7 marzo 2008

Sotto la lente di Ratzinger le tesi di Martin Lutero (Il Messaggero)


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Sotto la lente di Ratzinger le tesi di Martin Lutero

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO

Papa Ratzinger vuole approfondire lo studio della figura di Martin Lutero, il padre spirituale della riforma protestante che osò sfidare gli insegnamenti della Chiesa cattolica sulla natura della penitenza pubblicando, cinque secoli or sono, le famose 95 tesi sul portone della Chiesa di Wittemberg, in risposta alla vendita delle indulgenze. Gli insegnamenti del monaco benedettino e i (pochi) punti di contatto che vi sono con la dottrina cattolica, come la valorizzazione delle sacre scritture e la partecipazione del popolo nella vita della Chiesa, costituiscono materia di ricerca piuttosto nota per Benedetto XVI.
Nel corso della sua carriera accademica, quando insegnava teologia in Baviera, ha più volte affrontato l’argomento e anche da Papa non ha mai smesso di approfondire questo filone. Come del resto testimonia la sua decisione di chiamare a sè, per un seminario ad hoc, gli ex studenti che con lui ottennero il dottorato o l’abilitazione all’insegnamento nelle università di Bonn, Tubinga, Ratisbona e Muenster. Per la fine di agosto, inizi settembre, il palazzo di Castel Gandolfo ospiterà il consueto summit estivo sul riformatore tedesco. Lungi dall’essere la riabilitazione di Lutero, come apparentemente potrebbes sembrare e come ha titolato in prima pagina anche il Times di Londra, l’evento accademico servirà a rafforzare ponti ecumenici, a creare un clima di dialogo con le chiese riformate. «La scomunica a Martin Lutero non è mai stata tolta e non verrà tolta nemmeno stavolta - spiegano autorevoli fonti in Vaticano - Il fatto che abbia voluto dedicare alcune giornate di studio a questo argomento rispecchia piuttosto la grande sensibilità del pontefice e il suo volersi sentire vicino alla realtà di fede della Germania». Negli ultimi tempi, a livello teologico, c’è stata una rivalutazione del pensiero luterano soprattutto sul tema della fede. «E’ possibile che il Papa - spiegano ancora gli esperti d’Oltretevere - in questo modo voglia trovare la strada per gettare ponti con le realtà riformate mettendo in risalto quei punti di comunione che vi sono, vale a dire la valorizzazione della Bibbia e la fede dell’individuo». Secondo Lutero l’uomo non avrebbe alcuna possibilità di redimersi con le sue sole forze, dato che solo la fede lo può salvare. L’unico riferimento per il cristiano è costituito dalla Bibbia e nessuno ha il diritto di proclamarsi esclusivo interprete del sacro testo. Infine, tra la Bibbia e i singoli fedeli, non deve sussistere alcuna mediazione. Nonostante l’importanza della dichiarazione congiunta sulla Giustificazione siglata nove anni fa, sul tappeto, tra cattolici e protestanti, restano e resteranno differenze insormontabili tra cui i sacramenti (per i cattolici sono sette, mentre il protestantesimo celebra solo il battesimo e l’eucarestia), il ministero sacerdotale, e il riconoscimento del papato.

A Castel Gandolfo gli ex studenti di Ratzinger - tra cui il cardinale di Vienna Schoenborn - armati degli scritti luterani, forse ripercorreranno anche le 95 tesi, rilette alla luce degli avvenimenti degli ultimi cinque secoli. Un dibattito accademico a porte chiuse, con interventi liberi sia da parte degli ospiti che del pontefice che dovrebbe essere pubblicato più avanti.

Nei seminari precedenti si parlò a lungo di evoluzionismo. Sotto accusa il darwinismo. Stavolta, invece, sotto la lente d’ingrandimeto c’è, ancora una volta, il rivoluzionario monaco benedettino. Che, suo malgrado continua a fare discutere in Vaticano.

© Copyright Il Messaggero, 7 marzo 2008 consultabile online anche qui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Badate che la luce che è in voi non sia tenebre... dice il Signore
e che la vostra preghiera, la vostra vita spirituale non sia un vano rituale.
Quanti di voi sono ricolmi di sentimentalismo religioso ma vuoti di spiritualità, sensibili ai sospiri degli spiriti eruditi ma morti ai dettami del vangelo,
amanti di mille sterili pratiche di devozione ma incapaci di silenzio, solitudine e distacco da tutte le cose.
Se foste uniti a Dio avreste lo spirito di Cristo, sareste segno di contraddizione,pietre d’inciampo per la mentalità di questo mondo e sareste odiati da tutti a causa del Suo nome, se davvero foste suoi discepoli, come il Figlio dell’uomo, non avreste dove posare il capo.
Per timore che molti se ne vadano non affondate più nelle coscienze
quella spada della verità che separa il bene dal male portando il gregge alla rovina… avete ormai abbandonato il sanguinoso campo di battaglia dove si combatte per la salvezza delle anime e si muore.
Come i farisei al tempo di Gesù svolgete con grande zelo le vostre mansioni ingannando voi stessi prima d’ingannare gli altri e come loro non riconobbero il tempo della venuta del Messia perché accecati dalla loro presunzione
così voi non vedete i segni del suo ritorno.

http://davidilgrido.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Lutero era agostiniano e non benedettino (una bella differenza). Mai i protestanti luterani riconosceranno il papato, visti i privilegi di cui godono come religione di stato nei paesi baltici e le zero rinunce che comporta essere pastori/e. In Gran Bretagna ormai gli anglicani, altra religione di stato, si trasmettono la carica per eredità e fra poco saranno più i chierici dei fedeli.Cordialmente, Eufemia