7 agosto 2008

Gmg: Giovani “infiammati” dal Papa. Don Andrea racconta le forti emozioni vissute da uno dei gruppi canadesi


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Giovani “infiammati” dal Papa

Don Andrea racconta le forti emozioni vissute da uno dei gruppi canadesi

Di LAYLA CRISANTI

TORONTO - Catechesi, meditazione, momenti liturgici, adorazione, tanta preghiera, ma anche incontri, scambi e testimonianze di ieri e di oggi.
Non una vacanza originale e differente, ma un pellegrinaggio vero e proprio. Un viaggio del corpo, ma soprattutto un percorso dell’anima, fatto di ricerca interiore, di domande ed esperienze.
Si tratta della ventitreesima Giornata mondiale della gioventù (Gmg), che si è svolta a Sidney e che ha lasciato un segno forte nel cuore dei circa 500mila giovani che vi hanno preso parte.
Anche i giovani torontini non hanno voluto perdere l’occasione di vivere questa esperienza unica, e di fare questo cammino di fede al fianco del Papa. Oltre duecento quelli che da Toronto hanno preso un aereo diretti a Sidney con lo “zaino” colmo di entusiasmo e desiderio.
A raccontarci questo cammino è Don Andrea Giulio Biagi, che l’emozione della Gmg l’ha vissuta in prima persona accompagnando il gruppo dei giovani canadesi della parrocchia di Richmond Hill. Diciannove ragazzi, tra cui anche tre italocanadesi, di diverse etnie, e differenti età (dai 14 ai 25 anni) ma tutti uniti dallo spirito di comunità e da questa esperienza di pellegrinaggio.
Dalle parole di Don Andrea e soprattutto dalla luce nei suoi occhi traspare la forza di questa esperienza. Attraverso il suo racconto, soprattutto, diventa palpabile la grande importanza dell’incontro con Benedetto XVI per i giovani torontini.
Toronto - Vancouver, Vancouver - Sidney, in tutto 20 ore di volo. È iniziata così, lo scorso 11 luglio, l’esperienza dei diciannove giovani guidati da Don Andrea. Un viaggio molto lungo per poter vivere un incontro unico; non solo quello con Papa Benedetto, ma anche quello con la capacità di meditare e di ascoltare. «Per tutti noi è stata un’esperienza molto forte e il fatto che si trattasse di un luogo così lontano ha contribuito ad accentuare l’eccezionalità di questo viaggio - inizia a raccontare Don Andrea - i momenti più significativi sono stati certamente quelli liturgici, in cui i ragazzi hanno sperimentato l’ascolto e la capacità di meditare».
Il gruppo è rimasto in Australia dall’11 al 23 luglio. Dopo il lungo viaggio il primo giorno per i giovani torontini è stato di assestamento. Il loro alloggio era in una scuola a circa 40 minuti di treno da Sidney. «I ragazzi sono stati molto colpiti dall’accoglienza, dalla capacità di stringere rapporti forti in poco tempo e dalla familiarità dei rapporti sociali». I primi giorni sono stati dedicati alla catechesi. Testimonianza e dono dello Spirito Santo sono stati i temi al centro delle riflessioni. Le giornate dei pellegrini iniziavano e finivano con la preghiera. La sveglia era alle sei e l’alba veniva salutata con le lodi mattutine e poi c’era la colazione, offerta dalle maestre della scuola “trasformata” in dormitorio. «Il gruppo ha scoperto la capacità di meditare - spiega Don Andrea - ogni giorno, dopo la catechesi che si svolgeva la mattina, facevamo un’ora di meditazione».
Ma il momento centrale di questo viaggio è stato senza dubbio l’incontro con il Papa. È per poterlo vedere e per potersi “dissetare” con le sue parole che i giovani hanno fatto tanta strada.
«L’incontro con il Papa è stato allucinante, nel senso bello del termine - dice Don Andrea - quando ha attraccato al molo di Barangaroo eravamo a cinque metri da lui, per i ragazzi è stato incredibile vederlo così da vicino». Don Andrea prosegue dicendo che lui è stato diacono di Giovanni Paolo II, era dunque abituato a vivere la vicinanza del Pontefice: «Ma l’emozione che ho visto nei volti dei miei ragazzi mi ha fatto capire la loro sete di vedere il Papa, di avere una testimonianza forte al loro fianco».
Quelle di Don Andrea non sono solo parole, tanto che uno dei ragazzi del suo gruppo ha avuto la vocazione proprio durante questa esperienza. Come era successo anche a Don Andrea, la cui vocazione è nata nel 1991, durante la Giornata mondiale della gioventù in Polonia. Quell’anno, come in questa edizione del 2008, il Papa aveva messo al centro lo Spirito Santo.

«I ragazzi sono stati infuocati dalle parole di Ratzinger, dalla semplicità del messaggio».

Il secondo “incontro ravvicinato” con il Papa i ragazzi di Toronto ce l’hanno avuta durante la messa notturna a Randwich.
«La veglia notturna è stata fantastica. Mi rendo conto che queste giornate hanno davvero acceso una luce negli occhi dei ragazzi. Nei loro volti si vede la gioia e lo stupore. I giovani sono stati davvero infiammati dal Papa, perché è stata un’esperienza in cui hanno trovato la verità».
«I ragazzi non hanno vissuto questi giorni come una vacanza - continua Don Andrea - si è trattato di un pellegrinaggio vero e proprio», infatti, il gruppo prima di partire ha fatto un percorso di preparazione sia diocesano che parrocchiale. Don Andrea spiega che a differenza del viaggio questo pellegrinaggio ha dato ai giovani un sensazione di sazietà durante la permanenza a Sidney, ma anche il desiderio di continuare il percorso di ricerca oltre la Gmg.
I giovani di Toronto si sono sentiti desiderosi di portare una testimonianza, di dare qualcosa dopo questa fantastica carica di energia. Una volontà legata anche al fatto che la parrocchia ha partecipato con il cuore, ma anche con le donazioni a questa esperienza. Due terzi delle spese di viaggio sono stati pagati dalla parrocchia e quindi i diciannove ragazzi hanno sentito di poter essere accanto al Papa grazie alla generosità di tante persone e per questo di dover essere testimoni.
Don Andrea spiega che proprio la volontà di essere testimoni, di essere segno concreto è uno degli elementi che unisce questi ragazzi.
Insomma quello con il Papa è stato un incontro che ha lasciato un segno in questi giovani. Un viaggio che non finisce, ma che apre la porta ad un percorso di approfondimento.

© Copyright Corriere Canadese, 7 agosto 2008 consultabile online anche qui.

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