2 marzo 2008

Una nuova immagine del femminismo e delle femministe (Lucetta Scaraffia per l'Osservatore Romano)


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Una nuova immagine del femminismo e delle femministe

Pubblichiamo la prefazione del volume di Cristiana Dobner Eco creante. Teresa di Lisieux in sintonia con il suo tempo (Milano, Marietti, 2008, pagine 231, euro 22)

di Lucetta Scaraffia

Ho scoperto Cristiana Dobner - e qui il verbo scoprire è particolarmente indicato perché Cristiana è una monaca carmelitana di clausura - attraverso Etty Hillesum. Cristiana infatti - che per anni ha studiato questa scrittrice, sicuramente una delle più intriganti del Novecento - ha tradotto dei frammenti di diario che erano stati esclusi dall'edizione "ufficiale", i cui testi erano stati selezionati da un amico della Hillesum. L'inserimento di questi frammenti perduti non costituisce soltanto un'opera di integrazione filologica, ma ci permette di conoscere più ampiamente e profondamente la sete religiosa e mistica dell'ebrea olandese. Chiarendo un punto finora controverso, e cioè la sua conversione al cristianesimo.
Da questo incontro, che mi aveva fatto capire lo spessore intellettuale, e soprattutto spirituale, di questa religiosa carmelitana, è nata una amicizia epistolare che mi ha fatto incontrare non solo una persona speciale, ma una intellettuale importante, come mostrano con tutta evidenza gli scritti qui raccolti.
Si tratta di scritti che, anche se apparentemente eterogenei fra di loro, sono unificati da due aspetti: lo stile di scrittura e l'attenzione alla "vita interiore".
La scrittura, ma ancora prima la riflessione di Cristiana Dobner, possono essere definite musicali: la consuetudine con molti testi spirituali - come le opere di Teresa di Lisieux - creano nel suo animo una risonanza immediata con le letture di svariato genere che la carmelitana ha accumulato negli anni, dando vita ad accostamenti nuovi e imprevedibili, che ci aprono nuove possibilità di comprensione di santi e poeti. Sono risonanze profonde, che rivelano una salda cultura unita a una viva intuizione affinata da anni di vita spirituale. Questi suoi scritti costituiscono quindi un aiuto straordinario al lettore meno avanzato di lei in questi campi per capire di più, per progredire in un cammino di crescita spirituale e di comprensione del nostro tempo.
Dall'altra parte, la sua attenzione verso figure di donne in qualche modo eterodosse - come la stessa Hillesum, ma anche come la poetessa Antonia Pozzi - si spiega come attenzione verso la costruzione di una vita interiore che, comunque, anche nei non credenti, porta a Dio, come Cristiana scopre. Le parole con cui Antonia Pozzi descrive la sua vita interiore - "pensavo alle cose compiute, all'amore, al dolore vissuto, a tutti i lontani: e niente era concreto come quello che io, col mio cuore, avevo creato; niente era vero ed eterno come la vita della mia anima" - preludono al suo incontro con "la comprensione di Dio dentro la vita". Cristiana Dobner sa che se una persona entra in se stessa, lì c'è la possibilità che arrivi la grazia, e che questa persona incontri Dio.
Il suo modo di avvicinarsi a Teresa di Lisieux, una figura sulla quale tanto è stato scritto, risulta così totalmente nuovo: ci fa vedere la sintonizzazione della giovanissima santa - e quindi di ogni santo - con il suo tempo attraverso le risonanze che Cristiana scopre con i più famosi intellettuali contemporanei di Teresa. E con lei condivide il grande dramma della modernità: l'assenza di Dio. E Cristiana coglie come proprio nella notte della fede, che ha travagliato la giovane mistica francese per anni, si palesi il legame di Teresa con il mondo moderno, e la sua funzione "riparativa": condividendo la sofferenza degli atei, prendendo su di sé il freddo e la solitudine di chi non sente Dio, la piccola suora francese partecipa alla redenzione del mondo moderno.
La santità di Teresa sta proprio nel suo credere, anche in questa solitudine, anche in questa assenza dell'esperienza di Dio, e qui - ha colto con lucidità Cristiana Dobner - sta la sua assoluta contemporaneità. Se sempre abbiamo saputo che le sante e i santi hanno un rapporto con il loro tempo, questo ci era apparso finora più nell'attualità delle opere (come quelle dei grandi santi sociali dell'Ottocento) o del ruolo storico e politico (fra tutte, l'azione riformatrice di Francesco). Con Cristiana Dobner facciamo un passo in più: scopriamo nella vita interiore di queste figure la risonanza culturale e spirituale con la vita interiore degli intellettuali e dei poeti del loro tempo.
Teresa non aveva sicuramente mai letto Nietzsche, ma vive in se stessa la disperazione lucida del grande pensatore, così come - pur non essendo certo una femminista - vive la ricerca spirituale delle donne sue contemporanee, ricerca che la accompagna e la illumina, anche se è non sempre vissuta all'interno della tradizione cristiana. La scrittrice carmelitana situa infatti la figura di Teresa all'interno di un coro di donne che, avendo per la prima volta nella storia accesso collettivamente alla cultura e alla vita pubblica, vi porta una sete spirituale nuova, che anima e illumina la cultura europea fra Otto e Novecento.
Cristiana Dobner legge così la profondità spirituale di donne apparentemente lontane da ogni forma di religione - come Maria Montessori e Anna Kuliscioff, o scrittrici come Gertrude Stein - e ricostruisce, con fatica paziente, le tracce della loro ricerca di Dio, sia pure non confessata forse neppure a se stesse. Ci viene incontro così una nuova immagine del femminismo e delle femministe, soprattutto di quella prima fase in cui ancora le donne, entrando nel mondo degli uomini, pensavano di avere strumenti nuovi per cambiarlo, e non di assimilarsi al loro modello.
È una stagione felice del femminismo, che riacquista attraverso questa analisi così nuova il suo significato di fenomeno epocale e non solo di avanguardia politica progressista. E in un fenomeno simile può far parte, a pieno titolo, anche una santa come Teresa.
Questi saggi di Cristiana Dobner sono belli per la loro profondità spirituale originale anche grazie a un linguaggio che non somiglia per nulla a quella spiritualità di sapore un po' dolciastro purtroppo diffuso nel mondo cattolico, un sapore che tiene lontani i lettori laici. Ma sono importanti anche e soprattutto dal punto di vista intellettuale, perché propongono una lettura nuova dei due aspetti cruciali del nostro tempo: l'ateismo e la rivoluzione delle donne. Una prova ancora, se ce ne fosse bisogno, che la luce dello Spirito aiuta a comprendere il periodo storico che stiamo vivendo.

(©L'Osservatore Romano - 2 marzo 2008)

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