18 gennaio 2008

Messa tridentina: cambia la preghiera per gli Ebrei (Tornielli per "Il Giornale")


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Cambia l’antico messale Pronto un testo più «vicino» agli ebrei

di Andrea Tornielli

Benedetto XVI ha deciso di riformulare il testo della preghiera per gli ebrei contenuta nel messale tridentino liberalizzato dal recente Motu proprio «Summorum Pontificum»: la pubblicazione del nuovo testo, interamente riformulato, dovrebbe avvenire a giorni. Sparisce il riferimento all’«accecamento» del popolo ebraico. La nuova versione entrerà in vigore già nelle celebrazioni dei fedeli che seguono il rito antico della prossima Settimana Santa.

Nel vecchio testo si pregava – in latino – per la conversione degli ebrei chiedendo a Dio di sottrarre «quel popolo... alle sue tenebre» e di rimuoverne «l’accecamento» (termine mutuato da una delle lettere di san Paolo). Come si ricorderà, dopo la pubblicazione del Motu proprio che liberalizzava la Messa preconciliare, molte voci preoccupate si erano levate dal mondo ebraico. I rabbini capi di Gerusalemme, guide spirituali delle comunità sefardita e aschenazita, avevano scritto a Ratzinger per chiedere la modifica della preghiera del Venerdì Santo.

Va ricordato che il cammino di avvicinamento era iniziato già sotto Pio XII, il quale aveva fatto precisare dalla Congregazione dei Riti che l’antica formulazione «pro perfidis judaeis» stava a indicare «per i giudei che non hanno la fede». Papa Pacelli reintrodusse inoltre la genuflessione per quella preghiera. Giovanni XXIII, fin dal 1959, eliminò sia il «perfidis» che il successivo riferimento alla «perfidia» giudaica. Il testo emendato da Papa Roncalli, nell’edizione del 1962, l’ultima del messale antico prima della riforma post-conciliare, è stato liberalizzato da Benedetto XVI nei mesi scorsi.
Nella preghiera erano rimasti riferimenti all’«accecamento» e alle «tenebre» del popolo ebraico. «Quella preghiera ci preoccupa – aveva detto al Giornale lo scorso settembre il rabbino Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea dei rabbini d’Italia –.
Temiamo che quelli che leggono possano fare due più due e ragionare in questi termini: se noi preghiamo perché Dio tolga l’accecamento dagli ebrei significa che essi sono fuori dalla verità e questo può spingere fino all’antisemitismo».
Vescovi e prelati impegnati nel dialogo con il mondo ebraico hanno sollecitato la Santa Sede a intervenire e un’apertura in questo senso era stata manifestata lo scorso luglio dal cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone che, a Pieve di Cadore, aveva parlato della possibilità di una correzione. Benedetto XVI ha approntato una bozza per la nuova preghiera che dovrebbe essere pubblicata nei prossimi giorni dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Secondo alcune indiscrezioni, nella nuova versione, pur essendo stati omessi i passaggi ritenuti offensivi dagli ebrei, sarebbe comunque rimasto l’accenno al vecchio impianto della preghiera, quello alla conversione. Proprio su questo argomento era intervenuto il segretario della Congregazione per la dottrina della fede (dal 2003 al 2005 vice dell’allora cardinale Ratzinger), monsignor Angelo Amato, spiegando al quotidiano Avvenire che «nella messa noi cattolici preghiamo sempre, e per primo, per la nostra conversione. E ci battiamo il petto per i nostri peccati. E poi preghiamo per la conversione di tutti i cristiani e di tutti i non cristiani. Il Vangelo è per tutti».

La decisione di Benedetto XVI è una mano tesa alla comunità ebraica, che ha invitato il Pontefice a visitare la Sinagoga di Roma. È noto che Ratzinger desidererebbe molto potersi recare in Israele nel 2009, anche se le condizioni attuali delle trattative bilaterali tra lo Stato d’Israele e la Santa Sede per la soluzione di alcuni problemi giuridici e amministrativi non lasciano per il momento ben sperare.

© Copyright Il Giornale, 18 gennaio 2008 consultabile online anche qui

5 commenti:

mariateresa ha detto...

Questa è una buona notizia anche
se non tutti saranno contenti. Io invece lo sono per svariati motivi, ma il principale è che di problemi ce ne sono già abbastanza senza andarsene a cercare dei nuovi.
Vi segnalo, per chi è interessato, che sul sito dei protestanti dove io vado ogni tanto perchè sono curiosa e non conosco bene quel mondo, è in atto un puntuto dibattito sul papa alla Sapienza.
Il sito da subito ha manifestato solidarietà a papa Benedetto e così qualcun altro se ne è adontato.
Il mondo protestante è molto vario e probabilmente la cosa è normale.
Ho notato che Politi su Repubblica ha citato solo l'intervento di un certo settore degli evangelici che sono intervenuti in modo un po' biforcuto (ovvio, è meglio informare solo per quello che fa comodo).
Ma la questione non è così liscia.
Se volete il link è questo
http://www.icn-news.com/?do=news&id=2401

Anonimo ha detto...

Grazie :-))

Anonimo ha detto...

Cio significa che non sarebbe piu vera la parola di san Paolo nell'epistola ai Romani cap.11 vers 7-8.

"

Anonimo ha detto...

Dunque non sarebbe piu vera la parola di san Paolo nella lettera ai Romani?

Massimo Petrossi ha detto...

Cari anonimi, a ritagliare la Parola si fa dire a Dio delle bestemmie, mentre stan solo sulle labbra degli uomini stolti!

Paolo scrive in Romani, 1-12:

[1] Io domando dunque: Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino.

[2] Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia ricorre a Dio contro Israele?

[3] Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita.

[4] Cosa gli risponde però la voce divina?
Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal.

[5] Così anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per grazia.

[6] E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia.

[7] Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati induriti,

[8] come sta scritto:
Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi.

[9] E Davide dice:
Diventi la lor mensa un laccio, un tranello
e un inciampo e serva loro di giusto castigo!

[10] Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fà loro curvare la schiena per sempre!

[11] Ora io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani, per suscitare la loro gelosia.

[12] Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale!

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Allora? Cosa di ciò non sarebbe più valido?
Dire che, se gli Ebrei giungessero ad accettare il Messia come noi lo concepiamo, avrebbero la salvezza come noi la concepiamo, in cosa pregare per loro, che non hanno la fede che abbiamo noi, perché vogliam loro bene, sarebbe non più vero?