiese si è sempre trovata intatta l’immagine del Signore crocifisso. Questo c’impressiona molto e richiama i più intimi sentimenti del nostro cuore.

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