20 agosto 2007
Bagarre politica sulle parole di Bertone e trionfo del doppiopesismo
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Cari amici, l'argomento che affrontiamo in questo (e poi in altri post) non mi entusiasma minimamente perche' si tratta di tasse, tema che dovrebbe interessare la politica e non certo un blog dedicato al Papa. Tuttavia le parole, chiarissime, del cardinale Bertone secondo il quale i cittadini devono pagare le tasse sulla base di leggi giuste occupano la prima pagina di tutti i quotidiani. Che cosa c'e' da discutere? Molto, soprattutto in un Paese come l'Italia che fa polemica su tutto e tutti. Non entro nel merito della discussione, ma noto, ancora una volta, una politica doppiopesista che mi fa personalmente ribrezzo: si critica il Papa e la Chiesa quando affermano "verita' scomode", ma, poi, sono tutti pronti ad "impossessarsi" delle parole del cardinale Bertone quando in qualche modo "possono essere utilizzate" a scopo politico.
Decidiamoci una volta per tutte: la Chiesa puo' intervenire su temi che riguardano ANCHE (ma non solo) la politica o deve tacere?
Delle due l'una: o puo' parlare SEMPRE o deve tacere SEMPRE.
Raffaella
Bertone: tasse con leggi giuste La Lega: è con noi. Lite tra i poli
Il segretario di Stato vaticano: ma il politico le usi per i più deboli L'Unione: c'è chi stravolge la verità. Polemica sullo sciopero fiscale
Gian Guido Vecchi
RIMINI — Per capire che aria tira al Meeting basta fare un salto nella libreria della Fiera, la star di quest'anno è il canadese Michael O' Brien, l'anti Dan Brown, il suo thriller apocalittico s'intitola Il Nemico e sulla copertina nera spicca in centinaia di copie la «A» rossa dell'Anticristo. Lo dice il Papa all'Angelus prima di salutare in diretta il popolo ciellino, «la pace che Gesù è venuto a portare non è semplice assenza di conflitti, ma il frutto di una costante lotta contro il male, contro Satana», lo ripete il suo segretario di Stato ai quindicimila che affollano la messa d'apertura, «Gesù ha indicato a tutti Satana come l'unico vero nemico di Dio e dell'uomo».
Chiaro che il cardinale Tarcisio Bertone, dopo avere indicato un obiettivo così impegnativo, alzi il sopracciglio quando all'uscita gli chiedono dello sciopero fiscale evocato da Umberto Bossi: «Vede, è molto semplice: noi siamo con il Vangelo che dice "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" e con san Paolo che invita a pagarle, le tasse». Pausa, sorriso. Quindi il cardinale scandisce: « Tutti, naturalmente, dobbiamo fare il nostro dovere: sia nel pagare le tasse secondo leggi giuste sia nel destinare i proventi delle tasse a opere giuste e all'aiuto ai più poveri e ai più deboli». Ed è qui che il segretario di Stato Vaticano ricorda il Salmo 71, «lo cito sempre per i politici perché dovrebbe essere il programma del politico cristiano: "Renderà giustizia al debole e al povero, salverà la vita dei suoi miseri" ». E ripete: «Il politico, quindi, deve guardare ai più deboli e ai più poveri, e fare attenzione che non si compia nessuna ingiustizia anche nella distribuzione delle risorse dello Stato».
Nell'attesa, i politici tendono a litigare. Di lì a poco il leghista Roberto Calderoli fa sapere la sua interpretazione: «Le dichiarazioni del cardinale Bertone rappresentano il miglior viatico per la rivolta fiscale che intendiamo mettere in atto, una vera benedizione» poiché avrebbe detto che «è un dovere pagare le tasse quando dettate da leggi giuste: mentre la Finanziaria è ingiusta». Così scoppia la polemica e un problema nel centrodestra. Isabella Bertolini di Forza Italia dice che Bertone ha ragione, «il fisco dev'essere giusto ed equo»; però «in Italia non lo è» e «i cittadini devono far sentire la propria voce». Adolfo Urso, di An, chiarisce: «Per questo lo sciopero fiscale è assolutamente sbagliato». Ma l'Udc non ci sta e Luca Volontè contesta la «benedizione» rivendicata da Calderoli, «è incomprensibile tirare per la giacchetta il cardinale Bertone ». Anche il portavoce Francesco Pionati attacca «la strumentalizzazione» e «le proposte insensate e illegittime della Lega». Dal governo, interviene il Guardasigilli Clemente Mastella: «Ci dispiace che Forza Italia e Lega ne abbiano strumentalizzato le parole, travisandone completamente il significato». Ma il più duro è Franco Monaco, della Margherita: «C'è un limite nello stravolgere la verità, nella dissacrazione e nel prendersi gioco degli uomini di Chiesa».
Rumori di fondo nel Meeting, qui ci sono tre generazioni di ragazzi in fila agli ingressi della Fiera fin dal mattino. Si parla di Europa con il presidente del Parlamento Hans-Gert Pöttering, anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano invia un messaggio dove parla del «rischio che il processo di integrazione regredisca ad una semplice rete di cooperazione intergovernativa » e invoca la Ue come «soggetto politico». Soprattutto si parla di verità, il tema di quest'anno, «non bisogna cedere a compromessi quando è in gioco la verità del nostro rapporto con Dio», scandisce Bertone, primo segretario di Stato vaticano al Meeting. Il cristiano «soffre persecuzioni» e «non si spaventa per le derisioni e il biasimo ingiusto».
Un'idea forte di «fede cattolica » contro quella che Ratzinger chiamava «l'immunizzazione nei confronti della verità». La cultura moderna «la equipara all'opinione», come se ci fossero «tante verità ». Applausi ritmati della platea. «Da sempre, purtroppo, tanti uomini cadono nella rete satanica» e «si illudono di costruire il progresso e di raggiungere la felicità » seguendo «i fallaci suggerimenti del Maligno» per realizzarsi «a prescindere o addirittura contro Dio». Di qui la «santa discordia » che Gesù ha portato «e che obbliga ciascuno di noi a prendere posizione, a decidere chiaramente se stare con Dio o contro di Lui», sapendo che «Cristo è l'unico che può identificare la verità con una persona: Egli è la verità».
C'è anche il tempo di rispondere, tra l'altro, sul caso don Gelmini: «No, non mi sono fatto un'idea, scusatemi, ma ho migliaia di problemi che riguardano tutto il mondo. Queste cose vanno valutate con la massima obiettività, rispetto per ogni persona e anche apprezzamento di istituzioni che hanno fatto tanto bene ai bisognosi». Giovedì volerà in Perù a portare ai terremotati «l'affetto e gli aiuti concreti» del Papa. Onori e oneri della posizione, il cardinale sorride al popolo del Meeting: «Scusatemi ma devo andare, come segretario di Stato devo essere reperibile dal mattino alla sera e dalla sera alla mattina, c'è niente da fare!».
© Copyright Corriere della sera, 20 agosto 2007
LE OPINIONI
FAMIGLIA CRISTIANA
Don Sciortino: evasori senza alibi Il Carroccio non manipoli le parole
Gian Guido Vecchi
RIMINI — Il cardinale Bertone, in sostanza, dice che pagare le tasse è un dovere...
«Chiaro».
Però sul suo settimanale, in riposta al premier che lamentava non si parlasse di evasione fiscale nelle omelie, avete scritto: «Caro Prodi, siamo tenuti a pagare per mantenere in vita tutte queste realtà parassitarie?».
«Un momento, anche quel pezzo va inteso bene...».
Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia cristiana, mette subito in chiaro l'essenziale: «Non c'è nessun alibi per evadere le tasse. Nessuno può trovare un motivo valido».
In che senso?
«Il pensiero del cardinale Bertone e della Chiesa, e anche ciò che abbiamo scritto, si fonda su due richiami. Primo: a tutti diciamo che bisogna pagare le tasse. Punto. La Chiesa lo ha sempre fatto, "date a Cesare ciò che è di Cesare". Prodi ascolti le omelie su quel passo e sentirà i preti parlarne, in tutta Italia».
E il secondo?
«Il secondo è che la Chiesa non può tacere quando vede che i soldi pubblici sono amministrati male».
Calderoli sostiene che quella di Bertone è una «benedizione»: se le tasse sono ingiuste è lecito non pagare...
«Pura manipolazione del pensiero del cardinale e della Chiesa, Calderoli ha tirato acqua al suo mulino, un'operazione assai scorretta. Lo sciopero fiscale è grave, molto grave per uno Stato democratico, perché lo mina alle sue fondamenta. Mica per niente la Costituzione non permette referendum in materia fiscale, sennò dove andremmo a finire? La Chiesa, ripeto, esorta da sempre al rispetto della legalità».
E se si ritiene che il fisco non sia equo?
«C'è il Parlamento, ci sono le leggi. I politici hanno tutti gli strumenti per intervenire, se davvero vogliono».
E la storia dei parassiti?
«Nessuno pensi che Famiglia cristiana abbia voluto dare una mano a chi non vuole pagare! Non è questo il discorso. Pagare si deve. Dopodiché gli amministratori hanno il dovere di usare i soldi non per mantenere privilegi o costruire le famose cattedrali nel deserto ma per opere sociali, per i più poveri e indigenti, come ha detto il cardinale Bertone. Questo dobbiamo pretendere da loro. Altrimenti su che si fonda uno Stato sociale? Non esisterebbe più una comunità civile né il senso dello Stato».
© Copyright Corriere della sera, 20 agosto 2007
IL SENATORE TEOCON
Quagliariello: invita alla protesta Per lui un fisco eccessivo è iniquo
Virginia Piccolillo
ROMA — «Il cardinal Bertone fa una considerazione di iniquità del fisco. E invita alla protesta. Ma sempre dando a Cesare quel che è di Cesare». Gaetano Quagliariello senatore di Forza Italia, ordinario di teoria e storia dei partiti politici e presidente della fondazione Magna Carta, fornisce questa interpretazione dell'intervento del segretario di Stato vaticano. Un'interpretazione perfettamente aderente al suo pensiero.
Senatore, è sicuro che Bertone pensi ad un fisco iniquo?
«A quanto mi sembra, propone di considerare il fisco come adesione a un progetto statale che però non può superare determinati livelli».
Altrimenti diventa iniquo?
«Sì. Ma non solo. Essendo troppo pesante deprime la possibilità di produrre ricchezza e quindi ha effetti negativi sulla società. È una considerazione in linea con il pensiero liberale cattolico».
E la speranza di Prodi che i cattolici venissero richiamati a pagare più tasse?
«Non c'è dubbio che le parole di Bertone sono una correzione della visione di Prodi. Lui aveva visto il fisco solo come strumento di giustizia sociale. Bertone invece sottolinea che un fisco eccessivo può produrre effetti diversi dall'equità.
Insomma mi sembra che la considerazione dell'iniquità, tra le righe, sia abbastanza chiara».
Una benedizione allo sciopero fiscale di Bossi?
«No. Credo che pensi: "Chi ritiene le tasse troppo pesanti ha tutto il diritto di protestare e di assumere iniziative". Ma sempre nell'ambito del dare a Cesare ciò che è di Cesare. E' una posizione molto laica».
Lei è favorevole allo sciopero?
«Come ultimissima ratio. Il fisco sta venendo meno alla funzione di reperire ricchezza e finisce per deperirla. Il tesoretto ha aggravato il clima per la ridda di ipotesi e poi la destinazione di quelle ritenute mal calcolate. Ma a meno di ulteriori inasprimenti in grado di mettere a rischio il bene del Paese occorre trovare altre iniziative».
© Copyright Corriere della sera, 20 agosto 2007
"Guai a chi manipola il cardinale"
il direttore di Famiglia Cristiana
Don Sciortino: nessun via libera alla protesta, anzi ha fatto bene Veltroni a condannarla duramente
ORAZIO LA ROCCA
CITTÀ DEL VATICANO - Per don Antonio Sciortino, direttore del settimanale Famiglia Cristiana, «è falso affermare, come fa l´onorevole Calderoli, che il cardinale Tarcisio Bertone abbia benedetto la campagna contro il pagamento delle tasse lanciata da Umberto Bossi». Il segretario di Stato «non ha concesso nessun viatico alla rivolta fiscale leghista e Calderoli - accusa Sciortino - manipola le parole del cardinale per fini suoi. Non è giusto. E´ vero, invece, che la Chiesa da sempre invita credenti e non credenti al pagamento dei giusti tributi e lo insegna ad alta voce senza timori e senza guardare ai colori politici».
Famiglia Cristiana aveva in qualche modo "acceso la miccia" del dibattito su Chiesa e tasse. Prima un´intervista a Prodi nella quale il premier aveva criticato la Chiesa per i «troppi silenzi» proprio sull´obbligo di pagare le tasse. Poi un editoriale in risposta a Prodi con un´esplicita critica a «quei politici che sostengono, giustamente, la necessità di pagare le imposte, ma nello stesso tempo danno un cattivo esempio aumentandosi lo stipendio». Argomentazioni lette da più parti come una sorta di indiretto placet dato dal settimanale paolino a chi, parlando di rivolta fiscale, invita ad eludere le tasse.
«Niente di tutto questo - assicura il direttore di Famiglia Cristiana - come settimanale siamo in perfetta sintonia con quanto ha sostenuto al Meeting il cardinale Bertone sul fisco e, cioè, che la Chiesa da circa duemila anni predica la necessità di far fronte ai giusti tributi col famoso detto evangelico di Gesù "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Parole ed insegnamenti sempre attualissimi che la Chiesa ricorda ogni volta che i sacerdoti dall´altare leggono quel passo evangelico, o i vescovi ed i Papi toccano questo delicato argomento, invitando sempre fedeli e uomini di buona volontà a rispettare lo Stato contribuendo al suo mantenimento attraverso il sistema fiscale». Altra cosa, secondo don Sciortino, è parlare della destinazione delle entrate nelle casse statali, «delle quali la Chiesa invita i politici a fare buon uso, pensando prima di tutto ai poveri ed ai bisognosi, alle famiglie numerose, agli ammalati, senza farsi tentare da inutili sprechi. Ma questo non significa invitare a non pagare le tasse e tantomeno incitare a supposti scioperi fiscali. Ha detto bene anche il sindaco di Roma Walter Veltroni, l´altra sera a Fondi, alla presentazione del nuovo libro "L´amore cristiano" del vescovo Vincenzo Paglia, quando ha criticato proprio chi sta proponendo lo sciopero delle tasse in questi giorni». «Su queste tematiche la Chiesa è sempre in prima linea ed è sempre pronta a fare la sua parte facendo fronte anch´essa ai suoi impegni fiscali», assicura don Sciortino, che definisce «inutili bolle di sapone lanciate per sviare l´attenzione sui problemi reali» le campagne di «quei gruppi radicali e quelle componenti socialiste anticlericali» che accusano la Chiesa di non pagare l´Ici per gli immobili commerciali senza fini di culto. «La verità - sostiene il direttore di Famiglia Cristiana - è che la Chiesa ha sempre rispettato il fisco».
© Copyright Repubblica, 20 agosto 2007
Come mai oggi Repubblica e' cosi' benevola? :-)
R.
Bertone ha appoggiato il suo messaggio allo stesso "apostolo delle genti" evocato dal capo del governo
San Paolo segnale di pace per Prodi "Anch´io avevo citato il suo monito"
Archiviate le tensioni, il premier incassa l´appoggio della Chiesa
Il tormento dei giorni di vacanza: "Possibile che i preti non mi abbiano capito?"
MARCO MAROZZI
SAN casciano dei bagni - Le vacanze di Romano Prodi cominciano quando finiscono. E hanno il sapore della domenica: della cristiana riconciliazione. Con tanto di citazione di San Paolo che unisce un grande prelato della Chiesa e il Professore di Palazzo Chigi. Le parole del cardinal Bertone hanno sollevato un macigno dall´animo del presidente del Consiglio che si definì «cattolico adulto», scatenò polemiche e ha imparato a non usare aggettivi per la sua fede. Nelle due settimane a Castiglione della Pescaia il premier era stato schiacciato dal magone per le polemiche generate dalla sua intervista a Famiglia Cristiana. Aveva parlato di tasse. «Tutti» devono pagarle perché tutti le paghino «meno». E si era lasciato andare a una frase pericolosa. «Per cambiare mentalità occorre che tutti, a partire dagli educatori, facciano la loro parte, scuola e Chiesa comprese. Perchè quando vado a Messa questo tema non è quasi mai toccato nelle omelie?».
Era esplosa la bagarre. Ma a fargli male non era stata la politica quanto la bacchettata giuntagli dallo stesso direttore dell´amatissimo settimanale delle Paoline, don Antonio Sciortino. Non è vero, gli aveva detto il prete-giornalista, che la Chiesa non fa «il suo dovere» sulla fedeltà fiscale. Anzi, piuttosto esiste una «grave responsabilità» di certi politici che «direttamente o indirettamente invitano a non pagare le tasse». «E chi chiede sacrifici e oneri deve dare in prima persona il buon esempio».
Prodi non era stato direttamente condannato, ma il messaggio aveva colpito il segno. A fondo. «Possibile che non sia stato capito?» aveva rimuginato giorni e giorni il premier. Poi, nella domenica di agosto in cui sta tornando a Bologna, ecco il segretario di Stato. Che non parla di Prodi né di Bossi ma di fisco. E cita San Paolo, «che invita a pagare le tasse». Come ha fatto, più di due settimane prima, Prodi. «Se non ricordo male, anche San Paolo esorta all´obbedienza nei confronti dell´autorità. - aveva detto - Credo che usi l´espressione "quoque discolis", a significare che si deve obbedire alle regole dello Stato anche se dettate da lazzaroni». Angelino Alfano, deputato di Forza Italia, aveva contestato la citazione. «É di S. Pietro». La Chiesa comunque non sciupa mai nemmeno le parole e niente viene lanciato per caso, il cardinal Bertone e San Paolo ieri hanno avuto il sapore della domenica, Santa Domenica, per Romano Prodi.
Non commenta il premier, secondo il suo costume per tutto quel che riguarda la Chiesa. Nemmeno commenta le reazioni altrui, dalla Lega al centrosinistra. Bertone, in linguaggio ecclesiale, non solo si è schierato per il pagamento delle tasse, ma non ha dato nessun avallo a chi punta sulla protesta. E sul richiamo a usare le tasse «per i più poveri e deboli» tutti, Prodi ovviamente in testa, si riconoscono.
Il premier sta attentissimo a qualsiasi uso politico delle parole di un segretario di Stato per cui ha una fascinazione anche intellettuale, un rapporto molto attento, continuo. «I sacerdoti a volte sono accusati di entrare troppo nel campo del sociale - aveva commentato un paio di settimane fa Bertone -. Adesso ci si chiede, penso anche giustamente, di toccare un punto specifico. Occorre equilibrare un po´ i vari temi».
A Rimini lo ha fatto verso tutti. Prodi in vacanza ha letto "De Gasperi" di Pietro Craveri regalatogli da Cossiga («bellissimo») e "La Chiesa in Italia", annale del Regno: libri decisivi per ragionare sui rapporti fra le due sponde del Tevere. Ma niente, dopo qualche pagina, Harry Potter, che alla Chiesa non piace per eccessi di magia e a lui per scarso interesse ai temi. Oggi torna a Bologna dopo un passaggio nella casa a San Casciano dell´amico Sandro Ovi. Ingegnere, collaboratore di Palazzo Chigi per l´innovazione. E, da laico, suonatore di organo in chiesa.
© Copyright Repubblica, 20 agosto 2007
Ma come siamo tutti buoni...oggi! Passatemi un fazzoletto :-)
Magone? Che strana scelta di termini ehehehehehehe
Chissa' se saremo ancora tutti cosi' buoni quando la Chiesa parlera' di temi etici...
Non vedo Politi, dov'e'?
R.
«Le tasse si pagano con leggi giuste»
di Fabrizio De Feo
C’è la sfida e la provocazione di Umberto Bossi sullo sciopero fiscale ad occupare il centro della scena politica e a conquistare la luce dei riflettori. Così come ancora brucia la miccia polemica accesa da Romano Prodi soltanto alcuni giorni fa quando il Professore sollecitò la Chiesa, in maniera decisamente irrituale, a mobilitarsi contro l’evasione fiscale, attraverso un’opera di persuasione da compiersi sui fedeli con lo strumento delle omelie. Il tema fiscale, insomma, si rivela caldo e ricorrente e diventa una sorta di passaggio obbligato per la comunicazione. E, così, nel giorno in cui il Meeting dell’Amicizia di Rimini celebra la propria apertura con la presenza del cardinale Tarcisio Bertone – un vero e proprio evento visto che è la prima volta che il grande raduno ciellino affida a un segretario di Stato vaticano la Messa d’apertura – il fronte si riapre.
Il cardinale parla al popolo di Comunione e Liberazione e lo fa nello spazio pastorale dell’omelia, concentrandosi sul tema di questa edizione del Meeting: la ricerca della verità. Bertone porta al popolo di Cielle «il saluto benedicente e l'augurio del Santo Padre Benedetto XVI il quale mi ha pregato di assicurarvi la sua spirituale vicinanza».
Poi, da attento osservatore dell’attualità italiana, non si sottrae alle domande dei giornalisti che, alla fine della celebrazione eucaristica, lo sollecitano sulla notizia del giorno. La risposta dell’alto prelato si muove sul filo apparente della diplomazia. «Naturalmente come è stato già detto da esponenti della Chiesa e da me stesso, tutti devono pagare le tasse perché è un nostro dovere e questo deve essere fatto secondo leggi giuste. Il politico cristiano deve essere attento nel destinare i proventi delle tasse a opere giuste e all’aiuto dei più poveri e bisognosi».
Il segretario di Stato vaticano ricorda come anche il Vangelo indichi di «dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio» e come «anche San Paolo inviti a pagare le tasse». E aggiunge che «il Salmo 71 dovrebbe essere il programma del politico cristiano: rendere giustizia ai poveri e salvare la vita ai miseri. Il politico deve avere attenzione ai più deboli e poveri e far sì che non ci siano ingiustizie nella distribuzione delle risorse dello Stato».
La sentenza sembra inequivocabile. Ma nelle pieghe del suo pensiero si nasconde un passaggio – quel riferimento alle «leggi giuste» – che apre uno spiraglio per coloro che propugnano la liceità dello sciopero fiscale. E tanto basta ad accendere la polemica politica e l’esercizio di esegesi del reale pensiero del cardinale.
Senza scomporsi Bertone affronta anche altri temi provenienti dall’attualità politica. Il primo riguarda il focus, il canovaccio su cui il Meeting si svilupperà. Qualcuno gli chiede se la kermesse ciellina punti a trasformarsi in una cassa di risonanza per la battaglia in difesa della famiglia «tradizionale», di cui già il «Family Day» si è fatto paladino.
Il cardinale evita di entrare troppo nel merito ed elude il rischio di possibili invasioni di campo. «Il Family day è stato un grande evento, che ha fatto vedere come il popolo italiano voglia bene alla famiglia nel suo progetto originale e primordiale di Dio sull’uomo e donna e matrimonio». «Non credo - dice ancora ai cronisti - che il Meeting sia destinato a rilanciare il family day, ma chiedetelo ai suoi organizzatori».
All’insegna della prudenza è anche la risposta alla domanda di un giornalista che gli chiede se abbia maturato un giudizio sulla vicenda in cui è rimasto coinvolto nei giorni scorsi don Pierino Gelmini. «Queste cose devono essere valutate con la massima obiettività -replica il segretario di Stato vaticano- e con il rispetto di ogni persona. Ma anche con l’apprezzamento di istituzioni che hanno fatto tanto bene a persone disagiate e a rischio come quelle di Don Gelmini, di Don Picchi e di tanti altri inventori di solidarietà per i più bisognosi».
© Copyright Il Giornale, 20 agosto 2007
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2 commenti:
Hai ragione Raffaella anch'io non vedo Politi e neanche Melloni chissà perchè forse non c'erano o se c'erano dormivano!!!!!!!!
Sicuramente si risveglieranno come per miracolo quando come fai notare anche tu, i temi trattati dalla chiesa e dal Papa saranno altri!!!!!!!!!
“… … … Ma il più duro è Franco Monaco, della Margherita: «C'è un limite nello stravolgere la verità, nella dissacrazione e nel prendersi gioco degli uomini di Chiesa»”.
Senti da che pulpito viene la predica…, effettivamente non c’è limite all’ipocrisia!!!
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