20 dicembre 2007
Delle Foglie (Avvenire): cara Maria Latella, perchè ignorare le donne cattoliche?
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EDITORIALE
SE I MEDIA NON VEDONO LE DONNE CATTOLICHE
DOMENICO DELLE FOGLIE
Che Maria Latella faccia bene il suo mestiere di giornalista e di direttore lo testimonia l’edicola. Che sappia prendere all’amo il lettore e lo spettatore lo attestano anche i salotti televisivi. Un po’ più difficile è capire se… ci è o ci fa.
Proviamo a spiegarci: dopo dieci giorni in cui la donna italiana che ha fatto più parlare di sé è stata la senatrice del Pd Paola Binetti, ecco «A», il femminile della Rcs diretto da Latella, scegliere per la copertina quattro donne di potere per segnalare che il 2007 è stato l’anno delle donne (secondo l’enunciazione dell’Unione Europea), ma in Italia nessuno se n’è accorto.
Ora, abbiamo trovato traccia del caso Binetti praticamente su tutta la stampa italiana, ma sul femminile «A» non c’è spazio per una questione così complessa come quella della fiducia negata al Governo dalla senatrice del Pd, sulla base di una questione di coscienza.
Il direttore, seguendo un suo ragionamento, ha preferito non rischiare, lanciando interviste a quattro donne dell’universo 'politicamente corretto'.
Nell’ordine: Anna Finocchiaro, Stefania Prestigiacomo, Emma Bonino e Luisa Todini. Quattro signore, anche le più giovani, che ormai calcano la scena pubblica da anni, se non da decenni. E che nell’occasione si scambiano gli auspici più alti: «Lei merita di salire al Quirinale», «lei può guidare il partito» e via promuovendo.
Nulla da dire, se non esprimere l’auspicio di poter votare e annoverare donne brave, intelligenti e capaci professionalmente. Magari pure oneste, al punto da darci lezioni di onestà intellettuale.
Ma nel settimanale non troviamo un rigo, che è uno, sul caso Binetti. Ovvero, sul coraggio di una donna di mettersi di traverso dinanzi ad un marchiano errore politico e culturale. Troppo scomodo spiegare i fatti per quelli che sono: un voto che introduce norme contro la discriminazione (anche in base alle tendenze sessuali) che si trasforma nella possibilità di punire con la reclusione anche le opinioni. Insomma, la Binetti andrebbe ringraziata perché ha rivelato il rischio di introdurre surrettiziamente, nella nostra legislazione liberale, il reato di opinione.
Ma di tutto questo le lettrici di «A» sono state private. Perché proprio quelle quattro testimonial e non altre?
Questione solo di 'glamour'?
Ci sorge il dubbio che il problema stia altrove. Forse l’essere donna e cattolica, in questo Paese, costituisce un problema. Per la politica come per la comunicazione. A proposito, non si tratterà di una forma sottile, ma non meno insidiosa di discriminazione?
Eppure l’informazione, come la politica, dovrà presto fare i conti con una nuova generazione di donne cattoliche, di cui già si comincia a sentire la voce nelle assemblee di associazioni e movimenti. Nell’attesa che queste ragazze conquistino la scena, sarà bene che le parlamentari cattoliche, così come le giornaliste e le ricercatrici, le docenti universitarie come le imprenditrici, le insegnanti come le professioniste, imparino a costruire la loro rete e soprattutto non cedano di un passo.
Non hanno diritto alla copertina di «A» della collega Maria Latella, ma noi sappiamo quanto stanno facendo per questo nostro Paese, un po’ cialtrone e un po’ lunare, che confonde i desideri con i diritti.
© Copyright Avvenire, 20 dicembre 2007
La signora Latella ha una chiara, netta, precisa, impostazione politica ed idelogica. Basta seguire anche una sola puntata di "Skytg24 pomeriggio". Non si puo' dire che la giornalista tratti allo stesso modo i Cattolici ed i non Cattolici.
R.
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