14 dicembre 2007
Mantenere vive le tradizioni del Natale come l'albero e il presepe per contrastare i simboli del consumismo
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Mantenere vive le tradizioni del Natale come l'albero e il presepe per contrastare i simboli del consumismo: l'auspicio di Benedetto XVI alla delegazione della Val Badia, che ha donato l'abete natalizio al Vaticano
L’albero di Natale come segno della vita e della religiosità popolare, ovvero come simbolo da custodire in una società che tende invece verso i simboli del consumismo. Su questo pensiero, Benedetto XVI ha imperniato il suo discorso alla delegazione della Val Badia, la verdeggiante zona del Trentino-Alto Adige dalla quale proviene il monumentale abete natalizio, che oggi pomeriggio verrà inaugurato in Piazza San Pietro. Il Papa ha accolto in udienza il governatore dell’Alto Adige e il sindaco di San Martino in Badia, accompagnati da un gruppo di abitanti della zona. Il servizio di Alessandro De Carolis:
(canto)
Dai boschi della Gran Ega, “stupenda conca soleggiata” ai piedi delle Dolomiti, al centro del colonnato marmoreo più famoso del mondo. E’ il percorso compiuto dall’enorme abete di 26 metri, e del peso di tre tonnellate, installato da qualche giorno in Piazza San Pietro e che tra circa due ore farà brillare all’intorno le luci delle sue duemila decorazioni. Benedetto XVI ha avuto parole di grande apprezzamento e di gratitudine per i valligiani delle cinque comunità altoatesine, mobilitatesi per questo dono al Pontefice. Giunti in Vaticano abbigliati nei loro costumi folkloristici, i membri della delegazione hanno portato al Papa anche l’omaggio della musica dei prodotti locali. E il Pontefice, nel ringraziarne la grande generosità, ha messo in luce il significato spirituale che l’albero di Natale porta sempre con sé:
“Questo vetusto abete, tagliato senza recare danno alla vita del bosco, adeguatamente addobbato, resterà accanto al Presepe fino al termine delle festività natalizie per essere ammirato dai numerosi pellegrini che da ogni parte del mondo giungeranno, nei prossimi giorni, in Vaticano. Significativo simbolo del Natale di Cristo, perché con le sue foglie sempre verdi richiama la vita che non muore, l’abete è pure simbolo della religiosità popolare della vostra Vallata che si esprime in modo particolare nelle processioni”.
Spero che questa bella iniziativa - ha proseguito Benedetto XVI, parlando in tedesco e in italiano - “riesca a risvegliare, tra i cristiani della Val Badia, il desiderio di testimoniare i valori della vita, dell’amore e della pace, che la festa della natività di Gesù richiama alla nostra memoria, anno dopo anno”. Nel porgere quindi gli auguri per le prossime feste di Natale, il Papa ha concluso con un nuovo auspicio:
“Cari amici, l’albero e il presepio sono elementi di quel clima tipico del Natale che fa parte del patrimonio spirituale delle nostre comunità. E’ un clima soffuso di religiosità e di intimità familiare, che dobbiamo conservare anche nelle odierne società, dove talora sembrano prevalere la corsa al consumismo e la ricerca dei soli beni materiali. Natale è festa cristiana e i suoi simboli – tra questi specialmente il presepe e l’albero addobbato di doni - costituiscono importanti riferimenti al grande mistero dell’Incarnazione e della Nascita di Gesù, che la liturgia del tempo dell’Avvento e del Natale costantemente rievoca. Il Creatore dell’universo, facendosi bambino, è venuto tra noi per condividere il nostro umano cammino (...) Predisponiamoci pertanto ad accoglierlo con fede animata da salda speranza”.
(canto)
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