15 dicembre 2007

L'Italietta dei due pesi e due misure: gli intellettualoidi parlano della Chiesa oppressiva, ma non dicono mezza parola sulla morte di un gay in Iran!


Vedi anche:

Perché l’idea di democrazia di Habermas è più larga del piccolo dogmatismo di Flores d’Arcais (Berardinelli per "Il Foglio")

"Spe salvi", Prof. Brague a "Il Foglio": "L'ellenismo non ha il copyright del logos"

L'ENCICLICA "SPE SALVI": LO SPECIALE DEL BLOG

Mons. Angelo Amato: "L'evangelizzazione rispetta e valorizza la libertà dell'altro" (Osservatore Romano)

CONSIGLI DI LETTURA: SANTI (J. Ratzinger) e ASCESA ED AFFERMAZIONE DEL CRISTIANESIMO (Rodney Stark), Edizioni Lindau

"Adotta un prete", parte la campagna spirituale per salvare il clero (Rodari per "Il Riformista")

L'educazione dei giovani sia una priorità, con il sostegno di tutte le istituzioni della Comunità internazionale

Il Papa ai nuovi ambasciatori: «I giovani sono la prima ricchezza di un Paese»

Mantenere vive le tradizioni del Natale come l'albero e il presepe per contrastare i simboli del consumismo

"Gesù di Nazaret" ha un recensore speciale: il vicario di chi l'ha scritto (di Sandro Magister)

Il commento di padre Lombardi al documento della Congregazione per la Dottrina della Fede (Radio Vaticana)

Mons. Amato: la Nota sull'Evangelizzazione indica l'urgenza della missione (Radio Vaticana)

NOTA DOTTRINALE SU ALCUNI ASPETTI DELL’EVANGELIZZAZIONE A CURA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Ed anche a Lourdes irrompe l'Anticristo (Socci per "Libero")

Libertà (non solo d'opinione) per i gay ma anche per chi non ne fa parte. L'Italia, ripristinando i reati di opinione, fa il passo del gambero.

Paragone (Libero): "Meglio Opus Dei che gay. E arrestatemi pure"

Una mostra e l'iran

Intellettuali e gay, due pesi e due misure

Melchiorre Briguglio

Nei giorni scorsi, il sindaco di Milano ha tolto il patrocinio a una mostra d'arte sull'omosessualità e la pittura, che inizialmente aveva sostenuto. Il ripensamento è stato giustificato poiché talune opere offendevano il sentimento religioso dei cittadini, che la signora Letizia Moratti ha inteso così tutelare.
La ragione che ha portato a tale scelta avrebbe dovuto apparire abbastanza lineare.
Chi spende denaro pubblico ha il dovere di rendere conto alle persone che rappresenta e deve farsi carico dei sentimenti diffusi nella comunità, tra i quali quello religioso non è affatto secondario. Tale condivisibile comportamento non ha nulla a che vedere con l'invocata libertà dell'arte.
Nessuno, infatti, si sognerebbe di contestarne il più ampio esercizio, se fosse un privato a organizzare una mostra. In tale caso, saremmo contrari a qualsiasi forma di censura, poiché alla fine sono i fruitori a bocciare una esposizione inadeguata o semplicemente volgare. Si può essere liberi di proporre anche scempiaggini, ma con i propri soldi.

In un Paese normale, qualsiasi discorso sarebbe finito. Nel nostro, sono invece subito incominciate le polemiche. Così, intellettuali in servizio permanente effettivo e rappresentanti degli omosessuali hanno condannato da tante tribune l'oscurantismo del sindaco di Milano ai danni della creazione artistica, maltrattata perché l'oggetto (anzi, il soggetto) di talune tele era il mondo della diversità, che annovera anche uomini di Chiesa.

Abbiamo ascoltato senza stancarci le ragioni di tali polemisti sino a quando, negli stessi giorni, abbiamo letto un'agghiacciante notizia. In Iran, un giovane omosessuale di vent'anni è stato impiccato per aver esercitato le sue pratiche all'età di tredici anni su tre coetanei.

Gli intellettuali non hanno avuto granché da ridire o sono rimasti zitti. Non hanno sfilato sotto l'ambasciata dell'Iran per contestare la morte di quel giovane diverso.

Parlavano della libertà in Italia, oppressa dalla presenza della Chiesa, e si disinteressavano del diritto alla vita negato a quel povero cristo, in un Paese in cui l'assenza degli omosessuali è rivendicata con orgoglio.
Non hanno pensato neanche di dire che non ci sono solo perché vengono uccisi.

© Copyright Gazzetta del sud, 15 dicembre 2007


E' la logica del coniglio in fuga: attaccano la Chiesa perche' sanno che non succedera' nulla (a proposito che fine hanno fatto gli intellettuali cattolici? Suvvia, un po' di coraggio!), ma non hanno il coraggio di difendere le proprie idee quando si tratta di sfidare un potenziale pericolo. Come dire: ci teniamo alla pelle, alla faccia dei principi!
Complimenti! Sara' questa la ragione per cui del parere di certi intellettuali ormai faccio una pallottolina di carta, la infilo in una penna e ricavo una cerbottana artigianale, di quelle con cui giocavamo a scuola?
:-))
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella lo sappiamo benissimo che gli intellettuali sedicenti cattolici, quando si tratta di difendere a costo di correre qualche pericolo, se la danno a gambe levate non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima....... e poi scusami come puoi pensare che possano reclamare contro la condanna di un gay in Iran????? guarda che un conto è tirare ceffoni al Papa alla chiesa oppressiva tanto il massimo che può succedere si porge l'altra guancia ma, con gli altri si rischia grosso e cara Raffaella sappiamo che una bella bomba sotto il sedere fa paura a tutti.