1 marzo 2008

Il Papa esorta l’America: siate leader di solidarietà. A New York e Washington è caccia ai biglietti per assistere alle Messe del Papa


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CERIMONIA IN VATICANO

A meno di due mesi dal viaggio negli Usa il Santo Padre ha incontrato ieri la diplomatica: il progresso della famiglia umana non è minacciato solo dal terrorismo

Il Papa esorta l’America: siate leader di solidarietà

Ricevuta la nuova ambasciatrice statunitense Mary Ann Glendon: apprezzo i vostri sforzi per garantire la protezione e la difesa della vita

DA ROMA MIMMO MUOLO

Al Paese leader dell’economia e della politica mondiale Benedetto XVI chiede di esercitare questa sua leadership anche nel senso della solidarietà. Lotta alla povertà e alle pandemie, contenimento delle spese militari, specie quelle per le armi nucleari, contributo determinante alla pace, in primo luogo nello scenario mediorientale. Senza dimenticare che è nel Dna degli Stati Uniti la difesa della vita e della famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna, la convinzione che riferirsi alla religione anche nelle questioni politiche sia un valore piuttosto che un ostacolo e che una vera democrazia non possa non essere fondata sul rispetto dei diritti umani e su criteri di equità, al di là delle differenze razziali. Sono questi i principali contenuti del discorso che il Papa ha rivolto ieri mattina al nuovo ambasciatore Usa presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon, che ha presentato le sue credenziali. In realtà la Glendon, uno degli esponenti più noti del cattolicesimo statunitense, in Vaticano è di casa da molti anni. La scelta dell’Amministrazione Bush di affidarle la rappresentanza diplomatica a stelle e strisce presso la Sede Apostolica, a meno di due mesi dal viaggio che Papa Ratzinger farà negli Usa ad aprile, suona dunque come il tentativo di sottolineare la consonanza sui valori etici che il presidente americano ha sempre sostenuto. Valori che, naturalmente sono ben presenti anche nel discorso di Benedetto XVI, il quale li collega però alla difesa della pace, alla lotta contro la povertà e al disarmo. «Il progresso della famiglia umana – ha detto il Pontefice – è minacciato non solo dalla piaga del terrorismo internazionale, ma anche da minacce alla pace dovute all’accelerazione della corsa agli armamenti e alle continue tensioni in Medio Oriente. Colgo questa occasione per esprimere la mia speranza che negoziati pazienti e trasparenti portino alla riduzione e all’eliminazione delle armi nucleari e che la recente Conferenza di Annapolis sia il primo di una serie di passi verso una pace duratura nella regione».
Benedetto XVI ha invitato perciò a valorizzare il lavoro svolto dagli organismi internazionali come l’Onu.
E ricordando il 60esimo anniversario della “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, ha sottolineato come «un giusto ordine mondiale non può che essere basato sul riconoscimento e sulla difesa della dignità e dei diritti inviolabili di ogni uomo e donna».
Perciò si è detto fiducioso nel fatto che gli Usa «continueranno a trovare nei principi della legge morale comune, sanciti nei documenti istitutivi, una guida sicura per esercitare la propria leadership in seno alla comunità internazionale». Un primato, ha poi spiegato, che va esteso anche alla solidarietà. «La costruzione di un futuro più sicuro per la famiglia umana vuol dire anche lavorare per lo sviluppo integrale dei popoli, in particolare attraverso la fornitura di adeguata assistenza sanitaria, l’eliminazione delle pandemie come l’Aids, più ampie opportunità di formazione per i giovani, la promozione delle donne e il contenimento della corruzione e della militarizzazione, che distoglie risorse preziose da molti dei nostri fratelli e sorelle nei Paesi più poveri». Infine il riferimento ai temi etici. Benedetto XVI ha ricordato lo «storico apprezzamento del popolo americano per il ruolo della religione nella formazione dei pubblici dibattiti» e ha sottolineato «gli sforzi di tanti vostri concittadini e capi di governo volti a garantire la protezione giuridica per il dono divino della vita, dal concepimento alla morte naturale, e per la salvaguardia dell’istituzione del matrimonio, riconosciuto come stabile unione tra un uomo e una donna, oltre che della famiglia». L’ambasciatrice statunitense presso la Santa Sede Mary Ann Glendon è stata ricevuta ieri da Benedetto XVI Il Pontefice ha esortato l’America a dare il contributo determinante per la pace in Medio Oriente.

© Copyright Avvenire, 1° marzo 2008


La visita New York-Washington, caccia al biglietto per assistere alla Messa di Benedetto XVI

DA NEW YORK

LORETTA BRICCHI LEE

A New York e Washington è caccia ai biglietti più “caldi” dell’anno. A disposizione sono solo poco più di centomila posti, il massimo che i due stadi di baseball – il Nationals Park della capitale e lo Yankee Stadium della grande mela – possono offrire, ma la domanda è più che doppia e ogni giorno in continua crescita.
A gremire gli spalti durante i due eventi che si terranno i prossimi 17 e 20 aprile non saranno però i tifosi sportivi quanto piuttosto i fedeli americani che parteciperanno alle messe del Pontefice durante la sua prima visita negli Stati Uniti. In molti si stanno rivolgendo ai siti on line, in tanti tentano di contattare direttamente gli organizzatori locali della visita papale. Molti sforzi, però, potrebbero risultare vani. Per cercare di mantenere una distribuzione equa tra i fedeli, le arcidiocesi di New York e di Washington hanno deciso di suddividere i biglietti tra le varie diocesi – riservando anche un certo numero di posti per cittadini provenienti da altri Stati americani – lasciando poi alle varie parrocchie il compito di accontentare le richieste. Molte si stanno affidando alla sorte utilizzando “estrazioni” anonime, altre selezionano invece le richieste in base a una serie di criteri stabiliti.
Priorità è infatti data «a chi dedica la propria vita a Dio», ha confermato l’arcidiocesi di Washington, ma anche a studenti di scuole cattoliche e ai seminaristi. Di certo, però, è che chiunque otterrà uno dei posti allo stadio non potrà “rivenderlo”. Non solo i biglietti sono gratuiti ma anche nominativi e – per motivi di sicurezza – dopo aver fornito dati anagrafici agli organizzatori, i partecipanti dovranno presentare documenti d’identità all’ingresso.

© Copyright Avvenire, 1° marzo 2008

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