13 ottobre 2008

Papa Benedetto XVI caccia Don Cantini. Soddisfazione delle vittime (Bonciani)


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Il caso

Papa Benedetto XVI caccia Don Cantini

La sentenza di Benedetto XVI è arrivata prima dell'insediamento del nuovo vescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, fissato per domenica 26, e chiude una vicenda che ha scosso la Chiesa fiorentina

Mauro Bonciani

«È giunto a conclusione il procedimento canonico a carico di don Lelio Cantini, protagonista di una dolorosa e scandalosa vicenda». Così il cardinale Ennio Antonelli ieri ha reso nota la dura sentenza del Santo Padre: riduzione allo stato laicale di don Cantini, con l'obbligo di dimora vigilata, di preghiera e penitenza, pena la scomunica in caso di disobbedienza. La sentenza di Benedetto XVI è arrivata prima dell'insediamento del nuovo vescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, fissato per domenica 26, e chiude una vicenda che ha scosso la Chiesa fiorentina.

L'INCHIESTA.

Dopo la denuncia di alcune vittime, nell'aprile del 2007, con la conseguente apertura di un'inchiesta penale, il cardinale Ennio Antonelli aveva condannato il sacerdote nel gennaio 2007 perchè responsabile di «abusi sessuali, di falso misticismo, di controllo e dominio delle coscienze» dal 1973 all'87, privandolo anche della facoltà di confessare, di celebrare la messa in pubblico e di celebrare altri sacramenti (don Cantini, per motivi di salute, da dicembre è ricoverato al Convitto ecclesiastico). Dopo le rinnovate accuse delle vittime, Antonelli aveva disposto un'istruttoria supplementare e trasmesso i risultati a luglio alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

ABUSO PLURIMO DI MINORI.

La Congregazione ha constatato «che per lunghi anni don Lelio Cantini ha commesso il delitto di abuso plurimo e aggravato nei confronti di minori, di sollecitazione a rapporti sessuali compiuto nei confronti di più persone in occasione della Confessione, l'abuso nell'esercizio della potestà ecclesiastica nella formazione delle coscienze».
Il Papa, il 19 settembre, ha decretato in via definitiva nei confronti di don Lelio Cantini «la pena espiatoria perpetua della dimissione dallo stato clericale con la dispensa dagli obblighi sacerdotali e ha imposto con severo precetto penale l'obbligo di dimora vigilata in spirito di preghiera e penitenza in una residenza stabilita dall'Ordinario di Firenze, sotto pena di scomunica in caso di disobbedienza».
Il provvedimento è stato trasmesso sabato a don Cantini.
«La Chiesa Fiorentina, duramente provata da questa triste vicenda, saprà trarne, per la grazia del Signore, motivi per una più fedele, generosa e coraggiosa testimonianza a Cristo Salvatore. In particolare — conclude il comunicato del cardinale Antonelli — assicurerà alle vittime degli abusi, che hanno tanto sofferto, la vicinanza umana e spirituale per rielaborare positivamente in una prospettiva di fede il male subito».
Don Paolo Milloschi, successore come parroco della Regina della Pace di don Cantini, è «profondamente addolorato» dalla vicenda, ma anche «confortato dalle tante testimonianze di fede profonda e di vita cristiana che vedo fiorire, pur nel dolore, in questa comunità parrocchiale», mentre il portavoce delle vittime del sacerdote si è detto soddisfatto ma chiede «chiarezza a 360 gradi» e «che siano accertate le responsabilità di chi non ha voluto credere per tanti anni, nonostante le nostre prime denunce risalgano al 1992».

© Copyright Corriere Fiorentino, 13 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

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