25 gennaio 2008

Il Papa inaugura l'info-etica (Gazzetta del sud)


Vedi anche:

Corradino Mineo e Pannella, su raitre, attaccano il Papa, ovviamente senza contraddittorio

Il Papa: "Su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per "creare" gli eventi stessi"

Il Papa invoca una info-etica internazionale (Elisa Pinna per "La Gazzetta del sud")

Rosso "malpela" i giornali: "Cattolici utili? Sale, anche se brucia"

Il Papa ai vescovi sloveni: "L'Europa non può rinnegare l'umanesimo cristiano"

Lettera del Papa ai romani: reagite al degrado delle scuole (Accattoli per il Corriere)

Samuel Kobia (Wcc): "Le questioni etiche più che quelle teologiche mettono in pericolo il dialogo" (Osservatore Romano)

VATICANO: CI SARA' CAMBIAMENTO ASSETTO COMUNICATIVO

Ancora sul caso "Maiani": intervista a "La Stampa" e lettera di Pietro Folena a "Repubblica"

Giuliano Ferrara polemizza duramente con Mons. Plotti per l'intervista dell'arcivescovo a "La Stampa"

Mons. Plotti, arcivescovo di Pisa: "La Chiesa sbaglia a seguire i teocon" (Galeazzi per "La Stampa")

In Sala Stampa, mons. Celli presenta il Messaggio del Papa e risponde a tutto campo sui media cattolici e l'etica dell'informazione

IL BISOGNO DI SPERANZA, SECONDO BAGNASCO (Corradi per "Avvenire")

"La ragione e il coraggio della verità": il cardinale Ruini commenta il discorso (mai pronunciato) del Papa alla Sapienza

Andrea Riccardi: "Dal Papa parole serene per andare oltre..." (Famiglia Cristiana)

Rane dalla bocca larga curiali (rigorosamente anonime) attaccano il cardinale Bagnasco. Mons. Casale critica il cardinale Ruini

Contra factum non valet argumentum...Raffaele Iannuzzi commenta i fatti della Sapienza

Joseph Ratzinger: "Paolo riteneva che un un apostolo non dovesse preoccuparsi di avere l’opinione pubblica dalla sua parte. No, egli voleva scuotere le coscienze!"

IL PAPA E L'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEI LAICISTI UNIVERSITARI: LO SPECIALE DEL BLOG

La Chiesa e i Media

Il Papa inaugura l'info-etica

Paolo Francia

La Chiesa, in prima linea sul terreno della bio-etica, si lancia pure nella cosiddetta "info-etica". Lo fa con il messaggio di Benedetto XVI per la 42a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, innovativo perché mette in disparte le solite frasi di maniera e apre un'importante riflessione sui "media" e su chi vi opera. Sostiene, il Papa, che «oggi in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di poterla determinare grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede».

È esplicito, Ratzinger: «Su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per "creare" gli eventi stessi». Ha ragione. Quanti, nel mondo delle televisioni, delle radio e dei giornali, non raccontano oggettivamente i fatti ma li deformano, presentandoli per come vorrebbero che fossero? Soprattutto nel nostro Paese, perché altrove obiettività e serietà fanno ancora aggio sull'opinione pubblica e sulle carriere.

Più di qualcuno – scrive il Papa – pensa che sia oggi necessaria una info-etica così come esiste una bio-etica nel campo della medicina e della ricerca legata alla vita. In poche parole, come rilevano il vescovo Claudio Maria Celli e mons. Paul Tighe, presidente e segretario del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, «come nel campo della medicina abbiamo imparato che non dovremmo fare tutto ciò che possiamo fare, così nel campo delle comunicazioni non tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente praticabile». I media devono essere strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale e non prestarsi a operare contro l'uomo e a sottometterlo a logiche dettate dagli interessi dominanti. Parole sante e sacrosanto impegno della Chiesa per promuovere quest'etica dell'informazione. Un impegno non facile, che il Vaticano affronta con uomini nuovi, presto strutture nuove, idee nuove. Con l'arrivo di Celli e Tighe al Pontificio consiglio e un nuovo direttore all'Osservatore romano, papa Ratzinger rilancia il sogno di Paolo VI (che aveva dato vita al Consiglio) che si era assopito con Giovanni Paolo II, la cui straordinaria forza mediatica rendeva superflua qualunque specifica iniziativa (ma il predecessore di Celli, l'americano John Foley, era grande amico di Wojtyla). Bella sfida, questa di Benedetto XVI. Per se stesso, per la Chiesa e per tutti coloro che di e sulla comunicazione vivono.

© Copyright Gazzetta del sud, 25 gennaio 2008

E' necessaria la riforma dei media vaticani perche' il messaggio del Papa, fatto di omelie, discorsi, catechesi, non puo' essere consegnato in blocco ai media generalisti che spesso e volentieri (se non sempre) lo storpiano.
R.

1 commento:

gemma ha detto...

sicuro Paolo Francia che il messaggio di Giovanni Paolo II sia stato sempre interpretato in maniera giusta?