21 gennaio 2008

Sapienza, Maiani fa autocritica: «Sconfitti tutti noi, ci hanno strumentalizzato»


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Grazie a Gemma ed Eufemia, leggiamo:

In libertà

Pubblichiamo qui accanto l’intervista che ci ha rilasciato il professor Luciano Maiani, tra i più noti firmatari della lettera contro la visita del Papa alla 'Sapienza' nonché presidente designato del Cnr e, proprio per questo, al centro per giorni di comprensibili polemiche. Da giornalisti, non ci sfugge la valenza della rilettura che ora Maiani propone della vicenda, riassumibile nell’immagine – indubbiamente chiara – di una strumentale «bagarre» inscenata, tra «arroganza e intolleranza», nei confronti di Benedetto XVI e culminata in una «sconfitta» per «mondo accademico, studenti e politica». È un’interessante e libera riflessione critica e autocritica. Che, immaginiamo, con altrettanta libertà e autonomia verrà valutata.


LA VISITA NEGATA

Intervista al presidente designato del Cnr che ha firmato il testo dei professori contro il Papa

Sapienza, Maiani fa autocritica: sconfitti tutti noi
«È vero, ci hanno strumentalizzato»


DI PAOLO VIANA

«Abbiamo perso tutti». Allarga le braccia, Luciano Maiani. Mostra le foto della 'sua' Sapienza assediata e i titoli dei giornali che hanno spostato le lancette della cronaca agli anni Settanta.

«Abbiamo perso tutti, non parlo del Papa, ma del mondo accademico, degli studenti, della politica» commenta il presidente designato del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Nomina bipartisan e di alto livello scientifico, quella dell’ex presidente (tra l’altro) del Cern e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, ma da quando Maiani ha firmato la lettera dei 67, quella che definiva «incongrua» la scelta di invitare il Papa alla Sapienza, la ratifica è ferma in Parlamento.

Oggi Maiani spiega le ragioni per cui considera la protesta contro Ratzinger una sconfitta.

Perché ha firmato quella lettera?

Perché era una lettera interna, un normale atto di dialettica tra accademici: un gruppo di docenti esprimeva un dissenso al rettore sull’organizzazione dell’iniziativa. Si voleva far passare un messaggio di autonomia della scienza che è stato completamente travisato, diventando un messaggio di arroganza e intolleranza che naturalmente io non condivido. Siamo stati strumentalizzati.

Guardi che, a leggere il testo, la vostra opposizione alla presenza del Papa è fin troppo chiara.

Uno studioso di comunicazione, Mac Luhan, usava dire che il mezzo è messaggio. Bene. Allora chiediamoci perché la lettera di un gruppo di docenti al proprio rettore esca su Repubblica due mesi dopo che è stata scritta, quando il rettore ha già deciso e noi abbiamo preso atto della sua decisione. Con quella pubblicazione, due mesi dopo, è stata trasformata in un proclama contro il Papa, proprio per condurci alle barricate. Sono molto dispiaciuto, abbiamo perso tutti: non parlo del Papa ma degli scienziati, degli studenti, delle autorità accademiche, dell’opinione pubblica, del mondo politico...

Scusi, ma non se l’aspettava, visto il clima?

Poteva essere l’occasione di una discussione sui rapporti fede-scienza, invece è stata una bagarre. Io ho firmato nello spirito dell’indipendenza della scienza dalla religione, ma all’interno di un dialogo, quello che, per fare un esempio, ho sperimentato personalmente con gli incontri alla Università Lateranense tra scienziati e teologi, promossi da Piergiorgio Picozza e Sigfrido Boffi. Quello è il clima giusto per uscire da questa situazione.

Scienza e fede in Italia sono in guerra?

No, ma si è creata una profonda frattura tra scienziati e no, tra credenti e no, estremamente preoccupante. La società italiana deve dialogare con società diverse, come quella islamica, e non ci possiamo permettere una frattura così drammatica. Anche perché, ovunque, fisici e scienziati di religioni diverse, atei compresi, lavorano gomito a gomito.

Crede che sia praticabile un dialogo quando la tensione sale a questi livelli?

Ho letto il discorso del Papa: la ragione è il punto d’incontro. Deve essere anche il punto di partenza per un tavolo che riunisca scienziati e teologi, dove discutere di quale relazione debba esserci tra scienza e fede nel mondo moderno. Il dialogo deve ripartire da qui e va ricolmata la crepa. Serve un lavoro di sherpa, conferenze a vari livelli, per trovare una piattaforma comune, ad esempio intorno al ruolo della ragione, e stabilire una 'confidenza' tra scienziati e uomini di Chiesa, basata sulla consapevolezza che nessuno vuole prevaricare l’altro. Solo a quel punto il rapporto scienza-fede non darà adito a simili gazzarre su Galileo e Giordano Bruno, due patrimoni dell’umanità che non devono essere usati per contrapporci alla Chiesa.

Parla lo scienziato o il presidente designato del Cnr?

Ho collaborato per decenni con scienziati di tutte le opinioni e non ricordo di aver mai avuto un diverbio per motivi confessionali o ideologici. Questo binomio pluralismo­tolleranza deve valere a maggior ragione per chi guida il Cnr, un grande organismo multidisciplinare, multiconfessionale, multiculturale. Ogni discriminazione che privilegiasse una parte sarebbe un pessimo servizio pubblico.

© Copyright Avvenire, 21 gennaio 2008

Bah...mah! Mi dispiace che proprio uno scienziato che ha parlato alla Lateranense abbia poi firmato la famosa lettera.
Ferma restando la grave, gravissima, responsabita' dei media in questa disgraziata (per l'Italia) vicenda, trovo che i firmatari si debbano assumerere fino in fondo le proprie responsabilita'. Non spetta certo a noi stabilire come un documento interno sia finito in mano a Repubblica e, francamente, nemmeno ci interessa
.
R.

12 commenti:

mariateresa ha detto...

allora, mi verrebbe da dire, così franchezza per franchezza: e chi ha passato la lettera ai giornali, cioè a Repubblica, sapendo bene che sarebbe stata usata in men che non si dice? Vogliamo chiamare i problemi con nome e cognome?

Anonimo ha detto...

La lettera e' grave comunque, perche' l'atteggiamento di chiusura mentale di questi professori non fa' onore a loro e all'Universita', il fatto di renderla pubblica ha solo aggravato la loro situazione perche' si e' palesato pure l'ignoranza dei suddetti nella citazione che doveva giustificare la loro presa di posizione.
Gia' ci stiamo dimenticando della calda e dialogante accoglienza che alcuni studenti avrebbero dato al Papa al suono di "194 motivi per cacciarti" l'occupazione del rettorato e tutta la settimana carnescalesca che e' stata organizzata?

Anonimo ha detto...

E se la lettera a Repubblica, giornale abituato alle crociate laiciste, fossero sono stati proprio i contestatori per rafforzare la loro posizione ed avere un bel po' di spazio in piu'?
In questo caso non lo sapremo mai!

Anonimo ha detto...

1) “Ho letto il discorso del Papa: la ragione è il punto d’incontro.”

….e qui non ci piove!


2) “Deve essere anche il punto di partenza per un tavolo che riunisca scienziati e teologi, dove discutere di quale relazione debba esserci tra scienza e fede nel mondo moderno.”

…e qui mi chiedo: come si può conciliare l’auspicio di tavole di discussioni tra scienziati e teologi quando un altro , un certo sig. Bernardini, dice : «Collega di chi? Non abbiamo cattedre di teologia, per buoni motivi. Che parlino per l'università San Pio V».

3) “…un dialogo, quello che, per fare un esempio, ho sperimentato personalmente con gli incontri alla Università Lateranense tra scienziati e teologi, promossi da Piergiorgio Picozza e Sigfrido Boffi.”

E qui mi chiedo: se il dialogo auspicato al punto 2 è stato attualizzato negli incontri dell’Uni.Lateranense per “…per trovare una piattaforma comune, ad esempio intorno al ruolo della ragione, e stabilire una 'confidenza' tra scienziati e uomini di Chiesa, basata sulla consapevolezza che nessuno vuole prevaricare l’altro.” ciò sta ad indicare che la “prevaricazione” (aggiungo violenta…vista l’evidenza) non è un habitus mentale della Chiesa, né degli scienziati con la S maiuscola, ma di certi individui di dubbia personalità.

4) “Con quella pubblicazione, due mesi dopo, è stata trasformata in un proclama contro il Papa, proprio per condurci alle barricate.”….” Perché era una lettera interna, un normale atto di dialettica tra accademici: un gruppo di docenti esprimeva un dissenso al rettore sull’organizzazione dell’iniziativa. Si voleva far passare un messaggio di autonomia della scienza che è stato completamente travisato, diventando un messaggio di arroganza e intolleranza che naturalmente io non condivido. Siamo stati strumentalizzati.”

---e qui mi chiedo : il franco tiratore o i franchi tiratori meritano sempre di rimanere dietro le quinte? Se Maiani ammette di essere stato strumentalizzato, nel caso di un esito più aspro dei tafferugli ( magari ci scappava una vittima) , avrebbe responsabilmente denunciato i responsabili della strumentalizzazione dissociandosi dalle loro intenzioni? E’ così difficile per Repubblica spiegare le motivazioni del “due mesi dopo” alle autorità competenti ed ai suoi lettori, visto che la deontologia -così come chiede il riserbo circa il nominativo della“soffiata” –
impone anche una regola di trasparenza verso l’utenza?

Anonimo ha detto...

Già il 14/11/2007, il prof. Cini aveva pubblicato una lettera aperta, apparsa anche sul Manifesto e leggibile del sito rassegna stampa della Camera, in cui lungamente spiegava che il papa non doveva andare alla Sapienza, soprattutto perchè si chiamava Ratzinger. Non so se allora Maiani fosse stato consultato, ma non mi sembra corretto tirare il sasso e nascondere la mano.Cordiali saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Giordano Bruno patrimonio dell'umanità. Mi chiedo se veramente l'illustre cattedratico conosce la storia di Bruno o parla come al solito per sentito dire.

Bella guida si prepara al CNR.

Anonimo ha detto...

Non c'è dubbio che i media (non proprio tutti) strumentalizzano e non cercano altro che lettere come quelle di Cini e Bernardini (e Maiani) per inzupparci il pane. Bella novità! Quello che meraviglia è che il neo-nominato Presidente del CNR si accorga solo ora del pericolo costante di venire strumentalizzato. Come Presidente del più importante Ente pubblico di ricerca nazionale è bene faccia subito un corso accelerato di prudenza e diplomazia applicata. Si accorgerà ben presto che Roma non è Ginevra, il CNR non è il CERN e tutti (ma proprio tutti) saranno pronti a strumentalizzare anche gli starnuti del Presidente (e.g. se li fa girando la testa a destra oppure a sinistra...). Auguri!

Anonimo ha detto...

Tradotto in parole povere: ci e' andata male, adesso dobbiamo metterci una pezza.
Il bello e' che questo signore e' stato designato al CNR dopo che questo governo ha fatto di tutto per eliminare i vertici precedenti, prima ancora della scadenza del loro mandato. Lottizzazione, altro che scienza. Gia' anni fa avevano strillato che il CNR era cosa loro.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,

e grazie per questo magnifico blog, che leggo con piacere, e che mi ha aiutato a sopportare le vicende veramente brutte che sono accadute all'Universita' La Sapienza. Volevo soltanto - non me ne abbiate a male - spezzare una lancia a favore del prof. Luciano Maiani: lavoro nello stesso campo, ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona, e vi posso assicurare che professionalmente e' molto preparato, ad essere modesti. Anche umanamente mi ha lasciato una buona impressione. E sono rimasto stupito quando l'ho visto nella lista delle persone che avevano firmato la famosa lettera. E' vero, avrebbe dovuto fare molta piu' attenzione, nella sua posizione cosi' importante, a firmare quella famosa lettera. Ma mi si permetta di dire che almeno lui ha deciso di fare dietrofront ed ammettere errori. Il suo atteggiamento mi pare migliore rispetto a quello, abbastanza testardo per non dire di peggio, di altri suoi colleghi. Luciano Maiani ha affermato che un dialogo tra fede e ragione e' possibile e proficuo; le sue parole sembrano avere uno spirito di riconciliazione; ha detto che non voleva assolutamente dare un messaggio di arroganza e intolleranza nei confronti del Papa, quale poi purtroppo e' diventato. Aggiungo: Maiani e' tra i pochi, se non l'unico mi pare, coinvolto nella vicenda che ora non se ne esce con affermazioni contro Papa Benedetto. Dispiace che non si "sia distaccato" dal gruppo dei 67 prima; ma adesso penso che non sia il caso di non tener conto di questo atteggiamento che mi pare volto ad una riconciliazione.

Un abbraccio. Continuate il vostro bel lavoro e, come si dice da queste parti, "God Bless". Max.

piero ha detto...

Confermo quanto dice l'anonimo Max. Conosco Maiani e mi dispiace si sia fatto "incastrare" in questa vicenda. Per questo gli auguro che si renda conto presto che, come Presidente CNR (se riuscirà tecnicamente a passare per la Commissione Senato, visti i chiari di luna!), si renda subito conto che sarà sotto la luce del riflettore 24 ore su 24. Max, dai un'occhiata all'ultimo post sugli "illuminati sapienti"...
Grande questo Blog, grazie a tutti quelli che ci lavorano!

Anonimo ha detto...

Ciao; Piero, a quele post/blog ti riferisci esattamente?

Ciao, Max.

piero ha detto...

Caro Max, ecco l'indirizzo (su questo stesso blog):

http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2008/01/gli-illuminati-sapienti-si-oppongono.html

Nel frattempo la vicenda Maiani si complica... ma questa non è materia per questo blog...