25 gennaio 2008
Il Papa inaugura l'info-etica (Gazzetta del sud)
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La Chiesa e i Media
Il Papa inaugura l'info-etica
Paolo Francia
La Chiesa, in prima linea sul terreno della bio-etica, si lancia pure nella cosiddetta "info-etica". Lo fa con il messaggio di Benedetto XVI per la 42a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, innovativo perché mette in disparte le solite frasi di maniera e apre un'importante riflessione sui "media" e su chi vi opera. Sostiene, il Papa, che «oggi in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di poterla determinare grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede».
È esplicito, Ratzinger: «Su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per "creare" gli eventi stessi». Ha ragione. Quanti, nel mondo delle televisioni, delle radio e dei giornali, non raccontano oggettivamente i fatti ma li deformano, presentandoli per come vorrebbero che fossero? Soprattutto nel nostro Paese, perché altrove obiettività e serietà fanno ancora aggio sull'opinione pubblica e sulle carriere.
Più di qualcuno – scrive il Papa – pensa che sia oggi necessaria una info-etica così come esiste una bio-etica nel campo della medicina e della ricerca legata alla vita. In poche parole, come rilevano il vescovo Claudio Maria Celli e mons. Paul Tighe, presidente e segretario del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, «come nel campo della medicina abbiamo imparato che non dovremmo fare tutto ciò che possiamo fare, così nel campo delle comunicazioni non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente praticabile». I media devono essere strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale e non prestarsi a operare contro l'uomo e a sottometterlo a logiche dettate dagli interessi dominanti. Parole sante e sacrosanto impegno della Chiesa per promuovere quest'etica dell'informazione. Un impegno non facile, che il Vaticano affronta con uomini nuovi, presto strutture nuove, idee nuove. Con l'arrivo di Celli e Tighe al Pontificio consiglio e un nuovo direttore all'Osservatore romano, papa Ratzinger rilancia il sogno di Paolo VI (che aveva dato vita al Consiglio) che si era assopito con Giovanni Paolo II, la cui straordinaria forza mediatica rendeva superflua qualunque specifica iniziativa (ma il predecessore di Celli, l'americano John Foley, era grande amico di Wojtyla). Bella sfida, questa di Benedetto XVI. Per se stesso, per la Chiesa e per tutti coloro che di e sulla comunicazione vivono.
© Copyright Gazzetta del sud, 25 gennaio 2008
E' necessaria la riforma dei media vaticani perche' il messaggio del Papa, fatto di omelie, discorsi, catechesi, non puo' essere consegnato in blocco ai media generalisti che spesso e volentieri (se non sempre) lo storpiano.
R.
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1 commento:
sicuro Paolo Francia che il messaggio di Giovanni Paolo II sia stato sempre interpretato in maniera giusta?
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