23 gennaio 2008
Il vero motivo della crociata laicista contro il Papa? Benedetto non perpetua il rito e la consumata ideologia della separazione tra fede e ragione!
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La riflessione
Per capire perché è stato detto "no" alla visita del Papa alla "Sapienza", occorre analizzarne le motivazioni, partendo da quanto scritto nella lettera di Marcello Cini, professore emerito di fisica alla Sapienza.
Ha scritto in sostanza il prof. Cini che chiesa e scienza, perseguendo la ricerca della verità, lo fanno con metodi diversi: la chiesa con metodo dogmatico, la scienza con procedure euristiche, di scoperta, cioè mediate dalle sole forze dell'uomo e della sua ragione. Se fosse stato solo questo il motivo della contrapposizione, ci saremmo trovati di fronte ad un riciclo di motivazioni vecchie, stranamente riprese con virulenza di fronte alla annunciata visita di Benedetto XVI alla Sapienza.
La verità è un'altra e più sottile. È lo stesso prof. Cini che lo dice e che molti non hanno inteso cogliere per capire, ex adverso, lo straordinario processo di innovazione culturale che il nuovo pontefice intende portare nel rapporto tra fede e ragione. Dice il prof. Cini di Benedetto XVI: "Ha utilizzato l'effigie della Dea Ragione degli illuministi come cavallo di Troia per entrare nelle cittadella scientifica e metterla in riga".
Il vero motivo della impennata laicista dei professori di fisica è questo! Benedetto XVI non perpetua il rito e la consumata ideologia della separazione tra fede e ragione, la prima destinata ad abbracciare le verità ultime indimostrabili, affidate alla esegesi di dogmi e dottrine non sperimentabili, la seconda protesa a scoprire cause ed effetti della fenomenologia degli eventi naturali, senza intercessioni che non provengano dall'esperimento e dal ragionamento, induttivo o deduttivo che sia.
La tacita acquiescenza alla separazione di due domini, di cui, uno, quello della ragione, appannaggio del mondo della ricerca, ha reso il confronto tra i due mondi sicuro e tranquillo, sui conosciuti binari della attribuzione di ruoli invalicabili. La polemica era più facile, perché collaudata; eventuali intromissioni dell'autorità ecclesiastica nel campo dei significati ultimi dei fenomeni naturali (evoluzionismo, cosmologia ecc.) era facilmente fronteggiabile, con le ricorrenti argomentazioni sulla incongruità tra fini del magistero e metodi della scienza.
Benedetto XVI rompe una plurisecolare tregua culturale e rivendica alla Chiesa il diritto di parola anche sul terreno della validità dell'uso della ragione nel raggiungimento dell'imperscrutabile.
Nella sua enciclica "Spe salvi" il pontefice scrive: "Sì, la ragione è il grande dono di Dio e la vittoria della ragione sull'irrazionalità è anche uno scopo della fede cristiana. Se il progresso per essere progresso ha bisogno della crescita morale dell'umanità, allora la ragione del potere e del fare deve altrettanto urgentemente essere integrata mediante l'apertura della ragione alle forze salvifiche della fede, al discernimento tra bene e male".
Ancora: "Non è la scienza che redime l'uomo. L'uomo viene redento mediante l'amore". L'illusione nata da Francesco Bacone, all'alba dell'era moderna, secondo cui "l'uomo sarebbe stato redento mediante la scienza" s'è rivelata fallace.
Questa critica alla scienza, intesa come ricerca della verità, senza l'inserimento di essa in un quadro di valori, induceva Benedetto XVI a scrivere così nel suo discorso (non letto) alla "Sapienza": "Ma verità significa di più che sapere: la conoscenza della verità ha come scopo la conoscenza del bene". Il Papa paventa nei suoi scritti che la ragione "voglia autocostruirsi in base al cerchio delle proprie argomentazioni" e che, infine, soggiaccia, come criterio ultimo, alla "pressione degli interessi ed all'attrattiva dell'utilità".
Insomma, Benedetto XVI non vuole continuare a demarcare una linea di separazione tra fede e ragione, bensì a fondare una sinergia tra di esse, vivificata da riferimenti etici "senza confusione e senza separazione".
© Copyright Gazzetta del sud, 23 gennaio 2008
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1 commento:
Noi ci domandiamo perchè i media
lasciano tanto spazio a quel ***** di patentato comunista di
Beppe del Colle ?
A dire **** contro gli italiani e il governo votato a larghissima maggioranza dal popolo sovrano italiano ?
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