21 gennaio 2008

«Da professore vi dico: rispettate le opinioni altrui» (Il Messaggero)


Vedi anche:

Il Papa: "Come professore emerito vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui..."

Il Papa ed i 200mila: il commento di RomaSette

Il Papa: “Non dobbiamo mai stancarci di pregare per l’unità dei cristiani”

Da Benedetto XVI una lezione di cultura (Antonino D'Anna per "Affari italiani")

Ecco la nuova polemica! Stronchiamola subito: il cardinale Tettamanzi non dice nulla sui divorziati che non abbia già detto Papa Benedetto!

NOTA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PAPABOYS: TESTIMONIANZA CRISTIANA DI GIOVANI MERCOLEDI' 23 GENNAIO

L’Italia riscopre la ricchezza del rito di Pio V

VATICANO: ALESSIO II INVITATO AD APERTURA ANNO PAOLINO

Sapienza, Maiani fa autocritica: «Sconfitti tutti noi, ci hanno strumentalizzato»

«Libertà e tolleranza». La lezione laica di Papa Ratzinger (Farina per "Libero")

Ruini il «regista» tra la folla: più gente di quanto avevo immaginato (Accattoli per "Il Corriere")

Roma cancella l'insulto della Sapienza (Il Tempo)

Gli incidenti diplomatici (e non) del prof. Bernardini

Bernardini: "Ratzinger un collega? Di chi? Non abbiamo cattedre di teologia, per buoni motivi. Che parlino per l'università San Pio V!"

Di Giacomo: "Con la sua consueta gentile mitezza, papa Ratzinger ha ieri seminato nella mente e nel cuore dei fedeli di Roma un'idea formidabile..."

Il Papa parla agli studenti «Da professore vi dico: rispettate tutte le opinioni» (Tornielli per "Il Giornale")

Moderazione commenti e premessa alla lettura dei quotidiani

L’Italia contro l’intolleranza In 200mila a San Pietro ridanno voce a Ratzinger (Scafi per "Il Giornale")

Matematico ebreo paga il prezzo per aver difeso il Papa (Zenit)

In anteprima l'edizione aggiornata del libro su san Bonaventura di Joseph Ratzinger: lo speciale dell'Osservatore Romano

Mons. Guido Marini: nella Messa dei Battesimi alla Cappella Sistina, il Papa non ha "voltato le spalle" ai fedeli, ma si è orientato con loro a Cristo

Angelus del Papa: servizio di Stefano Maria Paci e Laura Ceccherini

"Andiamo avanti in questo spirito di fraternità, di amore per la verità e per la libertà, nell'impegno comune per una società fraterna e tollerante"

ANGELUS DEL PAPA: I VIDEO, LE INTERVISTE, LE FOTO...

SMS E MAIL DI SOLIDARIETA' AL PAPA (RADIO VATICANA)

Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede! (il discorso che il Papa non pronuncera' alla Sapienza)

IL PAPA E L'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEI LAICISTI UNIVERSITARI: LO SPECIALE DEL BLOG

Da tutta l’Italia in piazza San Pietro. Invito agli studenti, dopo la rinuncia, «mio malgrado», a parlare alla Sapienza

«Da professore vi dico: rispettate le opinioni altrui»

Il Papa ai duecentomila: «Grazie della solidarietà, impegno comune per la tolleranza»

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO - Il «professore emerito» Ratzinger non si aspettava tanto affetto. Dalla finestra del suo studio il colpo d’occhio che ieri a mezzogiorno si stagliava sotto era impressionante. Davanti a sè poteva individuare facilmente gli universitari grazie agli striscioni degli atenei pontifici e poi il gruppone dei ciellini della Sapienza ben visibile da lontano sotto un gran cartello. «Il sonno della ragione genera mostri». Per un attimo Benedetto XVI durante l’Angelus del riscatto ha riposto i panni da pontefice per indossare quelli tanto amati di professore.

Cinque cattedre in cinque atenei statali in Germania prima di approdare nella Città Eterna come cardinale, una sfilza di libri pubblicati per non parlare poi delle lauree ad honorem e delle conferenze tenute nelle aule magne di tutto il mondo. L’umiliazione subita alla Sapienza che l’ha respinto ritenendolo estraneo al mondo accademico, l’ha voluta tramutare in una lezione di stile e di vita da offrire agli studenti: «Cari universitari vi incoraggio tutti ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene».
Poi, con una aggiunta a braccio, li ha spronati a costruire una «società fraterna e tollerante». Alla folla del Papa Day, duecentomila anime secondo la Gendarmeria vaticana, è tornato sui motivi che lo hanno portato a rifiutare l’invito. Il clima che si era creato, ha spiegato, ha reso «inopportuna la mia presenza. Ho soprasseduto mio malgrado».
L’Angelus dell’orgoglio cattolico è durato in tutto una ventina di minuti, comprese le tre preghiere mariane, i saluti nelle varie lingue e il breve discorso dedicato al tema della giornata, l’unità dei cristiani. Un passaggio tratto da San Paolo sembra tagliato alla perfezione per descrivere il clima attuale di contrapposizione. I Tessalonicesi «che vivevano al loro interno contrasti e conflitti» venivano richiamati ad alcuni «atteggiamenti fondamentali tra cui la preghiera», fonte preziosa, ha sottolineato il Papa, da cui attingere la forza per «superare ogni egoismo, per vivere insieme in pace e in unione fraterna, per portare, di buon grado, i pesi e le sofferenze degli altri». Al centro del colonnato, mescolato tra la calca, c’era il cardinale Ruini. Un cordone di agenti cercava di proteggerlo dalla gente che riconoscendolo spintonava per avere una benedizione o un autografo. Appariva compiaciuto per l’andamento gioioso della manifestazione. Niente comizi, aveva detto, è così è stato. «Non c’è stata nessuna strumentalizzazione: era un timore fuori dalla realtà. La gente è venuta non solo da Roma ma da tutta Italia per pregare, esprimendo affetto al Papa che tutti amano». Dietro a Don Camillo un gruppetto di teodem: Carra, Lusetti, la Binetti e Dorina Bianchi. Fendendo la folla con fatica riusciva a farsi strada il ministro Fioroni. Un rapido saluto. Rutelli, invece, si è intrattenuto per qualche minuto. La politica però oggi è sgradita. Sicchè la conversazione si concentra sulla storica chiesa di Sant’Agnese sulla Nomentana alla quale entrambi sono molto legati, Rutelli perchè ci andava da bambino, Ruini perchè è la chiesa del suo titolo cardinalizio. Appare contento anche il segretario dei vescovi Betori. «Oggi è accaduto qualcosa di straordinario. Mi pare evidente che ciò che vediamo sotto i nostri occhi riguarda la vita ordinaria del popolo cristiano che si stringe al suo pontefice». Benedetto XVI ha detto che occorre rispetto reciproco, un aspetto che difetta nell’Italia di oggi? «E’ assai difficile creare un clima di tolleranza laddove - ha rispoto Betori - non c’è il riconoscimento dell’altro e questo dovrà crescere nella nostra società». Per evitare ogni possibile strumentalizzazione il Papa in persona ha deciso all’ultimo minuto di affacciarsi non dalla Loggia, come inizialmente era stato ipotizzato, ma dalla finestra del suo studio. Voleva che fosse per tutti una domenica come tante. Apparentemente.

© Copyright Il Messaggero, 21 gennaio 2008, consultabile online anche qui


L’urlo dei Ratzi-fan: «Libertà e ragione»
Slogan e striscioni nella piazza indignata

di MARIA LOMBARDI

ROMA - Le idee oltreché l’affetto, gli slogan accanto a balli e cori di preghiera, gli striscioni per dire qualcosa e non solo per dire ci siamo. E’ una piazza San Pietro che vuol fare sentire il suo pensiero, quella che sotto un sole d’inverno alza gli occhi verso Benedetto XVI e all’improvviso si anima. Non solo stringe il Pontefice in un grande abbraccio, che è solidarietà, vicinanza, calore, ma fa molto, molto di più. S’indigna, s’accalora, si ribella e argomenta. «Viva la ragione, viva il Papa», i ragazzi dell’Istituto Sacro Cuore di Milano l’hanno scritto su un lenzuolo che adesso fa ombra e lo urlano anche al megafono, «viva la ragione», ed è uno slogan che fa un certo effetto nella piazza della fede. «Non siamo qui per essere vicini al Papa in modo sentimentale», spiega don Giorgio, uno degli insegnanti. «Non vogliamo dire: povero Benedetto, non ti hanno ascoltato, non ti hanno voluto». Quel che gli studenti di Milano intendono far capire con il loro striscione e i loro cori è altro: «Non siamo qui solo per difendere la libertà, ma per difendere la ragione nella sua interezza». E il Papa ci ha insegnato «a usare la ragione nel modo più autentico e libero», interviene Marco Ferrari, 26 anni, insegnante, perché la ragione «che non accetta il mistero è ridotta», piccola così.
«Benedetto chi ama la ragione», si legge sotto il colonnato, «libertà, libertà», è il coro che saluta il Papa, e accanto al simbolo del trifoglio è scritto a lettere enormi «libertas» e «non praevalebunt», non prevarranno, spiega Gianluca Porta, «i fondamentalisti laici», detto in latino perché è la «lingua dei nostri padri». Parole prese in prestito da Goya, «il sonno della ragione genera mostri». Nei mille messaggi affidati alle lenzuola bianche ricorre molte volte anche la «sapienza», ma quella del cuore, alcuni striscioni la chiedono in dono, ma la «nostra sapienza è Cristo». Toni anche forti, «Vergognatevi», firmato: la comunità cristiana del Pakistan. Non è un po’ troppo aggressivo nella piazza del Papa? «Sì è vero, ma a volte le parole forti servono. E’ la rabbia del cuore», spiega Tari Pervez e non bisogna averne paura perché «quella si può controllare, mentre è la rabbia della ragione la più pericolosa: porta all’odio e alla distruzione», Franco Ligabò, ingegnere elettrotecnico e lettore di Kierkegaard, sventola la bandiera dell’Italia e si rammarica, «nella nostra civiltà trionfa la ragione e c’è il vuoto dei sentimenti».
Universitari da tutta Italia, «non sei potuto venire da noi, noi veniamo da te», scrive la ”Gioventù italiana”, e pazienza per la sveglia alle due di notte per arrivare a Roma, l’offesa è stata grande, «uno scandalo», e servono parole coraggiose, «siamo stati provocati», ed ecco la risposta, eccoci qui perché il «Papa oggi è l’unico che esprime la vera libertà», Michele Pasotti ha 20 anni e studia Economia a Brescia. L’unico «che difende l’Occidente dopo la morte della Fallaci», Angelo Coppola di Frosinone non ha fatto la Comunione e nemmeno la cresima, in chiesa non mette piede, «siamo qui perché laici», l’ha scritto nello striscione che sorregge insieme alla moglie ucraina. Chi è laico, dice, dovrebbe essere qui, in piazza San Pietro, a difendere la libertà di parola, «per una ragione ideologica, dunque, per impedire che si vada verso la dittatura del pensiero unico».
La ”Sapienza” peggio che la monnezza di Napoli, Anna Lettieri viene da Caimano e ci vive accanto. Ma «la sofferenza per il rifiuto dell’università è stata più grande» del dolore di ogni giorno per la puzza dei rifiuti. ”Sapienza” e monnezza, «gli stessi colpevoli, quelli di sinistra», incalza Alessandro. A quei «quattro provocatori» Letizia dice «grazie, perché oggi per la prima volta sono qui, all’Angelus». Bella la «sincerità del Papa», Miguel non se l’aspettava, ha detto «io lì ci volevo andare». Ma si è fatto «ultimo», umilmente si è fatto «piccolo e ha rinunciato all’invito», Luca Agostini è arrivato da Arezzo con sette figli, dai 6 mesi ai 15 anni, «qui abita la vera sapienza».

© Copyright Il Messaggero, 21 gennaio 2008, consultabile online anche qui

Nessun commento: