23 gennaio 2008

«Nel crollo generale di fiducia la Chiesa punto di riferimento» (confutati dagli esperti i dati Eurispes)


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«Nel crollo generale di fiducia la Chiesa punto di riferimento»

I controversi dati Eurispes contestati dagli esperti: intercetta la vita concreta e non subisce cedimenti

Un’Italia con poca fiducia nelle proprie istituzioni. È questo, secondo l’Eurispes, quello che emergerebbe dalle risposte un campione di cit­tadini (1042 in tutto) intervistati all’inizio del nuovo anno dai ricer­catori dell’istituto. I dati, contenuti in una delle 60 schede che compongono il Rapporto Italia 2008, sono stati anticipati alla stampa e contengono, tra gli altri, un risultato abbastanza sorprendente. Tra le istituzioni che, secondo l’in­dagine, avrebbero accusato un calo sensibile di fiducia da parte dei cittadi­ni, vi sarebbe infatti anche la Chiesa. Nella ricerca, in verità, si parla di «Chie­sa e altre istituzioni religiose», con un’unica voce omnicomprensiva e non me­glio specificata. Ad ogni modo, afferma il comunicato diffuso dall’ufficio stampa dell’Eurispes, «la Chiesa e le altre istituzioni religiose raggiungono il 49,7 per cento di fiduciosi, meno della della metà, con una flessione notevo­le della fiducia rispetto al 2007 (60,7 per cento)». Cali vistosi di fiducia anche per il governo (21,1 attuale contro il 30,7 dell’anno passato) e per il Parlamento (meno nove punti percentuali). Tengono, invece, il Capo dello Stato e le as­sociazioni di volontariato, con perdite di fiducia tutto sommato contenute.

DA ROMA MIMMO MUOLO

Ma è proprio vero che la Chiesa cattolica è in crisi di fiducia da parte degli italiani? I dati diffusi dall’Eurispes (quasi dieci punti percentuali in meno, misurati all’inizio del 2008, rispetto all’analogo periodo del 2007) lasciano sorpresi molti addetti ai lavori. Luca Diotallevi, docente di Sociologia delle religioni all’Università di Roma Tre e uno dei ricercatori che più ha studiato in questi anni l’immagine della Chiesa nella società, commenta: «Sono stupito.
Tutte le altre fonti in nostro possesso parlano, infatti, di una fiducia che anche in queste ultime settimane è rimasta su livelli alti, quando non è ulteriormente cresciuta. E sono in pratica i livelli di fiducia raggiunti solo dal Presidente della Repubblica e dalle Forze dell’ordine». Analoga la reazione di Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo Istituto di ricerche: «I fenomeni sociali non hanno solitamente oscillazioni così ampie.
Non siamo in Borsa. Quindi questi dati mi sorprendono non poco, anche perché sono in controtendenza rispetto alle indagini compiute dal mio Istituto». Qual è, dunque, l’effettivo grado di fiducia che gli italiani attribuiscono alla Chiesa cattolica?
Diotallevi non ha dubbi. «Per valutare al meglio questo rapporto, occorre tener conto anche del particolare momento che stiamo vivendo. Nei periodi di crisi e di incertezza – e sicuramente quello presente lo è – la gente tende ad essere più critica verso le istituzioni. Dunque, è possibile che il calo di fiducia generalizzato abbia toccato anche la Chiesa cattolica. Ma non nelle dimensioni che ci sono state presentate. Sulle quali – aggiunge lo studioso –può forse aver influito anche la dicitura 'Chiesa e altre istituzioni religiose', abbastanza dilatata rispetto a 'Chiesa cattolica' tout court». Per altro, afferma il sociologo, «gli stessi dati Eurispes confermano sostanzialmente almeno due elementi di fondo della geografia della fiducia degli italiani». Prima di tutto «la Chiesa cattolica risulta sempre tra i primissimi terminali di questa fiducia». E in secondo luogo, «la contrazione non ha apportato alcuna sostanziale modifica nella graduatoria delle preferenze».
Detto in altri termini, «la fiducia nella Chiesa, così come quella nel presidente della Repubblica, non è un fenomeno di nicchia, ma al contrario un dato che accomuna una larga parte del Paese e che proprio per questo risente delle oscillazioni dovute alle contingenze». Il sociologo dell’Università Roma Tre ricorda poi «tutta una vasta gamma di indicatori che misurano non solo l’espressione verbale della fiducia nella Chiesa cattolica, ma anche quella pratica». Accanto a «rilevazioni di importanti Istituti di ricerca che – sottolinea Diotallevi – quantificano la fiducia nella Chiesa cattolica intorno al 65-70 per cento (e in alcuni casi anche di più), ci sono anche le scelte quotidiane dei cittadini, in contesti privati come in contesti pubblici (si pensi alla richiesta di battesimi e matrimoni o alla celebrazione dei funerali da parte dei parroci), attraverso le quali gli italiani periodicamente confermano la propria fiducia nelle istituzioni ecclesiastiche e nei loro personaggi più significativi, a cominciare da Benedetto XVI». Per questo, afferma lo studioso, «si può sostenere tranquillamente che, pur nel calo generalizzato di fiducia, la Chiesa è una di quelle istituzioni che tiene meglio, perché meglio intercetta, con la sua vicinanza alla vita concreta della gente, le speranze e le difficoltà del Paese». È la percezione che, attraverso le sue ricerche, ha anche Nicola Piepoli (vedi box in alto alla pagina). «Sono dati che si mantengono più o meno costanti nel tempo – spiega Piepoli – e di solito subiscono piccole oscillazioni dovute alla maggiore o minore emotività del periodo. Per farli radicalmente mutare occorrono vere e proprie rivoluzioni – conclude l’esperto – e non siamo certo in un periodo del genere».

© Copyright Avvenire, 23 gennaio 2008


LE CIFRE

IN OPPOSIZIONE RISPETTO A MOLTE RILEVAZIONI

L’Eurispes dà, a sorpresa, la fiducia nella Chiesa cattolica sotto il 50 per cento.

Ma agli altri istituti di ricerca demoscopica risultano altre cifre. Per l’Eurisko si è almeno al 60% di media, in novembre 57,8%.
Secondo l’Ipsos, in settembre si arrivava al 66%. Secondo quanto riferisce Nicola Piepoli, alla domanda «quanto ha fiducia nelle seguenti Istituzioni italiane?», il campione prescelto ha risposto di averne (molto o abbastanza) nella Chiesa cattolica al 72 per cento, un po’ di meno delle Forze Armate (che raggiungono il 76 per cento), ma sicuramente al di sopra di magistratura (50 per cento), Parlamento (38 per cento) e governo (33 per cento).
La stessa ricerca ha messo anche in evidenza che papa Benedetto XVI riscuote (molto o abbastanza) fiducia da parte del 74 per cento della popolazione italiana e, in questa speciale graduatoria, risulta il personaggio pubblico al primo posto del gradimento.

© Copyright Avvenire, 23 gennaio 2008


VOLONTARIATO

UN BOOM PER IL MONDO DELL’ASSOCIAZIONISMO GRIFFINI (AIBI): LA GENTE NE APPREZZA L’OPERATO

Il sondaggio Eurispes soffre probabilmente di alcune sottovalutazioni, in particolare modo legate alla percezione della Chiesa, ma segnala comunque la forza del volontariato, spesso proprio di ispirazione cattolica. «Il mondo dell’associazionismo detiene il primato della fiducia degli italiani perché l’espressione delle politiche sociali reali e riesce così a catalizzare consensi grazie alla trasparenza del suo operato e il valore sociale del suo intervento», ha detto il presidente dell’Aibi (Amici dei bambini), Marco Griffini, commentando i dati diffusi lunedì. «Al contrario – afferma Griffini – si conferma il calo di fiducia nelle istituzioni, indice di uno scollamento della rappresentanza, in quanto i cittadini non si sentono più rappresentati dai politici e dal sistema dei partiti». 'Amici dei Bambini' ha rivolto quindi un appello al mondo non profit, affinché metta in pratica le proprie competenze, in un’ottica di sussidiarietà, a favore dell’interesse pubblico: «il privato sociale conosce in profondità i bisogni della comunità e sa come realizzarli proprio per l’esperienza diretta nel settore». È quindi arrivato il momento per le organizzazioni non profit – sostiene Griffini – «di entrare in politica in virtù di responsabilità, creatività, vicinanza agli interessi delle persone connaturate al mondo dell’associazionismo. Saranno questi i politici di domani, capaci di ottenere la fiducia dei cittadini».

© Copyright Avvenire, 23 gennaio 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Allora avevo ragione , dal basso della mia scienza, a mostrare perplessità circa il campione, l'oggetto dell'indagine,le domande e tutto l'ambaradan dei numeri a lotto (vedi riscontro allo scritto di Politi).