22 agosto 2007

Che pazienza...articoli inutili su proposte laiciste...


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Cari amici, poteva Maga Maghella prendere una cantonata? Giammai! :-))))))
Ecco la valanga di articoli sulla sparata laicista di ieri pomeriggio.
Condivido e sottoscrivo in pieno il commento del senatore Rocco Buttiglione
.
Raffaella

LA POLEMICA

Cento contro la Chiesa. La replica: mai privilegi

«Via le esenzioni Ici sulle attività commerciali». Monsignor Fisichella: noi in linea con il Concordato

Barbara Millucci

ROMA - «Pagare giuste tasse è un dovere di tutti, anche della Chiesa, che nel corso degli anni ha accumulato dei privilegi. Va aperta una discussione libera e serena in Parlamento: alcuni privilegi ed esenzioni fiscali di cui godono le istituzioni religiose vanno rivisti già a partire dalla prossima Finanziaria ». Il sottosegretario al ministero dell'Economia, Paolo Cento, attacca la Chiesa all'indomani delle esternazioni del cardinale Tarcisio Bertone. E scatena un vespaio di polemiche. Ricordando che ci sono dei principi che regolano il rapporto tra Stato e Chiesa, l'esponente dei Verdi sottolinea che le attività commerciali ecclesiastiche «dovrebbero essere sottoposte a un trattamento fiscale al pari di quello degli altri contribuenti nel nostro paese» nel rispetto dei diktat europei.
L'uscita di Cento provoca la reazione in primo luogo degli ecclesiastici: «La Chiesa non ha privilegi— ribatte il rettore della Pontificia Università Lateranense, monsignor Rino Fisichella — si muove sulle linee del Concordato Santa Sede—Italia». «Reazioni spropositate », replica Cento che aggiunge: «Occorre distinguere il ruolo sociale della Chiesa dal fatto che essa gestisca immobili o attività paracommerciali ».
Un coro unanime si solleva dalla maggioranza laica. «Se questa è la linea del governo la sottoscriviamo subito — dichiara Angelo Piazza dello Sdi — attendiamo che anche Prodi e Padoa-Schioppa si esprimano in tal senso. Il Concordato — continua il capogruppo alla commissione Affari Costituzionali della Camera — è antistorico e va abolito. La Chiesa è oggi un soggetto politico, operi allora senza privilegi. Perché non si abolisce la norma che vieta ai preti di candidarsi? E perché lo Stato si deve accollare i costi dei professori di religione che non insegnano storia delle dottrine religiose ma solo la religione cattolica? Anche l'8 per mille è illegittimo, è una risorsa sottratta al bilancio dello Stato».
Gennaro Migliore, capogruppo di Rifondazione a Montecitorio, attacca le agevolazioni Ici «introdotte da Berlusconi» e chiede «un censimento di tutte le attività che non hanno caratteristiche di culto ma funzioni di ricettività, come ostelli o centri di accoglienza». Ironico il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena: «Non sono un mangiapreti, ma gli edifici di culto non possono spacciarsi per alberghi o addirittura cliniche di lusso convenzionate con le Regioni ». Per Marco Rizzo dei Comunisti italiani «si tratta di un granello rispetto a vicende più importanti come il welfare». Nella maggioranza c'è però anche chi punta il dito: «Cento — spiega il capogruppo Udeur alla Camera Mauro Fabris — farebbe meglio ad avanzare proposte efficaci per ridurre l'imposizione fiscale, specialmente per chi, autonomo o a reddito fisso, paga troppo».

Il senatore dell'Udc Rocco Buttiglione bacchetta: «La Chiesa ha lo stesso regime fiscale di tutte quelle realtà che non hanno fini di lucro, ma che destinano i loro introiti a opere sociali. Lo Stato dovrebbe restituirle tutti i beni che le sono stati confiscati nel 1861».

Critico anche il prete anticamorra di Napoli don Merola: «Ho sempre pagato l'Ici, le tasse e i contributi ai sacrestani». Taglia corto Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà: «Quella di Cento è una posizione da 1860».

© Copyright Corriere della sera, 22 agosto 2007

Francamente, "caro" Corriere, i commenti contro l'onorevole sopracitato erano molti di piu'.
Come mai il maggiore quotidiano italiano da' molto piu' spazio ai laicisti che ai Cattolici? Non mi sembra un grande esempio di imparzialita' ed equita'!
Ricordo che il Concordato non puo' essere abolito a maggioranza (figuriamoci da un Parlamento in bilico) e che solo le modifiche accettate dalle due parti (Stato e Chiesa) non richiedono procedimento di revisione costituzionale (maggioranza qualificata dei 2/3 delle Camere).
Mi sembra che in molti ignorino l'art 7 della Costituzione
:

Art.7

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.
Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale

L'onorevole puo' contare su una maggioranza dei 2/3? ahahahahahha
Scusate se rido! Ah gia'...c'e' anche la possibilta' del referendum che "sicuramente" gli Italiani approverebbero :-)
Ricordo altresi' che la destinazione dell'8 per mille e' una libera scelta dei cittadini. Brucia che, nonostante le campagne laiciste, il gettito non sia diminuito? Il mio cuore sanguina :-)
Esso, inoltre, non va al Vaticano, che, cari onorevoli e senatori, e' uno Stato estero, ma alla Chiesa italiana.
Fra un po' chiederemo l'ICI anche alla Francia ed alla Germania? In fondo sono anch'essi Stati esteri
...
Raffaella


Il sottosegretario Cento ripropone la tassazione dei beni ecclesiastici. Mons. Fisichella: "Non abbiamo privilegi"

"La Chiesa paghi di più". E il Vaticano si ribella

La Santa Sede: l´8 per mille va alla Chiesa italiana e non a noi

SERENELLA MATTERA

ROMA - «Anche la Chiesa deve pagare le giuste tasse. È un dovere di tutti». Il sottosegretario all´Economia, il verde Paolo Cento, ha coinvolto il Vaticano nel dibattito sulle «giuste tasse», riaprendo la polemica sugli sgravi fiscali di cui la Santa Sede gode. In risposta all´intervento di domenica del segretario di Stato Tarcisio Bertone («Tutti dobbiamo fare il nostro dovere nel pagare le tasse, secondo leggi giuste»), Cento ha sottolineato che «si tratta di un principio laico, quindi non ci dovrebbe essere bisogno di una sollecitazione da parte del mondo religioso». E poi ha rilanciato: «Nel corso degli anni la Chiesa ha accumulato dei privilegi. Non sarebbe sbagliato aprire una discussione e rivederli. Già a partire dalla prossima Finanziaria». Secca la replica del rettore della Pontificia Università Lateranense, Rino Fisichella: «La Chiesa non ha privilegi. Si muove sulle linee del Concordato tra la Santa Sede e l´Italia».
Non è nuovo il dibattito sui benefici fiscali della Chiesa. L´Unione europea, lo scorso giugno, ha inviato al Governo italiano una lettera per chiedere spiegazioni sulle agevolazioni concesse al Vaticano. Al centro delle attenzioni di Bruxelles in particolare l´esenzione dal pagamento dell´Ici riconosciuta non solo per le attività senza fini di lucro, ma anche per quelle commerciali. E proprio su questo ieri è tornato Paolo Cento. «Nel rispetto del Concordato e senza intaccare l´operato della Chiesa nel sociale - ha detto il sottosegretario - le attività commerciali della Santa Sede dovrebbero essere sottoposte a un trattamento fiscale uguale a quello applicato agli altri contribuenti nel nostro Paese». «Non è un tabù riprendere la discussione sull´Ici e sugli immobili della Chiesa e delle altre istituzioni religiose che hanno funzione economica» ha detto Cento, ricordando che se ne era già parlato nella scorsa finanziaria.
Fonti vaticane hanno invitato a fare attenzione, a «non esasperare» le parole di Bertone sul dovere di pagare le tasse e a non confondere tra la Chiesa italiana e la Santa Sede (solo alla prima va l´8 per mille). E in molti hanno risposto in tono polemico alle parole del sottosegretario. Dal centrodestra, che con Luca Volontè, presidente del gruppo Udc alla Camera, lo ha sfidato: «Presenti in Parlamento la proposta. Vedremo se avrà le ragioni e le truppe per approvarla». Dalla "Chiesa di strada": «Quando ero a Forcella - ha detto don Luigi Merola, prete anticamorra di Napoli -abbiamo sempre pagato l´Ici, le tasse e i contributi ai sacrestani». E anche dal centrosinistra. Il capogruppo dell´Udeur alla Camera, Mauro Fabris ha commentato: «Cento farebbe meglio ad avanzare proposte efficaci per ridurre l´imposizione fiscale». Il sottosegretario all´Economia, Alfiero Grandi (Sd), ha invece cercato di placare la polemica: «questa discussione non mi sembra una priorità».

© Copyright Repubblica, 22 agosto 2007


Crociata di Cento contro la Chiesa «Paghi più tasse»

di CATERINA MANIACI

ROMA Riparte l'attacco ai presunti privilegi fiscali di cui gode la Chiesa, per esempio l'esenzione Ici. Un vecchio cavallo di battaglia, soprattutto dei radicali. E si prendono a pretesto le parole sulle tasse del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano. Ma questa volta si vuole davvero scatenare battaglia sulla questione in Parlamento, a partire dalla discussione della legge finanziaria. A scendere in campo ora è il sottosegretario all'Economia, il verde Paolo Cento, il quale afferma che questi privilegi fiscali, a partire dall'Ici, «non devono essere un tabù» e se ne deve discutere nella prossima Finanziaria, visto che non è certo «uno scandalo aprire una discussione in Parlamento su questo tema, anche perché se ne è già parlato in passato». Cento spiega comunque di voler tenere «distinto il ruolo sociale della Chiesa che va in ogni caso salvaguardato» , rispetto al fatto che la Chiesa stessa gestisca immobili o attività paracommerciali «che devono essere equiparate a quelle gestite da altri soggetti». Il sottosegretario ricorda dunque di aver già presentato una proposta di legge in Parlamento per il finanziamento agli oratori «perchè riconosco il loro ruolo importante». L'argomento rilanciato dal sottosegretario ha provocato recentemente anche l'intervento di Bruxelles: nello scorso mese di giugno infatti l'esenzione dal pagamento dell'Ici di cui gode la Chiesa per le sue attività paracommerciali è stata oggetto di un esame da parte di Bruxelles, che ha inviato al governo italiano una lettera in cui chiede spiegazioni su questa ed altre eventuali agevolazioni fiscali nei confronti del Vaticano. Reazioni immediate da parte del mondo politico. E della Chiesa stessa. Dalla maggioranza Maurizio Turco (Rosa nel pugno) consiglia il ministro Padoa-Schioppa di «non attendere la Finanziaria per cancellare esenzioni, privilegi» e quant'altro. Ma dalla stessa maggioranza, arriva un deciso altolà: «Troviamo paradossale», ha detto Mauro Fabris, capogruppo dell'Udeur alla Camera, «che un sottosegretario all'Economia se ne esca attaccando la Chiesa. Cento farebbe meglio ad avanzare proposte efficaci per ridurre l'imposizione fiscale, specialmente per chi, autonomo o a reddito fisso, paga oggi troppo». Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà, dal Meeting di Rimini fa sapere che quella del sottosegretario all'Economia «è una proposta da 1860, quindi un po' fuori secolo. La Chiesa fa un enorme lavoro di tipo sociale e le sue associazioni pagano tutte le tasse». Bacchettate a Cento vengono date da Rocco Buttiglione, Roberto Cota (Lega), Maurizio Lupi (FI), Luca Volontè (Udc). Monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, replica nettamente: «La Chiesa non ha privilegi, si muove sulle linee del Concordato Santa Sede-Italia». Aveva già spiegato, replicando a Bruxelles, monsignor Giuseppe Betori, segretario della Cei, che «è falso dire che sia un problema della Chiesa cattolica nei confronti dell'Ici: è un problema degli enti non profit nei confronti dell'Ici». Enti, che, per definizione svolgono attività a favore della collettività.

© Copyright Libero, 22 agosto 2007


Ora la sinistra spara sulla Chiesa: «Elimineremo tutti i suoi privilegi»

di Redazione

«Lo sciopero fiscale? È folle e porterebbe al dissesto». Si levano barricate nel centrosinistra contro la proposta che anima il dibattito politico del centrodestra. La reazione più forte arriva forse dal ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ospite del meeting di Comunione e liberazione in corso a Rimini. «Non credo - spiega - che un governo debba caratterizzarsi per un aumento della pressione fiscale. Vediamo come andranno le cose.... Già abbiamo diminuito il costo del lavoro sulle imprese per circa 5 miliardi di euro. Altra operazione positiva è che più persone pagano le tasse e anche l’emersione del lavoro nero sta dando risultati importantissimi: in 12 mesi c’è stato un recupero di evasione di un miliardo». Sulla sua stessa lunghezza d’onda Alfonso Gianni, sottosegretario di Rifondazione: «Siamo di fronte ad un atto gravissimo, per usare termini gramsciani si può dire che siamo di fronte al sovversivismo delle classi dirigenti. Si tratta di un atto eversivo di destra».
Ma la dichiarazione che suscita a sua volta contro-reazioni nel centrodestra è quella del sottosegretario Verde Pierpaolo Cento, che punta il dito contro le agevolazioni fiscali di cui gode la Chiesa italiana: «Nel corso degli anni - polemizza il sottosegretario all’economia - la Chiesa ha accumulato privilegi. Non sarebbe sbagliato aprire una discussione su come rivedere questi privilegi». Aggiunge Cento: «Anche le attività commerciali della Chiesa dovrebbero essere sottoposte a un trattamento fiscale al pari di quello a cui vengono sottoposti gli altri». Per il sottosegretario occorre da una parte «riconoscere le funzioni che vengono svolte dalle attività religiose» e mantenere il particolare regime fiscale per quelle attività che sono strettamente connesse. Dall’altra parte, però «bisogna rivedere le agevolazioni per attività che hanno contenuti economici e commerciale. In questo caso è legittimo che vengano sottoposte a rapporti fiscali come tutti gli altri contribuenti».
«La Chiesa non ha privilegi - replica duramente monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia università Lateranense -. Si muove sulla linea del Concordato Santa Sede-Italia». Oltre che dalla Casa delle libertà, anche dall’Unione arrivano repliche stizzite a Cento. «È paradossale che un sottosegretario all’Economia se ne esca attaccando la Chiesa proponendo un inasprimento della fiscalità nei suoi confronti. Cento farebbe meglio ad avanzare proposte efficaci per ridurre l’imposizione fiscale», dice il capogruppo dell’Udeur alla Camera, Mauro Fabris.

© Copyright Il Giornale, 22 agosto 2007

5 commenti:

francesco ha detto...

d'accordo pur io - stranamente - con buttiglione...
forse più che vedere i privilegi occorre pensare a "fare giustizia" sulla questione dei beni sottratti a diversi organismi ecclesiali (santa sede, ma non solo) dallo stato italiano...
francesco

euge ha detto...

Stranamente caro Francesco, riguardo a questo argomento mi trovo in accordo con te!!!!!!!!!!!!!! Vedi che ogni tanto un punto in comune si riesce pure a trovare!!!!!!!!! Invece vorrei dire perchè nessuno fa menzione del 5 per miulle in favore dell'Arcigay????????????????
Meditate gente meditate

euge ha detto...

Stranamente caro Francesco, riguardo a questo argomento mi trovo in accordo con te!!!!!!!!!!!!!! Vedi che ogni tanto un punto in comune si riesce pure a trovare!!!!!!!!! Invece vorrei dire perchè nessuno fa menzione del 5 per miulle in favore dell'Arcigay????????????????
Meditate gente meditate

Utnapishtim ha detto...

buttiglione ha ragione, anzi, direi di più, confischiamo i beni e i territori sottratti alle popolazioni neolitiche!
Spero che stiate scherzando, che Buttiglione sia un po' bislacco e cialtroncello lo sapevamo, ma che il suo umorismo facesse proseliti proprio non me lo immaginavo.

Anonimo ha detto...

E perche'? Demagogia per demagogia...la confisca forzata e' un fatto storico non un'invenzione.