19 gennaio 2008

Dal Papa parole di equilibrio e di alto valore morale (Trespidi per "Libertà")


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Dal Papa parole di equilibrio e di alto valore morale

di MASSIMO TRESPIDI

La vicenda della visita del Pontefice all'inaugurazione dell'anno accademico alla Sapienza ha avuto il suo epilogo giovedì scorso.
In un'università blindata, il rettore Guarini ha annunciato la volontà di invitare nuovamente Benedetto XVI nell'Ateneo: questo, ha detto il rettore, interpretando il desiderio della maggioranza della comunità accademica.
Fuori e dentro l'Aula magna vi sono state le proteste degli studenti, pro e contro Ratzinger.
I giovani dei collettivi, della rete di autoformazione, esponenti del movimento per il diritto alla casa e delegazioni di alcuni centri sociali, in compagnia del deputato di Rifondazione Francesco Caruso, hanno protestato perché è stato loro interdetto l'ingresso nell'università.
Queste frange di estremisti sono quelle che, unitamente ad alcuni docenti ed a qualche organo di stampa, hanno fatto crescere nei giorni scorsi la fronda contro il Papa, costringendo - di fatto - il Pontefice a rinunciare al proprio intervento.
Non è un caso che si tratti di soggetti ideologicamente vicini alle posizioni espresse, esattamente quarant'anni fa (ne ricorre l'anniversario), dai cosiddetti "sessantottini": ora come allora, l'obiettivo è di mettere il bavaglio a coloro che la pensano in maniera diversa, non essendo ammissibile discostarsi da una certa visione della società e della politica.
Quel che fa specie è che quei medesimi facinorosi nulla avrebbero trovato da obiettare - in omaggio ad un malinteso senso di apertura nei confronti di culture diverse - se all'inaugurazione dell'anno accademico fosse stato invitato un imam musulmano: accade così nel nostro incivile Paese che il diritto di parola, riconosciuto a chi fa fuoco e fiamme contro i nostri modelli di vita, inneggiando magari alla distruzione della civiltà occidentale, viene negato alla massima autorità cattolica.
Nel frattempo, il Vaticano ha reso pubblico il discorso che papa Ratzinger avrebbe pronunciato: parole di grande equilibrio e di alto valore morale e scientifico, nelle quali - pur sottolineandosi come un tempo l'Università La Sapienza fosse l'Ateneo del Papa - si riconosce incondizionatamente che oggi è un'istituzione "laica", libera da autorità "politiche ed ecclesiastiche", che - come tale - si deve assoggettare solo "all'autorità della verità".
Nell'allocuzione preparata dal Papa, letta nell'Aula magna dal prorettore Piero Marianetti, si affronta anche il tema del rapporto tra ragione e fede.
Si invita la prima - la ragione, appunto - a non diventare sorda al messaggio cristiano, altrimenti si "irrigidisce" come un albero che non ha più acqua. "Il pericolo del mondo occidentale - osserva papa Benedetto XVI - è oggi che l'uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità."
Riconosce ed ammette, il Papa, che le «autorità ecclesiali" hanno talvolta sbagliato nel corso della storia, ma avverte che "allo stesso tempo è vero che la storia dei santi, la storia dell'umanesimo, cresciuto sulla base della fede cristiana dimostra la verità di questa fede nel suo nucleo essenziale, rendendola con ciò anche un'istanza per la ragione pubblica».
Sono, come ben si vede, concetti profondi e di strettissima attualità, volti a far riflettere le coscienze in tempi nei quali il vortice dell'esistenza pone in secondo piano l'indagine sull'intima natura dell'uomo e della sua innata componente spirituale.
Ovviamente, questa triste pagina ha avuto risonanza anche all'estero, specialmente in Spagna e Germania (paese natale del Pontefice), mentre più contenuti sono stati i commenti in Francia e Gran Bretagna.
Ma gli echi sono giunti persino oltreoceano, dove se ne sono occupati il New York Times ed il Los Angeles Times.
Questi ultimi due quotidiani si sono detti sorpresi che in un'università "prestigiosa" siano state sollevate polemiche tali da portare un Pontefice e rinunciare al suo intervento.
In conclusione, desta profonda amarezza l'incapacità del governo italiano di garantire la possibilità di espressione sul territorio del nostro Paese ad un capo di Stato estero, nonché Vescovo di Roma e guida spirituale di oltre un miliardo di persone nel mondo.

© Copyright Libertà, 19 gennaio 2008

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