24 gennaio 2008

Rane dalla bocca larga curiali (rigorosamente anonime) attaccano il cardinale Bagnasco. Mons. Casale critica il cardinale Ruini


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L’attacco di Bagnasco divide anche la Curia

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO
Gelo tra le due sponde del Tevere. Nei rapporti tra la Chiesa cattolica e le istituzioni italiane, la linea collaborativa dettata dal segretario di Stato Bertone ha ceduto il passo, nell’ultimo mese, al «muro contro muro» ispirato dal cardinale vicario Ruini prima al Pontefice nel discorso sui mali di Roma, poi al presidente Cei Bagnasco nel durissimo attacco di lunedì, un attimo prima dell’apertura della crisi per l’uscita dell’Udeur di Mastella dalla maggioranza.
«La svolta di Bagnasco è inspiegabile e non è stata preventivamente discussa nel Consiglio Cei», critica un cardinale di Curia. «Sono molto sorpreso dalla prolusione di Bagnasco che contraddice il tono dialogante dei suoi precedenti interventi e si allinea a Ruini - lamenta l’arcivescovo emerito di Foggia, Giuseppe Casale - per ragioni di opportunità, andava evitata una rottura che è un boomerang per la Chiesa.
In Spagna, con Aznar, l’ingerenza ecclesiale portò Zapatero al potere. Alla Cei serviva un discorso più equilibrato e più sereno, meno militante-combattivo».
Insomma, più collaborazione e meno invettive. «C’è un deficit di democrazia nella Chiesa italiana. Ruini ha convocato piazza San Pietro da solo. Si vogliono governanti pronti ad esaudire i desideri ecclesiali a costo di lacerare il paese con Dio-patria-famiglia - aggiunge Casale - è giusto difendere la vita nel grembo materno, però bisogna pure farli crescere i figli, garantire un lavoro ai precari e non affidarsi ai conservatori che per convenienza si rifugiano pericolosamente sotto l’emblema sacro della Chiesa. Con una doppia strumentalizzazione». Temono che ora le «istituzioni si chiudano al dialogo» anche i vescovi di Pisa e Caserta, Plotti e Nogaro, mentre l’arcivescovo di Ancona, Menichelli definisce «socio-pastorale» il discorso di Bagnasco: «Nessuna spallata al governo, solo la riaffermazione di valori non negoziabili».
Lo stesso presidente Cei aggiusta il tiro con un’intervista più spirituale che politica all’Osservatore Romano. Il rapporto tra Chiesa e società in Italia «è un rapporto di grande stima e di estrema vicinanza popolare», e «non sono episodi, pure gravi e incredibili, come quello della mancata visita del Papa alla Sapienza che possono pregiudicare un’intesa e una positiva collaborazione, che sono e restano nei fatti». L’agenzia dei vescovi, Sir assicura: «La Chiesa vuole aiutare l’Italia riprendere il cammino. Da Bagnasco parole chiare ma sguardo positivo» e il Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali critica la «lettura politica forzata dai media».

© Copyright La Stampa, 23 gennaio 2008

Non sono d'accordo con Mons. Canale ma apprezzo molto il fatto che abbia avuto il coraggio di esporsi in prima persona, con la faccia ed il nome.
Non commento le dichiarazioni della rana dalla bocca larga vestita di porpora perche' e' troppo comodo criticare anonimamente un "collega" sui media con la garanzia dell'anonimato.
Per quanto riguarda Mons. Canale vorrei ricordare che Zapatero non ha vinto a causa dell'ingerenza della Chiesa ma a causa delle bombe di Al-Qaida che Aznar ha colpevolmente attribuito all'Eta.
Dobbiamo essere tutti grati al cardinale Ruini per avere avuto l'idea di consigliare (non imporre) ai fedeli di andare a Roma per dare solidarieta' al Papa.
Mi sarebbe piaciuto vedere in piazza San Pietro anche i vescovi diocesani ma evidentemente e' mancato il tempo di organizzarsi...

R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ritengo che non sia stato necessario che il cardinale Ruini si consultasse con i vescovi italiani in quanto ha agito quale vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma e della città ovve risiede l'università La Sapienza. Semmai gli altri avrebbero potuto seguire l'invito del vicario di Roma invitando in quanto presuli delle loro diocesi i fedeli di sostenere visibilmente e con affetto il vescovo di Roma.
L'episcopato italiano ha un suo problema con il Papa, con questo Papa. Tale problema che spesso si manifesta in aperta disubbidienza nei confronti del Papa e in ambigua azione pastorale è stato visibile anche durante gli incresciosi eventi delle settimana scorsa. Il vero problema non sono rane dalla bocca larga ma taciuti dissensi che trovano altri sbocchi dannosi per l'operato del Pontefice.Il problema della chiesa italiana: troppe volte si mira alla "bella figura" senza sostanza, tutto collegato con manovre sotterranei. Ecco forse questo era anche uno dei sensi della riechiesta di capacità di (auto)critica manifestata dal Pontefice.

euge ha detto...

Torna a galla sempre il solito problema dell'ubbidienza al Pontefice e come dici bene tu Seraphicus a questo Pontefice in particolare. Non entro nel merito di questo o quel conflitto ma, di una cosa sono sicura che da fedele e da profonda estimatrice del Papa e a questo punto sottolineo di Questo Papa, la cosa mi addolora profondamente. Poichè mi viene il sospetto, che l'obbedienza in questo caso sia subordinata o alle personali simpatie oppure a vecchi rancori che questi soggetti, covavano già nei confronti dell'allora Card. Ratzinger; a questo punto a malincuore, devo dedurre che lo spirito di unità che tanto noi invochiamo per i cristiani e per il quale il Nostro Pontefice Benedetto XVI ci invita a pregare, manca proprio all'interno della chiesa ovvero all'interno del corpo mistico di Cristo formato anche da noi che in nessun caso dovrebbe essere oggetto di questo contrasto.

Anonimo ha detto...

Ricordatevi sempre che Giuda non era un simpatizzante di Pannella ma era uno dei dodici. Quindi il vero male non è fuori ma dentro.

euge ha detto...

Caro Don Marco lei ha perfettamente ragione..........

- SEMPRE CON BENEDETTO XVI -

Anonimo ha detto...

Caro don marco hai perfettamente ragione. Sono un sacerdote e la penso come te: preghiamo per i vescovi italiani perchè siano uniti e obbedienti al Papa a questo Papa.

Anonimo ha detto...

Bell'esempio per i fedeli che danno quei prelati! Pensano che anche per la Chiesa valga la logica dell'audience e non, piuttosto, la proclamazione della verità. Nel Diario di S. Faustina Kowalska Gesù manifesta tutto il proprio dolore per i tradimenti dei consacrati...E che dolore!