2 marzo 2008
«Occidente, dalle università rinasca la civiltà dell’amore». Il Papa incontra gli universitari...
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FEDE E SOCIETÀ
«Occidente, dalle università rinasca la civiltà dell’amore»
In diecimila hanno affollato l’Aula Paolo VI, dove si è svolto l’intenso momento di preghiera cui hanno partecipato anche i ragazzi di altre dieci città, collegati via satellite Al termine del Rosario consegnata a tutti l’enciclica «Spe salvi»
DA ROMA
SALVATORE MAZZA
Oggi «si impone» un’«onesta e sincera riflessione, un esame di coscienza», per «discernere tra ciò che costruisce la 'civiltà dell’amore', e ciò che invece ad essa si oppone».
E ciò è tanto più urgente per «la «cosiddetta civiltà occidentale», la quale «ha in parte tradito la sua ispirazione evangelica», così che, oggi, «le grandi città europee e americane sono sempre più cosmopolite, ma spesso manca in esse questa linfa, capace di far sì che le differenze non siano motivo di divisione o di conflitto, bensì di arricchimento reciproco».
Di qui «la consegna che oggi vi affido: siate discepoli e testimoni del Vangelo, perché il Vangelo è il buon seme del Regno di Dio, cioè della civiltà dell’amore! Siate costruttori di pace e di unità!». In un’aula Paolo VI gremita da quasi diecimila studenti degli atenei romani, e altri 40 mila circa collegati via satellite da cinque città europee e cinque americane, Benedetto XVI s’è così rivolto ai giovani nel discorso che, al termine della recita del Rosario del primo sabato del mese, ha chiuso la veglia organizzata in occasione della VI Giornata Europea degli Universitari, culminata con la consegna ai giovani dell’enciclica Spe Salvi.
«Europa e Americhe insieme per costruire la civiltà dell’amore», questo il tema della veglia iniziata attorno alle 17, durante la quale i ragazzi e le ragazze hanno cantato e pregato mettendo in evidenza due obiettivi in particolare: la necessità di una sempre più stretta ed efficace cooperazione universitaria, e la prossima Giornata mondiale della gioventù in programma a Sydney, in Australia, nel mese di luglio.
Quindi, verso le 18, Papa Ratzinger ha fatto il suo ingresso nell’Aula delle Udienze, accolto dalle grida e dagli applausi dei presenti – dal «vivo» e, via satellite, da Toledo (Spagna), Aparecida (Brasile), Loja (Ecuador), Napoli, L’Avana (Cuba), Città del Messico, Avignone (Francia), Washington (Stati Uniti), Bucarest (Romania) e Minsk (Bielorussia). Il primo saluto al Papa è stato quello degli studenti di Minsk, con l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz che ha introdotto i sette doni dello Spirito Santo. Quindi, al canto del Veni Creator, è seguita l’accensione delle lampade della sapienza (a Minsk), dell’intelletto (Aparecida), del consiglio (Città del Messico), della fortezza (Loja), della scienza (Napoli), della pietà ( Toledo), e, in tutte le sedi, della lampada del dono del timore di Dio. Dopo che da Bucarest erano state intonate le litanie lauretane, è iniziata la recita del Rosario, scandito nelle diverse lingue e guidato a turno dalle città collegate.
Nel suo discorso conclusivo (che riportiamo integralmente), Benedetto XVI ha esortato, come detto, a farsi testimoni del Vangelo: «Giovani europei e americani – ha detto il Pontefice – Iddio vi chiama a cooperare, insieme con i vostri coetanei del mondo intero, perché la linfa del Vangelo rinnovi la civiltà di questi due continenti e di tutta l’umanità». Al termine del discorso Papa Ratzinger, insieme al cardinale Camillo Ruini, vicario di Roma, ha consegnato ad alcuni ragazzi un cd con il testo dell’enciclica Spe salvi in cinque lingue, mentre i volontari del Servizio per la pastorale universitaria della diocesi distribuivano lo stesso cd a tutti i presenti, e contemporaneamente lo ricevevano anche gli universitari delle città collegate. L’incontro s’è concluso con i saluti nelle diverse lingue, con la voce di Benedetto XVI spesso sovrastata dalle grida di entusiasmo dei presenti.
Rivolgendosi agli studenti italiani, il Papa ha incoraggiato il nostro Paese a ritrovare «il gusto dell’impegno condiviso» in favore di «una società più giusta e solidale». Lo ha detto parlando ai giovani e alle giovani riuniti nel Duomo di Napoli con il cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe, esortandoli a essere «di esempio anche in questo, nutrendovi di preghiera e lasciandovi guidare dalla luce e dalla forza del Vangelo».
© Copyright Avvenire, 2 marzo 2008
E Napoli porta oltre mille studenti in cattedrale
Unica città italiana chiamata a vivere la «diretta» col meeting vaticano, ha visto una folla di ragazzi stringersi intorno a Sepe
DA NAPOLI
VALERIA CHIANESE
Fazzoletti azzurri, il colore di Napoli, e fazzoletti bianchi e gialli, i colori del Vaticano, sventolavano ieri in Cattedrale come per mostrare visivamente il sentimento di comunione e di vicinanza con il Papa e con altri studenti. La Napoli giovane, la Napoli delle Università, riunita dall’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, dalla Fuci, da Comunione e liberazione e dalla Comunità di Sant’Egidio, era ben rappresentata ieri nella celebrazione della Giornata europea degli universitari.
Napoli è stata infatti l’unica città italiana in collegamento via satellite con Benedetto XVI per questa VI Giornata sul tema «Europa e Americhe insieme per costruire la civiltà dell’amore». Un incontro istituito da Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000 e al quale Napoli non poteva mancare. Oltre mille giovani universitari napoletani hanno pregato insieme al cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe e insieme al Papa e agli studenti universitari di altre città europee e americane.
«È un’emozione forte – commenta Juan, studente spagnolo alla Federico II –. È come ritrovarsi in una grande e unica famiglia con tante cose in comune». E anche Andrea, studente di scienze della comunicazione al Suor Orsola Benincasa, si lascia andare all’entusiasmo: «Un momento importante vedere tanti giovani in contatto, uniti nella preghiera per l’umanità. Penso che sia meraviglioso. Una volta non sarebbe stato possibile invece la tecnologia ci permette di sentirci vicini, di scambiare opinioni, di essere veramente in collegamento. A Napoli poi è significativo: è una bella testimonianza per l’Università e per la Chiesa».
Al termine della preghiera e del collegamento con Benedetto XVI il cardinale Sepe si è rivolto agli studenti: «È stata scelta Napoli come unica città in Italia, collegata con altre capitali di tutto il mondo. Questo è uno di quei segni positivi che possiamo dare anche attraverso la nostra identità cristiana, qui a Napoli, per un messaggio al mondo che mostri la capacità e la volontà di unirsi con il mondo intero. Abbiamo voluto mostrare la nostra identità collegandoci con il mondo universitario di tutti i continenti, vogliamo contribuire come capitale universitaria quale è Napoli a determinare quei valori tipici non solo dei giovani universitari, ma della società intera e di Napoli in particolare».
© Copyright Avvenire, 2 marzo 2008
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