14 dicembre 2007
Il Papa ai nuovi ambasciatori: «I giovani sono la prima ricchezza di un Paese»
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Il discorso a sette nuovi ambasciatori: «I giovani sono la prima ricchezza di un Paese»
DA ROMA
Salvatore Mazza
I governanti delle nazioni devono fare «tutto ciò che è in loro potere per donare speranza ai loro popoli ». Tenendo sempre conto delle «loro aspirazioni più profonde» e facendo sì «che tutti possano beneficiare dei prodotti delle ricchezze naturali ed economiche dei propri Paesi, secondo i principi di giustizia ed equità ».
È un appello forte, radicato nelle affermazioni dell’enciclica
Spe salvi, quello che Benedetto XVI ha rivolto ieri a «tutte le persone che hanno una funzione nella vita sociale» e ai diretti responsabili della cosa pubblica, indicando come priorità l’educazione dei giovani «ai valori umani e morali». Lo ha fatto nel discorso collettivo rivolto ai nuovi ambasciatori presso la Santa Sede di Thailandia, Seychelles, Namibia, Gambia, Suriname, Singapore e Kuwait, ricevuti in occasione della presentazione delle loro lettere credenziali.
Discorso ampio, quello di Papa Ratzinger, che ha fatto seguito a quelli indirizzati a ciascuno dei nuovi diplomatici.
Nelle parole del Pontefice sono tornati i temi dell’educazione alla pace, del dialogo interreligioso, della lotta all’Aids, dello sviluppo sostenibile; ma a dominare è stata l’esortazione a dare «una attenzione tutta speciale alle giovani generazioni, mostrando loro che sono la prima ricchezza di un Paese. La loro educazione integrale è una necessità primordiale ». Questo, ha aggiunto, «permetterà a ciascuno di loro di acquistare fiducia in se stesso, di sperare nel futuro» e, così, di contribuire alla crescita del proprio Paese. L’educazione, del resto, rappresenta «un fattore particolarmente importante per combattere la disperazione che può abitare nei cuori dei giovani ed essere all’origine dei numerosi atti di violenza, individuali e collettivi», ha osservato Benedetto XVI, ribadendo l’impegno della Chiesa cattolica «nel campo della formazione globale dei giovani».
Con l’ambasciatore del Kuwait, Paese musulmano nel quale i cattolici «possono liberamente pregare nelle loro chiese», Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza del dialogo interreligioso e della formazione dei giovani alla tolleranza. Il Kuwait, «uscito dagli effetti devastanti della violenza e della guerra – ha sottolineato il Papa– continua a giocare un ruolo importante nel delicato processo di riconciliazione che offre l’unica speranza sicura per la risoluzione dei molti complessi problemi che affliggono il Medio Oriente». Il dialogo interreligioso e interculturale, ha quindi aggiunto, è «essenziale per sconfiggere le incomprensioni e creare solide relazioni basate sul reciproco rispetto e cooperazione nel perseguire il bene comune di tutta la famiglia umana». Rivolto poi all’ambasciatore di Singapore, Papa Ratzinger ha ricordato che «il successo economico ha bisogno di una salda base etica se vuol dare benefici alla società», e dunque la persona va «sempre posta a centro dell’impresa economica». Con il rappresentante della Thailandia Benedetto XVI ha sottolineato la preoccupazione del Paese, condivisa dalla Chiesa, «per il flagello dell’Aids, della prostituzione e del traffico sessuale che continua ad affliggere i Paesi della regione». A quest’ultimo riguardo ha denunciato la «volgarizzazione della sessualità da parte dei media e delle industrie del divertimento », affermando che «la complessità di questo indescrivibile sfruttamento umano chiede una risposta condivisa a livello internazionale».
Con l’ambasciatore del Suriname, infine, il Papa ha ribadito la necessità di «ostacolare il traffico internazionale di droga, i cui insidiosi effetti si sentono in tutta la comunità mondiale e sono particolarmente distruttivi per i poveri, i giovani, gli emarginati. Non solo – ha detto – il flusso illegale di droga produce gravi danni a coloro che abusano di tali sostanze, ma i canali che veicolano questo commercio strangolano la società in una rete di corruzione, cupidigia e sfruttamento ».
© Copyright Avvenire, 14 dicembre 2007
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