18 agosto 2008

L'ultima grande gioia di Mons. Egger: Quei pranzi col Papa «parlando di tutto» (Rizza)


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Quei pranzi col Papa «parlando di tutto»

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La grande gioia di sentire Benedetto ringraziare per l’ospitalità ricevuta in Seminario Maggiore

di Marco Rizza

BOLZANO.

Nella sua ultima conferenza stampa, poco prima che il Papa lasciasse Bressanone, il vescovo non è più riuscito a celare la soddisfazione: «Quello che conta è il giudizio dell’ospite - disse - e il Santo Padre ripete che qui si è trovato molto bene». Quindici giorni che il Pontefice ha trascorso in totale serenità grazie anche all’organizzazione voluta da monsignor Egger. Ma non solo. Quindici giorni - quasi gli ultimi della vita di Egger - nei quali il rapporto già stretto tra il vescovo e Benedetto sì è ulteriormente rafforzato, tra discussioni su «gioie e dolori» della Diocesi e pranzi insieme.
Una storia sta anche in uno sguardo.
È il 3 agosto, primo Angelus del Papa in piazza Duomo.

Il vescovo Egger lo introduce e cita santa Caterina per elogiare le qualità del Pontefice. Benedetto XVI a quelle parole gli rivolge uno sguardo ironico e modesto, come dire: «Non esagerare».
Ecco: in quel breve sguardo c’era molto del rapporto tra Benedetto e monsignor Egger.


Un’intesa ovviamente mediata dalla gerarchia ma che affondava le radici in una lunga frequentazione. Ratzinger infatti è stato a Bressanone una dozzina di volte, a partire dalla fine degli anni Sessanta: «Lo conosco da molto tempo - ha detto Egger - e con lui c’è un rapporto particolare». Un legame basato su un’affinità intellettuale - Benedetto ha nominato Egger segretario del prossimo sinodo - ma anche personale.
Nei 15 giorni di presenza del Papa si è visto monsignor Egger sorridente e sereno come mai prima, almeno in pubblico. D’altra parte incontrarlo non era difficile. Bastava sostare un po’ dalle parti del Seminario Maggiore, dove alloggiava il Papa, e lo si incrociava: mentre usciva dall’edificio, ad esempio, sempre mantenendo il più stretto riserbo sulle attività del Pontefice («mica le so, queste cose: sono argomenti da piani alti del Vaticano», scherzava) o mentre si recava al convento dei Cappuccini nel quale si era trasferito. Oppure a mangiare un gelato vicino al Seminario, quasi sempre in compagnia del segretario don Thomas Stürz. D’altra parte le vacanze del Papa hanno costretto a un super-lavoro organizzativo, ma una volta iniziate sono proseguite nella più assoluta tranquillità e i commenti che filtravano dall’entourage pontificio erano entusiastiche: «Il Santo Padre sta bene, si riposa, legge». Più volte il Papa in persona ha ringraziato per l’ospitalità e l’accoglienza. E il merito dell’organizzazione così perfetta era senz’altro del vescovo: per la Diocesi un fiore all’occhiello inestimabile.
A Bressanone Egger e il Papa hanno avuto diverse occasioni per parlarsi a quattr’occhi, in forma privata. Nei viaggi in auto o nelle visite di Egger al Seminario o prima delle uscite pubbliche. Il vescovo ha parlato a Benedetto «delle gioie e dei dolori» della Diocesi: ossia del caso di don Carli, il sacerdote accusato di pedofilia, e della vicenda della rana; ma anche della crisi delle vocazioni e del calo di presenze alle messe. Ma ci sono state anche le gioie. Quelle della Diocesi e quelle personali del vescovo. Egger ha pranzato due volte con Benedetto in Seminario: «Abbiamo parlato di argomenti seri e meno seri, come in tutti i pranzi tra persone che si conoscono».
E, raccontando degli altri momenti nei quali ha parlato col Pontefice: «Ogni volta che lo accompagno da qualche parte scambiamo qualche parola su persone, luoghi, avvenimenti. Per me è una grande soddisfazione».
Ovvio che il soggiorno del Papa a Bressanone abbia portato con sè occasioni ufficiali, spesso solenni. E per il vescovo sono stati anche questi momenti indimenticabili, come ha raccontato lui stesso. In primo luogo i due Angelus in piazza, prima dei quali Egger ha celebrato la messa.
Poi la visita al santuario di Oies. Un evento importante, che il vescovo Egger aveva ripetutatamente auspicato. Il fatto che l’unica uscita pubblica del Pontefice sia stata lì testimonia una consonanza profonda col prelato. Ma anche l’incontro coi sacerdoti è stato un momento memorabile: «Il Pontefice ha tenuto una grande lezione teologica sullo Spirito Santo», ha poi spiegato Egger. I suoi ultimi giorni, insomma, forse sono stati anche tra i suoi più felici.

© Copyright Alto Adige, 17 agosto 2008

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