25 gennaio 2008

Messaggio del Papa sui media: il commento di Rodolfo Lorenzoni per "Il Tempo"


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Mons. Plotti, arcivescovo di Pisa: "La Chiesa sbaglia a seguire i teocon" (Galeazzi per "La Stampa")

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IL PAPA E L'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEI LAICISTI UNIVERSITARI: LO SPECIALE DEL BLOG

Il messaggio del Pontefice nel giorno di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

«Troppa violenza e volgarità nei media»

Rodolfo Lorenzoni

Una critica serrata al sistema dei media e a come essi vengano talvolta usati per «manipolare le coscienze» oppure siano «asserviti a un protagonismo indiscriminato». Benedetto XVI ha scelto di richiamarsi alla prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (che si celebrerà il 4 maggio) per denunciare una deriva molto pericolosa: gli strumenti di comunicazione oggi non hanno più l'obiettivo di informare con correttezza, ma sono essi stessi «creatori di eventi».
E soprattutto, tema che sta particolarmente a cuore al Papa, essi rischiano di divenire «il megafono del materialismo economico e del relativismo etico, vere piaghe del nostro tempo».
I contenuti del tradizionale messaggio papale del 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, non lasciano adito a dubbi: Benedetto XVI esprime una forte preoccupazione per la «pubblicità ossessiva», l'imposizione di modelli e valori di vita «distorti» e la «trasgressione, la volgarità e la violenza» usate per catturare il pubblico; e invoca quindi la creazione di un preciso codice etico mediante cui ancorare i mezzi di comunicazione ai principi morali e al controllo sociale. Affinché gli strumenti usati per comunicare si pongano al servizio di un mondo più giusto e solidale, come pure chiedono con insistenza molti Pastori della Chiesa.
Il giudizio negativo espresso dal Papa sull'attuale situazione del sistema dei media si ricollega fondamentalmente alla visione generale che Benedetto XVI ha più volte manifestato riguardo il destino del genere umano.
«L'umanità si trova di fronte a un bivio - afferma infatti Ratzinger nel messaggio di ieri - e anche per i media vale quanto ho scritto nell'enciclica "Spe salvi" circa l'ambiguità del progresso, il quale offre inedite possibilità di bene ma apre al tempo stesso possibilità abissali di male che prima non esistevano». Insomma, anche gli strumenti di comunicazione con la loro immensa forza pervasiva possono contribuire alla distruzione generale, se invece di restare «al servizio della persona e del bene comune e favorire la formazione etica dell'uomo, nella crescita dell'uomo interiore», preferiranno usare perversamente «la forza di suggestione che possiedono». Trasformandosi così in sistemi volti a sottomettere l'uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento. E proprio il rischio del conformismo, dell'accettazione passiva da parte dei più giovani dei modelli imposti da certa televisione e da certa stampa è ciò che maggiormente sembra inquietare il Papa. Così come l'infausta possibilità che «vengano proposti e sostenuti modelli di sviluppo che aumentano anziché ridurre il divario tecnologico esistente tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri».
Ma il bilancio tracciato dal Papa non è tutto a tinte fosche, comprende anche elementi positivi. «Senza l'apporto dei media - sottolinea infatti Benedetto XVI - sarebbe veramente difficile favorire e migliorare la comprensione tra le nazioni e dare respiro universale ai dialoghi di pace». Occorre perciò approfittare dei nuovi strumenti, tra i quali vi sono la telefonia e internet, «per rendere meglio visibili, come ebbe anche a dire Giovanni Paolo II, i lineamenti essenziali e irrinunciabili della verità sulla persona umana». Che i mezzi di informazione veicolino verità, ammonisce dunque Papa Benedetto, e allo stesso tempo rinuncino ad essere portatori di modelli distorti di vita personale, familiare e sociale.

© Copyright Il Tempo, 25 gennaio 2008

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