21 dicembre 2007

Visita di Sarkozy al Papa: i commenti del Corriere della sera e di Libero


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ROMA — Le convinzioni e l'energia politica possono mascherare la disinvoltura, renderla tollerabile, persino simpatica. Nicolas Sarkozy ha corso il rischio di trasformare una visita di Stato in un feuilleton cominciato a Disneyland e finito in riva al Tevere. Ma il messaggio che ha portato in Vaticano e la proposta che ha sostenuto a Palazzo Chigi sono di una cifra più alta del gossip su chi trova posto nel suo cuore. È in fondo questa la sua forza, come se riuscisse lui soltanto a separare vita privata e vita pubblica, visione politica e atteggiamenti personali.
Nel colloquio con il Papa e nel discorso in San Giovanni Laterano, il presidente della Repubblica francese ha messo in valore una concezione moderna della laicità, non antitetica alla religione, attribuendo a quest'ultima una funzione essenziale ed ineliminabile della vicenda umana, che non ha senso se non ci s'interroga sul mistero della vita e della morte. Durante l'incontro privato, secondo il comunicato della Santa Sede, sono stati evocati «i buoni rapporti esistenti tra la Chiesa cattolica e la repubblica francese, nonché il ruolo della religioni, in particolare della Chiesa cattolica nel mondo». Sarkozy ha definito personalmente molto importante il colloquio con il Papa: «La questione spirituale — ha detto — mi interessa molto, amo parlare di queste cose con uomini di fede di qualsiasi religione».
L'esposizione di Sarkozy è complessa, ricca di riferimenti teologici e spirituali (cita Maritain e Bernanos, le encicliche e i padri della chiesa francese) per riaffermare una concezione identitaria della società civile, della politica e dell'Europa in forte sintonia con quella del Pontefice. «Credo che una nazione che voglia ignorare l'eredità spirituale, etica e religiosa della sua storia commetta un crimine contro la propria cultura, contro un insieme di storia, patrimonio artistico e di tradizioni popolari che impregna profondamente il nostro modo di vivere e di pensare. Cancellare le radici significa compromettere i rapporti sociali che hanno tanto bisogno di simboli e di memoria».
Sarkozy ha naturalmente difeso la tradizione laica della Francia, ma come ha scritto nel libro donato al Pontefice («La Repubblica, la religione, la speranza»), le regole laiche della Repubblica sono le basi di una scelta di libertà: di culto, insegnamento, professione di fede, libertà di credere e di non credere, argine al proselitismo e al fanatismo, convivenza civile, uguaglianza fra tutte le confessioni. Quindi «modello » percorribile nel mondo contemporaneo, esposto al doppio rischio del conflitto religioso e della desertificazione materialistica.
Tradotta in politica, la visione di Sarkozy significa anche sostenere le attività sociali e le rappresentatività delle chiese e rafforzare le radici spirituali dell'Europa, rivolgendo lo sguardo al Mediterraneo «per costruire una zona di pace e prosperità, dove sia possibile la coesistenza di convinzioni profonde».
Sarkozy, rivolgendosi a cardinali e chierici, ha concluso: «Abbiamo una cosa in comune, la vocazione. Non si può essere preti a metà, non si può essere presidenti a metà. La Francia ha bisogno di credere che non subirà il futuro, ma lo costruirà. Per questo ha bisogno della testimonianza di coloro che ogni giorno vogliono costruire un mondo più giusto e più generoso».
Sarkozy ha auspicato che Papa Ratzinger visiti la Francia nel 2008, in occasione del semestre di presidenza francese dell'Unione europea.
M. Na.

© Copyright Corriere della sera, 21 dicembre 2007


Sarko abbraccia il Papa e pranza con la "suocera"

CATERINA MANIACI ROMA

Una visita al Papa insieme ad amici di lungo corso e che nulla hanno di "istituzionale", tutt'altro, e soprattutto niente Carla Bruni, ex top model e presunta fidanzata; venticinque minuti a colloquio privato, senza interpreti; una solenne e antica cerimonia nella basilica di San Giovanni in Laterano, "sottolineata" da frasi inequivocabili sul fatto che «le radici della Francia sono essenzialmente cristiane» e che «con la mia presenza qui voglio dire che abbiamo bisogno del contributo della Chiesa cattolica per chiarire le nostre scelte e costruire il nostro avvenire». Bagni di folla, tour veloci alle bellezze di San Pietro e commozione davanti alla tomba di papa Giovanni Paolo II. Non c'erano donne al seguito di Sarko? E lui fa il galante con le bellezze locali: incontra Claudia Cardinale, una delle attrici più note e belle della storia del cinema italiano. Il presidente francese dimostra insomma un notevole buon gusto in campo femminile e rigorosamente made in Italy, considerando anche la Bruni. E poi, ancora, l'incontro con il presidente italiano Giorgio Napolitano e il "minivertice" a tre con Romano Prodi e il premier spagnolo José Luis Zapatero. Difficile sintetizzare il viaggio lampo a Roma di Nicolas Sarkozy, fitto di incontri e di particolari, su cui campeggiano però il suo incontro con Benedetto XVI e le sue affermazioni a favore della Chiesa cattolica.

BERNANOS IN REGALO

Il colloquio con Benedetto XVI si svolge in un clima di cordialità e tutto in francese. Sarkozy arriva con altre 14 persone e comincia il rito delle presentazioni, delle foto e dello scambio di doni. Nel seguito presidenziale nessun ministro, tanto meno alcuna presenza femminile. Ci sono però alcuni "amici personali" e insoliti: il padre Guy Gilbert, noto in Francia come "il prete dei teppisti", l'artista Jean-Marie Bigard, un comico famoso per il suo umorismo boccaccesco e di gusto tutt'altro che raffinato, il padre domenicano Philippe Verdin, coautore con Sarkozy e con il filosofo Thibaud Collin del libro "La Repubblica, le religioni, la speranza", e l'accademico di Francia, storico e scrittore, Max Gallo. Sarkozy regala al Pontefice tre volumi: un'edizione antica delle opere "La joie" e "L'impostu re" di Georges Bernanos, poi una copia del suo libro "La République, les religions e l'esperance". Il Papa, che mostra di apprezzare particolarmente i regali, ricambia con un medaglione del Pontificato. Il presidente francese si congeda dal Pontefice per recarsi a colloquio col cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Poi, dopo una rapida visita alle Grotte vaticane, tappa in centro. Per il primo cittadino francese pranzo a base di tagliatelle e cotoletta al ristorante Il Bolognese: è qui che il presidente, insieme al folto numero di persone che lo accompagnano, incontra Claudia Cardinale e l'attrice e pianista Marysa Borini, guarda caso madre di Carla Bruni. Nel primo pomeriggio si svolge la visita nella basilica di San Giovanni in Laterano, durante la quale il capo dell'Eliseo prende possesso del Capitolo del Laterano, assumendo il titolo di Canonico d'Onore. Si tratta di un privilegio accordato nel 1604 al re di Francia, Enrico IV, che è stato tramandato fino ai nostri giorni e dai re è passato ai presidenti. Nel suo discorso, alla presenza del cardinale vicario di Roma Camillo Ruini, Sarkozy dichiara che la Francia «ha radici essenzialmente cristiane», e che le diverse religioni e in primo luogo il messaggio cristiano possano «contribuire ad illuminare le nostre scelte e costruire il nostro futuro». «IMITIAMO L'IMPERATORE» La giornata impegnativa continua con l'incontro con Napolitano e il faccia a faccia con Zapatero e Prodi: oggetto principale, il progetto ambizioso di un "Mediterraneo unito". Il premier italiano, forse contagiato dalla grandeur francese, addita come modello addirittura un imperatore: «L'impera tore Adriano fu un uomo del Mediterraneo. Noi dobbiamo imitarlo. Fu uomo di pace, dialogo, sensibilità e pragmatismo». C'è poi da segnalare una infausta coincidenza. L'ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, Bernard Kessedjian, è morto mercoledì notte, sconfitto dal cancro. Lo ha confermato la delegazione diplomatica francese presso la Santa Sede, che si è così trovata decapitata alla vigilia della visita al Papa ddi Sarkozy. .

© Copyright Libero, 21 dicembre 2007

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Raffaella, dopo queste notizie positive dell'avvio di un nuovo dialogo tra Francia e la Chiesa devo avvisarti che ho notato molto di sfuggita un articolo di Flores d'Arcais su l'Unità o il Manifesto odierno (dalla fretta non ricordo) che tratta della Spe Salvi. Naturalmente non aspettarti un bel commento, ma è intriso di tutte le peggiori cattiverie nei confronti del Papa.

Tra poco leggerò il discorso del Papa dalla Curia Romana in occasione degli auguri natalizi, ma credo che sia molto interessante.

Infine direi di dare un occhio ai vari commenti che sono usciti oggi e che usciranno sui quotidiani francesi nei prossimi giorni sulla visita e il discorso di Sarkozy al Laterano perchè dobbiamo capire che reazioni ha suscitato tra i francesi. Per ora sono contento del discorso di Sarkozy anche se non è sicuramente il più indicato per la tutela della famiglia (d'altra parte come tanti dei nostri politici di destra...) Saluti, Marco

Anonimo ha detto...

Caro Marco, la nostra Luisa ci segnala che il fuoco laicista ha gia' caricato le munizioni e fa discorsi identici a certi politici nostrani:

http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-823448,36-992165@51-980235,0.html

Anonimo ha detto...

Mi sembrava strano... C'è davvero bisogno di un dialogo sulla laicità, c'è troppa confusione! Se si pensa che la laicità è vivere la propria fede solo nella sfera privata si sbaglia. La laicità positiva è da portare avanti. Marco