7 gennaio 2008

BENEDETTO XVI E IL MONDO: NOTA SETTIMANALE SIR


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BENEDETTO XVI E IL MONDO: NOTA SETTIMANALE SIR

Pubblichiamo la nota SIR di questa settimana.

Sono in pratica ormai 180 gli Stati con cui a diverso titolo la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche. E come sempre all’inizio dell’anno l’incontro con gli ambasciatori accreditati è stata l’occasione per un discorso di ampio respiro, in cui il Papa ha passato in rassegna tutti i problemi - e le speranze - dell’orizzonte geo-politico planetario. Fin dentro l’Europa. Non ha mancato il Papa di ricordare che ancora vi sono focolai di divisione e di tensione, il Kosovo, per cui si attende una soluzione che tenga conto delle legittime rivendicazioni delle parti e Cipro, ancora divisa. Ma si rallegra perché è stato positivamente rilanciato il processo di sviluppo istituzionale dell’Unione.
Una “casa Europa” che Benedetto XVI ha ribadito “sarà per tutti gradevolmente abitabile solo se verrà costruita su un solido fondamento culturale e morale di valori comuni che traiamo dalla nostra storia e dalle nostre tradizioni e se essa non rinnegherà le proprie radici cristiane”.
Il punto, la preoccupazione, è sempre soprattutto sui temi di fondo, quelli che attengono i fondamenti, i valori, i principi, tanto più nell’anno che si apre, il sessantesimo della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Il Papa andrà a New York tra pochi mesi e ha ribadito che “in tutti i continenti la Chiesa cattolica si impegna affinché i diritti dell’uomo siano non solamente proclamati, ma applicati”. È una questione cruciale, quella dei diritti fondamentali.

I diritti non sono una sorta di minimo comune relativistico. Piuttosto sono “fondati su ciò che è permanente ed essenziale alla persona umana”.

Ecco che il Papa disegna così un percorso: la vita umana, la famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna, la libertà religiosa. Tre capisaldi dell’umanità che per diversi aspetti sono oggetto oggi di attacchi subdoli o aperti.
La sicurezza e la stabilità del mondo, osserva il Papa con realismo, rimangono fragili. Hanno bisogno di un fondamento, che laicamente Benedetto XVI riafferma essere Dio. È il cuore del suo discorso, quando ricorda che la libertà umana non è assoluta, che si tratta di un bene condiviso, di conseguenza l’ordine e il diritto ne sono elementi di garanzia. “Ma il diritto - osserva il Pontefice - può essere efficace solo se i suoi fondamenti sono solidamente ancorati nel diritto naturale, dato dal Creatore”. Non si può mai escludere Dio dalla storia, ribadisce Benedetto XVI. Sta qui, ripete con convinzione, la radice e la garanzia del dialogo, della giustizia, della pace.
È la logica del discorso di Ratisbona, che guarda in profondità e che chiama al dialogo, al confronto, tra le religioni e le culture, senza relativismi e sincretismi, ma nell’autenticità, solidamente ancorata a ciò appunto che è “permanente e essenziale alla persona umana”. È la strada del futuro.

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