21 dicembre 2007

Politi: Sarkò abbraccia le tesi ratzingeriane e rivendica le radici cristiane della Francia


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MARCO POLITI

CITTA´ DEL VATICANO - Sarko ribattezza la Francia. Dai tempi di Clodoveo nessun leader francese è arrivato in Vaticano con tanto entusiasmo per Santa Romana Chiesa. Il neo-presidente porta in omaggio al pontefice una cattolicità ostentata, l´esaltazione delle radici cristiane della Francia, l´elogio delle religioni, e la cattolica in modo speciale, perché offrono all´uomo un senso all´esistenza. «Sono cattolico di tradizione e di cuore», scolpisce Sarkozy sulle pagine dell´Osservatore Romano dopo averlo assicurato al Papa e confidato ai giornalisti all´uscita dal ristorante. Con Ratzinger c´è pieno accordo nel definire «un crimine» l´oblio dell´eredità cristiana del Continente.
I venticinque minuti di colloquio passati con Benedetto XVI - una rapida rassegna del panorama internazionale, dalla situazione nel Libano alle guerre in Medio Oriente, dalle crisi in Africa al problema dei rapporti fra Turchia e Unione europea, al caso di Ingrid Betancourt, tutt´ora prigioniera dei guerriglieri in Colombia - trovano l´apoteosi nel discorso che il presidente francese tiene a San Giovanni in Laterano accanto al cardinale Ruini dopo l´insediamento nella carica di «primo canonico» della basilica, onore dei sovrani e presidenti d´Oltralpe.
Se Enrico IV, primo assoluto dei canonici, fece il salto dal protestantesimo al cattolicesimo, Nicolas Sarkozy ha traghettato la presidenza francese verso il fervente abbraccio con la visione del mondo ratzingeriana.
«La laicità non può tagliare la Francia dalle sue radici cristiane», annuncia in un salone del Laterano, facendo scattare l´applauso dei prelati. Nei due secoli dopo l´Illuminismo, proclama, l´Europa ha sperimentato varie ideologie: l´emancipazione, la democrazia, il progresso tecnico, il riformismo sociale, la morale laica (per non parlare di nazismo e comunismo), ma ahimè nessuna di queste esperienze sa rispondere agli «interrogativi fondamentali sul senso della vita e il mistero della morte».

Anzi, la morale laica rischia sempre di «esaurirsi» e o di sfociare nel «fanatismo», priva com´è di un aggancio alla trascendenza. Chi crede, invece, è portatore di speranza e di questo la Francia ha bisogno per il suo avvenire.

Nei palazzi apostolici Sarkozy si mostra un po´ a disagio. Si accorge tardi, nel cortile di San Damaso, che dal pontefice non si va in cappotto. Entra nello studio papale con i foglietti di appunti come uno studente prima dell´esame. Si complimenta con Ratzinger per il suo «notevole francese», per sentirsi rispondere: «L´ho imparato a scuola, in Baviera».
Ma la visita risponde ad una lucida operazione politica. Anche nella scelta di alcuni invitati speciali: lo storico Max Gallo, un prete di frontiera capellone, padre Gilbert, il comico un po´ osé Jean-Marie Bicard. Non si tratta solo di pronunciare il «Benvenuto in Francia nel 2008» (quando papa Ratzinger si recherà a Lourdes e forse a Parigi), l´obiettivo del presidente è di cambiare di 180 gradi l´approccio dello Stato francese verso la religione, come delineato nel libro «La Repubblica, le religioni, la speranza» da lui scritto insieme al filosofo Thibaud Collin e al domenicano Philippe Verdin (ieri presente in Vaticano) e non a caso regalato al pontefice accanto a due testi del cattolico inquieto Georges Bernanos.
In Vaticano e al Laterano Sarkozy usa persino il linguaggio ratzingeriano. Parla di laicità matura, positiva. Evoca una «tendenza naturale» dell´uomo a cercare la trascendenza. E accenna un mea culpa per le sofferenze procurate ai cattolici con le leggi di separazione tra Stato e Chiesa del 1905.

Critica la «Repubblica laica che ha sottovalutato l´importanza dell´aspirazione spirituale». Lamenta che ancor oggi lo Stato francese non conceda il carattere di culto alle congregazioni e ai media cattolici e non riconosca neanche i diplomi di teologia.

«Amo parlare di temi spirituali con uomini di grande fede», conclude soddisfatto a fine giornata.

© Copyright Repubblica, 21 dicembre 2007

Voi non avete l'impressione che Politi sia un po' deluso? :-))
Questo insistere sui temi ratzingeriani...Sarkò...Sarkò!
Comunque il Presidente francese non era a disagio di fronte al Papa, ma, a mio modesto avviso, semplicemente emozionato.
Bellissima l'immagine di Sarkozy che, prima esita, e poi mette una mano sulla spalla di Benedetto. Molta cordialita' e molta intelligenza...

R.

1 commento:

mariateresa ha detto...

cara amica, il nostro ineffabile giornalista più che deluso mi sembra di colorito verdognolo. Almeno io, tra le righe, vedo color verdognolo.ehehehehe