14 gennaio 2008

Frova (La Sapienza): "Il Papa è ostile alla scienza, non lo vogliamo...avremmo accolto a braccia aperte Roncalli e Wojtyla" (leggere per credere...)


Vedi anche:

Oscurantismo laicista: alla Sapienza di Roma si ha paura del pensiero del prof. Ratzinger (Stefano Zecchi per "Il Giornale")

I prof censurano il Papa senza mai averlo letto (grazie Tornielli!!! I soloni leggano almeno "Il Giornale"!)

Card. Grocholewski sulle polemiche degli illuminati sapienti: "Un ostracismo incredibile. Ratzinger rivalutò Galileo" (Repubblica)

IL TESTO AUTENTICO DEL DISCORSO DEL CARDINALE RATZINGER SU GALILEO GALILEI (Parma, 15 marzo 1990)

Messa nella Cappella Sistina: i commenti di Agi e Adnkronos. Molto belli i servizi di Marina Ricci, Aldo Maria Valli e Lucio Brunelli

Ruini verso l'addio. A Roma in arrivo un canonista (Rodari)

Ma chi scrive i discorsi del Papa? (Tosatti per "La Stampa")

Frère Alois (Taizé): "Cerchiamo un nuovo soffio che ci animi e ci spinga gli uni verso gli altri" (Osservatore Romano)

Riccardi: contro Ratzinger una parodia scontata ed avvilente del '68 (Corriere della sera)

Il sarto del Papa: Ratzinger? E' di una dolcezza rara...

ALESSIO II: PAPA MEDIATORE TRA PLURISECOLARISMO E ESIGENZE ODIERNE (apprezzamento per il Summorum Pontificum e dialogo ecumenico)

Facendosi battezzare da Giovanni insieme con i peccatori, Gesù ha iniziato a prendere su di sé il peso della colpa dell’intera umanità...

Rubbettino Editore: presentazione del volume "Dialoghi con un Persiano" di Manuele II Paleologo

Portando i figli al fonte battesimale i genitori i genitori diventano collaboratori di Dio nel trasmettere ai loro figli la vita anche spirituale

Come italiana (scritto minuscolo) mi scuso con Papa Benedetto per i "dotti sapienti" e per la rai...

Attenzione, preparano l'agguato al Papa (Farina per "Libero", l'unico che abbia riportato la verità sul discorso del Papa su Galileo)

Il Papa alla Sapienza, Mastella: la stupidità non ha limiti. Boselli: è giusto fischiarlo

Leggete che cosa e' capace di dire un professore di fisica:

«È ostile alla scienza, non lo vogliamo»

di Francesca Angeli

«L’ingerenza del Vaticano e della Chiesa sta diventando insopportabile».

Il professor Andrea Frova, docente di Fisica, è uno dei tanti scienziati dell’Università La Sapienza che hanno firmato la lettera indirizzata al Magnifico Rettore, Renato Guarini, per chiedere di non affidare il discorso di inaugurazione dell’anno accademico a Benedetto XVI. Prima di spiegare le ragioni di un simile diniego Frova però vuole chiarire un equivoco di fondo. «Quella indirizzata personalmente al Rettore doveva restare una corrispondenza interna all’Università. Era stata inviata addirittura un mese e mezzo fa, quando si era in tempo a fermare tutto senza fare troppo chiasso. Noi invitavamo Guarini a meditare sulla scelta di affidare la Lectio magistralis al Pontefice, visto che inizialmente il programma era questo. Soltanto in un secondo momento è stato deciso che quello di Benedetto XVI sarebbe stato il discorso conclusivo. Noi ci dicevamo umiliati ed offesi dal fatto che un Papa ostile alla scienza fosse invitato a tenere la Lectio magistralis. Il Rettore comunque non ci rispose e per noi la questione era chiusa così. Purtroppo, non so come, la lettera è finita in mano a Repubblica che ha combinato un pasticcio presentandola come destinata alla stampa. Voglio essere molto chiaro su un punto: non era nostra intenzione scatenare proteste, azioni ostili o violenze di qualsiasi genere».

Perché non gradite la presenza di Benedetto XVI?

«Non si tratta di una semplice presenza. Il Papa terrà un discorso. Anzi inizialmente era previsto addirittura che tenesse il discorso ufficiale di apertura. Come si può pensare di affidare l’inaugurazione del nostro anno accademico ad un capo di Stato estero che è anche capo della Chiesa cattolica? È ovvio che va affidato ad un interno. È stato poi trovato l’escamotage del discorso conclusivo. Ma comunque non va bene lo stesso perché non ci sarà possibilità di replica. La nostra università ospita islamici, ebrei ed altre confessioni. Si rischia di urtare la suscettibilità dei non credenti».

È un problema ospitare il Papa o Ratzinger?

«Questo Papa ha da sempre un atteggiamento chiuso, direi ostile verso la scienza. Per quanto mi riguarda ho trovato inaccettabile la sua posizione nei confronti del processo a Galileo e della sua successiva riabilitazione. Posizione reazionaria ed anche sgradevole visto che, citando tra l’altro l’affermazione di Feyerabend, Ratzinger la definisce un’operazione politicamente conveniente. Oltretutto in aperto contrasto con il suo predecessore, Giovanni Paolo II, il cui sforzo di riabilitare fino in fondo Galileo venne frenato tra l’altro da Ratzinger. Alla fine le scuse della Chiesa vennero edulcorate. Tanto che il padre gesuita americano George V. Coyne si dimise per manifestare il disaccordo. Anche nella sua ultima enciclica Ratzinger contrappone scienza e fede: la sua argomentazione è che se la scienza arriva a conclusioni che in qualche modo si oppongono alla fede la scienza deve ritrattare. Insomma dopo l’apertura importante di Wojtyla siamo tornati indietro di 4 secoli. Per noi fisici Galileo è un simbolo e sono pronto a battermi in sua difesa».

Ma il vostro non è un tribunale dell’Inquisizione al contrario?

«Non è una forma di chiusura. Se il Papa venisse per dialogare non avremmo nulla in contrario ma in questo caso non c’è contraddittorio. Certo, Giovanni XXIII lo avremmo accolto a braccia aperte e pure Wojtyla sarebbe stato il benvenuto ma sempre come presenza, non per tenere una Lectio magistralis».

© Copyright Il Giornale, 14 gennaio 2008 consultabile online anche qui

Leggiamo:

"Non si tratta di una semplice presenza. Il Papa terrà un discorso"

Quindi il Papa non puo' parlare? Wao...che democrazia!

"La nostra università ospita islamici, ebrei ed altre confessioni. Si rischia di urtare la suscettibilità dei non credenti"

E per non urtare le altre religioni si mette il bavaglio al Papa...bella scusa!

"Per quanto mi riguarda ho trovato inaccettabile la sua posizione nei confronti del processo a Galileo e della sua successiva riabilitazione. Posizione reazionaria ed anche sgradevole visto che, citando tra l’altro l’affermazione di Feyerabend, Ratzinger la definisce un’operazione politicamente conveniente"

Errore gravissimo e citazione sbagliata...

"Oltretutto in aperto contrasto con il suo predecessore, Giovanni Paolo II, il cui sforzo di riabilitare fino in fondo Galileo venne frenato tra l’altro da Ratzinger".

Fu il cardinale Ratzinger a rendere disponibili a TUTTI gli atti del processo contro Galileo...

"Voglio essere molto chiaro su un punto: non era nostra intenzione scatenare proteste, azioni ostili o violenze di qualsiasi genere"

Enno', caro professore! Sara' la magistratura, se venisse presentata una denuncia o se dovesse agire d'ufficio (come auspicabile), a stabilire se sussiste il reato di istigazione a delinquere.
Credo sia consigliabile che i docenti firmatari riparino il danno parlando ai loro studenti.

Art. 403 codice penale:

Offese alla religione dello Stato mediante vilipendio di persone

1. Chiunque pubblicamente offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di chi la professa, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000.
2. Si applica la multa da euro 2.000 a euro 6.000 a chi offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di un ministro del culto.

(Articolo così sostituito dall'art. 7, legge 24 febbraio 2006, n. 85)

Art. 414 codice penale:

Istigazione a delinquere

1. Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o piu' reati e' punito, per il solo fatto dell'istigazione:
1) con la reclusione da uno a cinque anni, se trattasi di istigazione a commettere delitti.
2) con la reclusione fino a un anno, ovvero con la multa fino a euro 206, se trattasi di istigazione a commettere contravvenzioni. (La multa risulta così aumentata, da ultimo, ai sensi dell'art. 113, L. 24 novembre 1981, n. 689)

2. Se si tratta di istigazione a commettere uno o piu' delitti e una o piu' contravvenzioni, si applica la pena stabilita nel n. 1.

3. Alla pena stabilita nel n. 1 soggiace anche chi pubblicamente fa l'apologia di uno o piu' delitti.

4. Fuori dei casi di cui all'articolo 302, se l'istigazione o l'apologia di cui ai commi precedenti riguarda delitti di terrorismo o crimini contro l'umanità la pena è aumentata della metà. (Comma aggiunto dall'art. 15, decreto legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, con legge 31 luglio 2005, n. 155)

Mi pare chiaro...
Attenzione (mi riferisco alle eventuali violenze vere e proprie, non all'istigazione) anche al fatto che per taluni reati la posizione del Pontefice e' equiparata a quella del Presidente della Repubblica per cui le pene sono molto ma molto gravi...
R.

14 commenti:

Luisa ha detto...

Penso che abbiamo già detto tutto o quasi su questa "lamentable" faccenda,che veramente discredita l`università, solo due aggiunte,per quel che mi riguarda:

Chi separa scienza e fede sono i scientisti come questo sommo professore e i suoi amici, mai il Papa ha opposto scienza e fede, ha chiaramente definito,diciamo, gli spazi devoluti all`una e all`altra, per questi scientisti, non credenti, atei , la scienza è la LORO FEDE, fede assoluta trasformata in dogma, la loro fede li trasforma in fondamentalisti intolleranti, arroganti,che non sopportano nessun contradditorio,nessuna eventuale critica, nessun confronto.

Sembra non si voglia urtare la sensibilità dei non credenti....e la sensibilità dei cattolici ?
La sensibilità dei cattolici non è da rispettare, la si può impunemente offendere, calpestare?

Che triste spettacolo stanno dando questi uomini che dovrebbero avere uno spirito aperto !
E non parlo del cuore....

brustef1 ha detto...

Eccezionale, "sapiente" presa di posizione! Alcune considerazioni: 1) E' perfettamente comprensibile che un grande Papa, intellettuale "scomodo", venga contestato alla Sapienza (oramai un vero ossimoro), dove il livello culturale di docenti e, conseguentemente, discenti è scaduto in basso che più in basso non si può (e lo stesso dicasi per buona parte degli atenei italiani, pensiamo soltanto all'ultimo concorso per la magistratura, dove "fior" di laureati sbagliavano grammatica e ortografia, con perle come "la Corte dell'Ajax"); 2) E' sbagliato, fazioso e persino ridicolo giudicare avvenimenti del passato con metri di giudizio moderni: un tempo il Pontefice era anche un sovrano temporale, e, politicamente parlando, si doveva comportare né più né meno come gli altri principi (questo è perfin banale ricordarlo, è nell'ABC della storiografia); 3)Ma perché questi benedetti atei (è la giornata degli ossimori) non vivono serenamente il proprio ateismo, senza sprecare energie per scrivere tomi di insulti contro chi crede e senza sgolarsi appena possono contro la "piovra clericale", un nemico inesistente tanto quanto quello di Buzzati ne "Il deserto dei tartari"? La risposta è implicita: forse, hanno bisogno di un nemico, perché NON vivono serenamente dato che, con tutta evidenza, l'ateismo NON risponde alle domande fondamentali dell'uomo.

Anonimo ha detto...

che significa che la posizione del papa è equiparata a quella di napolitano?

brustef1 ha detto...

Aggiungo un'altra perla: lo scatenato Odifreddi (nomen omen) durante un dibattito con la Binetti ha affermato di NON avere l'anima, e di esserne fiero. FIERO? Contento lui...

Anonimo ha detto...

"La risposta è implicita: forse, hanno bisogno di un nemico, perché NON vivono serenamente dato che, con tutta evidenza, l'ateismo NON risponde alle domande fondamentali dell'uomo".

Grande Brustef :-)

Per Anonimo, ti faccio un esempio che nulla c'entra con questa ridicola storia, ma aiuta a comprendere.
Il diritto penale italiano prevede la condanna all'ergastolo solo per l'omicidio volontario.
Ebbene, Ali Agca fu condannato all'ergastolo per tentato omicidio (grazie a Dio!) del Pontefice e non per omicidio.
Questo perche' la pena per il tentato omicidio del Papa (e del Presidente della Repubblica) e' l'ergastolo. Si tratta quindi di una norma "eccezionale".

brustef1 ha detto...

Arrossisco per il "grande" e lo ricambio: grande è chi, con un blog come questo, mi aiuta a credere e ragionare

Anonimo ha detto...

Arrossisco io ma e' un bene: finalmente mio fratello la smettera' di chiamarmi Morticia per la mia carnagione...(come dire?)...pallida ehehehehe

Anonimo ha detto...

Coyne disse che lasciava l'Osservatorio Castelgandolfo per motivi di salute. E comunque il suo pensionamento, nel 2006,non vedo come si possa ricollegare, come tempi, alle scuse edulcorate su Galileo. E Coyne è ancora il presidente della Vatican Observatory Foundation e membro della Pontificia Accademia delle Scienze. Forse si potrebbe ricollegare il suo pensionamento alla disputa con Schoenbron e il Disegno intelligente, ma queste sono illazioni giornalistiche. Comunque, Schoenbron ha rettificato le sue critiche, dirigendole solo sull'evoluzionismo.Cordiali saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Sono giorni di dolore per me. Mi addolora vedere il papa tanto amato oggetto di critiche così accese. Spero e prego che l'incontro si realizzi e che il papa usi parole che tranquillizzino tutti e plachino queste assurde polemiche. Certa gente esulta per quanto sta accadendo, ma è possibile che i giornalisti non scendano in campo per precisare il caso? Questa è la più grande vergogna.

Comunque vorrei riprendere qui di seguito una domanda che fu rivolta al papa da un giovane in aprile 2006 in piazza san Pietro. E credo che chiarisca molte cose. Raffaella, se puoi, inseriscila in un post apposito. In questa risposta il papa parla del "grande Galileo". é possibile? Il papa ha cambiato idea? Ha invertito la rotta come direbbero i giornalisti senza curarsi del vero pensiero e del reale significato delle sue parole.

Inoltre vorrei dire che nell'enciclica SPE SALVI non c'è un "no" alla scienza, ma c'è un "no" alla speranza fondata sulla scienza: la scienza non redime l'uomo. Detto in parole più facili per non credenti: La scienza non dà tutto all'uomo, non riempie la vita di significato. Questo non vuol dire che la scienza non ha senso, che non è importante. Ma la SPERANZA dell'uomo è più grande della scienza perchè si basa su GESù CRISTO. Chi non crede in Dio e in suo Figlio, pazienza. Ma il PAPA ha il dovere, come pastore, di ricordare ai fedeli e anche agli uomini di buona volontà che abbiamo una speranza più grande. AMEN.

Ecco la domanda e la risposta a braccio del papa:

5) Padre Santo, sono Giovanni, ho 17 anni, studio al Liceo Scientifico Tecnologico «Giovanni Giorgi» di Roma e appartengo alla Parrocchia di Santa Maria Madre della Misericordia.

Le chiedo di aiutarci a comprendere meglio come la rivelazione biblica e le teorie scientifiche possono convergere nella ricerca della verità. Spesso si è indotti a credere che scienza e fede siano tra loro nemiche; che scienza e tecnica siano la stessa cosa; che la logica matematica abbia scoperto tutto; che il mondo è frutto del caso, e che se la matematica non ha scoperto il teorema-Dio è perché Dio, semplicemente, non esiste. Insomma, soprattutto quando studiamo, non è sempre facile ricondurre tutto ad un progetto Divino, insito nella natura e nella storia dell'Uomo. Così, a volte, la fede vacilla o si riduce a semplice atto sentimentale. Anch'io Santo Padre, come tutti i giovani, ho fame di Verità: ma come posso fare per armonizzare Scienza e Fede?

Il grande Galileo ha detto che Dio ha scritto il libro della natura nella forma del linguaggio matematico. Lui era convinto che Dio ci ha donato due libri: quello della Sacra Scrittura e quello della natura. E il linguaggio della natura – questa era la sua convinzione – è la matematica, quindi essa è un linguaggio di Dio, del Creatore. Riflettiamo ora su cos’è la matematica: di per sé è un sistema astratto, un’invenzione dello spirito umano, che come tale nella sua purezza non esiste. E’ sempre realizzato approssimativamente, ma - come tale - è un sistema intellettuale, è una grande, geniale invenzione dello spirito umano. La cosa sorprendente è che questa invenzione della nostra mente umana è veramente la chiave per comprendere la natura, che la natura è realmente strutturata in modo matematico e che la nostra matematica, inventata dal nostro spirito, è realmente lo strumento per poter lavorare con la natura, per metterla al nostro servizio, per strumentalizzarla attraverso la tecnica.

Mi sembra una cosa quasi incredibile che una invenzione dell’intelletto umano e la struttura dell’universo coincidano: la matematica inventata da noi ci dà realmente accesso alla natura dell’universo e lo rende utilizzabile per noi. Quindi la struttura intellettuale del soggetto umano e la struttura oggettiva della realtà coincidono: la ragione soggettiva e la ragione oggettivata nella natura sono identiche. Penso che questa coincidenza tra quanto noi abbiamo pensato e il come si realizza e si comporta la natura, siano un enigma ed una sfida grandi, perché vediamo che, alla fine, è “una” ragione che le collega ambedue: la nostra ragione non potrebbe scoprire quest’altra, se non vi fosse un’identica ragione a monte di ambedue.

In questo senso mi sembra proprio che la matematica - nella quale come tale Dio non può apparire - ci mostri la struttura intelligente dell’universo. Adesso ci sono anche teorie del caos, ma sono limitate, perché se il caos avesse il sopravvento, tutta la tecnica diventerebbe impossibile. Solo perché la nostra matematica è affidabile, la tecnica è affidabile. La nostra scienza, che rende finalmente possibile lavorare con le energie della natura, suppone la struttura affidabile, intelligente della materia. E così vediamo che c’è una razionalità soggettiva e una razionalità oggettivata nella materia, che coincidono. Naturalmente adesso nessuno può provare - come si prova nell’esperimento, nelle leggi tecniche – che ambedue siano realmente originate in un’unica intelligenza, ma mi sembra che questa unità dell’intelligenza, dietro le due intelligenze, appaia realmente nel nostro mondo. E quanto più noi possiamo strumentalizzare il mondo con la nostra intelligenza, tanto più appare il disegno della Creazione.

Alla fine, per arrivare alla questione definitiva, direi: Dio o c’è o non c’è. Ci sono solo due opzioni. O si riconosce la priorità della ragione, della Ragione creatrice che sta all’inizio di tutto ed è il principio di tutto - la priorità della ragione è anche priorità della libertà – o si sostiene la priorità dell’irrazionale, per cui tutto quanto funziona sulla nostra terra e nella nostra vita sarebbe solo occasionale, marginale, un prodotto irrazionale - la ragione sarebbe un prodotto della irrazionalità. Non si può ultimamente “provare” l’uno o l’altro progetto, ma la grande opzione del Cristianesimo è l’opzione per la razionalità e per la priorità della ragione. Questa mi sembra un’ottima opzione, che ci dimostra come dietro a tutto ci sia una grande Intelligenza, alla quale possiamo affidarci.

Ma il vero problema contro la fede oggi mi sembra essere il male nel mondo: ci si chiede come esso sia compatibile con questa razionalità del Creatore. E qui abbiamo bisogno realmente del Dio che si è fatto carne e che ci mostra come Egli non sia solo una ragione matematica, ma che questa ragione originaria è anche Amore. Se guardiamo alle grandi opzioni, l’opzione cristiana è anche oggi quella più razionale e quella più umana. Per questo possiamo elaborare con fiducia una filosofia, una visione del mondo che sia basata su questa priorità della ragione, su questa fiducia che la Ragione creatrice è amore, e che questo amore è Dio.

Anonimo ha detto...

NON SO COME RINGRAZIARTI!!! Provvedo immediatamente all'inserimento.

Anonimo ha detto...

Mi sono dimenticato di firmare, sono Marco. Non c'è bisogno del ringraziamento, spero solo di poter contribuire a spazzare via quelle orrende polemiche sul nostro caro Papa. Ciao, Marco

brustef1 ha detto...

Meraviglioso: se qualche laicista puro di cuore e intellettualmente onesto ancora esiste, legga! E questo sarebbe il papa oscurantista...

gemma ha detto...

Mi chiedo se Frova abbia mai letto per intero non solo il famoso discorso su Galileo ma l'enciclica di Benedetto XVI o qualcuna di Giovanni Paolo II . E riguardo al gran rispetto postumo che la cultura sedicente laica ripone oggi nei suoi confronti, spesso solo per contrapporlo a Benedetto XVI, dopo anni di insulti, forse negli archivi di Micromega conservano ancora le aspre critiche alla sua Fides et Ratio e gli scambi di battute col cardinale Ratzinger che ne spiegava le ragioni. Nello specifico, Flores D'Arcais attribuiva alla Fides et ratio di Giovanni Paolo II "conseguenze letali per la democrazia" e identificava il suo magistero con la tipologia "fondamentalista dell'islam."
Nulla di nuovo sotto il sole, direi

La risposta dell’allora cardinale Ratzinger si può trovare qui http://www.ratzinger.it/modules.php?name=News&file=article&sid=161

Anonimo ha detto...

Propongo al Prof. Frova,di trasferirsi in un Paese meno clericale dell'Italia.Ce ne sono tanti: Afganistan, Egitto, Arabia Saudita, Pakistan ecc.