25 gennaio 2008

L'allarme del Papa nella giornata mondiale delle comunicazioni sociali (Tosatti per "La Stampa")


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L’ALLARME DI RATZINGER NELLA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Il Papa: media violenti e volgari

MARCO TOSATTI

CITTÀ DEL VATICANO
Allarme mass media per il Papa: «Per favorire gli ascolti, la cosiddetta audience, a volte non esitano a ricorrere alla trasgressione, alla volgarità e alla violenza». Il messaggio per la 42ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2008 da occasione a Benedetto XVI per tracciare un panorama della comunicazione in cui sembrano prevalere le ombre. «I media, nel loro insieme - ricorda il Pontefice - non sono soltanto mezzi per la diffusione delle idee, ma possono e devono essere anche strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale». Questo in teoria; in pratica «non manca, purtroppo il rischio che essi si trasformino invece in sistemi volti a sottomettere l’uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento. È il caso di una comunicazione usata per fini ideologici o per la collocazione di prodotti di consumo mediante una pubblicità ossessiva. Col pretesto di rappresentare la realtà, di fatto si tende a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare o sociale».
Informazione fuori controllo? Dalle parole del Pontefice sembra che sia così. «Oggi, in modo sempre più marcato la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede». In alcune occasioni «i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per "creare" gli eventi stessi». C'è un pericolo globale, avverte Benedetto XVI; e bisogna evitare «che i media diventino il megafono del materialismo economico e del relativismo etico, vere piaghe del nostro tempo». Come in altri campi della scienza, per il Papa non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche eticamente praticabile. «Anche per i media vale quanto ho scritto nell’Enciclica Spe salvi circa l’ambiguità del progresso, che offre inedite possibilità per il bene, ma apre al tempo stesso possibilità abissali di male che prima non esistevano». E allora «l’impatto degli strumenti della comunicazione sulla vita dell’uomo contemporaneo pone pertanto questioni non eludibili, che attendono scelte e risposte non più rinviabili». La difesa dei diritti dell'uomo e della persona passa attraverso l'informazione. Quando «la comunicazione perde gli ancoraggi etici e sfugge al controllo sociale, finisce per non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabile dell’uomo, rischiando di incidere negativamente sulla sua coscienza». Ratzinger rilancia l'idea di una «infoetica così come esiste la bioetica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita».
Dal mondo all'Italia, dove le reazioni al messaggio sono state numerose. Il Presidente della Commissione di vigilanza, Mario Landolfi, ha auspicato che «Rai e Mediaset aprano una riflessione comune», per affrontare «con serietà e lungimiranza il tema della tv di qualità». Oliviero Toscani, autore di numerose pubblicità choc, è invece polemico: «La pubblicità l’ha inventata la Chiesa» afferma, «pubblicità ingannevole, perché nessuno ha mai provato l’esistenza di Dio. Il Papa quindi non parli perché di danni loro ne hanno fatti a bizzeffe». Per Franco Siddi, segretario della Federazione Nazionale della Stampa, «l’etica professionale è l’antidoto ai manipolatori dell’informazione, alla volgarità, alla pubblicità ossessiva». «Il Papa - dice Siddi - fa un discorso che va oltre i credenti». Il problema di «un’informazione eticamente responsabile» è sempre aperto; e purtroppo ci sono settori dei media dove operano «giornalisti testimonial e non invece giornalisti testimoni».

© Copyright La Stampa, 25 gennaio 2008

3 commenti:

brustef1 ha detto...

Incredibile, c'è un articolone di tale Ignazi su L'Espresso di oggi (pag. 19) indignato perché "con la massima tranquillità certe diocesi discutono sulla eventuale costruzione di moschee" ecc. ecc... Questi improvvisati "neo-teol" vorrebbero con tutta evidenza che la Chiesa non discutesse più nemmeno di religione o di religioni, a parte il fatto che ignorano la nozione di Concordato, del quale, volenti o nolenti, bisogna tenere giuridicamente conto. Con la stessa logica deviata, bisognerebbe impedire al governo italiano di discutere di politica estera, allora.

gemma ha detto...

"il Papa quindi non parli"....complimenti a Oliviero Toscani che conferma un certo trend, tipico di questi tempi. Peccato che da qualche parte tutto ciò sia stato già visto e sperimentato. E' quello che accadeva in certi paesi da molti osannati fino a qualche decennio fa: se non la pensi come me devi tacere perchè altrimenti induci gli altri a pensare in maniera diversa da come io voglio che vada la società. Ma quella è storia passata, roba del secolo scorso, già dimenticata. Le crociate e l'inquisizione invece vengono continuamente ricordate come fossero storia recente.
L'avessero letto almeno per intero quel discorso...

brustef1 ha detto...

Toscani è un piccolo profittatore che ha costruito una fortuna su immagini ripugnanti, delle quali gli ingenui si scandalizzano. Scandalizzarsi è aiutarlo a raggiungere il suo scopo, che è VENDERE, VENDERE, VENDERE. Il suo vuoto di pensiero e la sua volgarità mirata e non gratuita vanno totalmente ignorati.