18 agosto 2008

Il Papa ricorda Mons. Egger «Servo buono e fedele» (Adige)


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Il Papa ricorda Egger «Servo buono e fedele»

Vanja Zappetti

All'interno del Duomo, dove ieri pomeriggio è stata esposta la salma di Wilhelm Egger, è iniziato un viavai ordinato, rispettoso e devoto.
Si riconoscono generazioni differenti, tedeschi e italiani, quasi ad onorare anche nello spirito il defunto vescovo, paladino della convivenza e della reciproca comprensione. Chi entra trova la camera ardente (nella foto Dolomiten/Otto Ebner) grazie al flusso di persone, senza bisogno di chiedere indicazioni. Monsignor Willhelm Egger giace dietro l'altare, nella cappella del Duomo: senza sfarzi né protagonismi, come per tutta la sua vita, da buon Cappuccino. Incorniciato da sei candele, ha tra le mani un bianco rosario. Al suo fianco, appoggiata su uno strapuntino, la mitria, bianca a indicazione del lutto. Ai suoi piedi, all'ingresso della cappella, una foto lo ritrae in compagnia di Papa Benedetto XVI. La gente va e viene, alcuni si fermano in raccoglimento, altri entrano in cappella e s'inginocchiano, altri ancora vanno in fila all'aspersorio. Devozione, stima e deferenza, in un omaggio tributato da persone comuni, tra le quali è difficile distinguere il fervido credente dal laico rispettoso: tutti sembrano avere chiara in mente la statura morale del vescovo Egger. Quasi a conclusione di una parabola episcopale che ebbe tra i primi grandi impegni organizzativi la visita al santuario di Pietralba di Papa Giovanni Paolo II, il viaggio a Bressanone di Papa Ratzinger è stato l'ultimo grande impegno dell'episcopato. Trasferitosi a Castelgandolfo da poco più d'una settimana, il pontefice ha comunicato ieri subito dopo l'Angelus la propria «profonda emozione per l'improvvisa morte di S.E. Mons. Wilhelm Emil Egger, Vescovo di Bolzano-Bressanone». Il papa sembra raccogliere le sensazioni di tutti coloro che conoscevano monsignor Egger quando aggiunge d'averlo «lasciato pochi giorni fa apparentemente in buona salute.
Nulla faceva pensare ad una sua così rapida dipartita. Mi unisco al cordoglio dei parenti e dell'intera diocesi, nella quale era apprezzato ed amato per il suo impegno e per la sua dedizione nell'elevare al Signore una fervida preghiera di suffragio per questo suo servo buono e fedele. Invio una speciale confortatrice benedizione apostolica al fratello religioso cappuccino, agli altri parenti, a tutti i sacerdoti, e religiosi e religiose, e ai fedeli della Diocesi di Bolzano Bressanone».
Un servo buono e umile, così lo ricorda il Vaticano, così anche la diocesi di Bolzano-Bressanone e tutti i suoi fruitori, fedeli o non. Ieri intanto i membri del collegio dei consultori (Josef Kronbichler, Jakob Willeit, Pierluigi Tosi, Ivo Muser, Bernhard Holzer, Albert Ebner und Carlo Moser, Georg Untergassmair, Paolo Crescini) hanno eletto all'unanimità Josef Matzneller come Amministratore diocesano ad interim, in attesa della nomina vaticana del nuovo vescovo. Domani alle 15 ci sarà il requiem nel Duomo di Bolzano. Quindi la salma di monsignor Egger verrà trasferita nella Chiesa del Seminario Maggiore a Bressanone, dove sarà allestita la camera ardente. I funerali si terranno giovedì 21 alle ore 15 nel Duomo di Bressanone. Il giorno del funerale a mezzogiorno le campane delle Cattedrali di Bolzano e Bressanone e di tutte le chiese della diocesi suoneranno a morto.

© Copyright L'Adige, 18 agosto 2008

«Con umanità e lungimiranza ha guidato una diocesi difficile»

Vasto cordoglio anche in Trentino per la scomparsa del vescovo Egger (nella foto assieme al papa).
Il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai , che ricopre anche la presidenza di turno della Regione, ricorda che «a lui dobbiamo molto, per aver saputo guidare con sensibilità e lungimiranza la diocesi, dando un rilevante contributo al dialogo ed alla comprensione fra i gruppi etnici presenti in Alto Adige». Lo ricorda con affetto monsignor Umberto Giacometti , rettore dell'Arcivescovile che, con lui ha condiviso gli anni di studio al Collegio dell'Anima di Roma. «Un'amicizia che è continuata negli anni, ancora adesso ci ritrovavamo tutti gli anni per festeggiare il suo compleanno il 14 maggio - dice monsignor Giacometti -. Come vescovo ha sicuramente lasciato un'impronta di umanità, un elemento fondamentale per una presenza di Chiesa in mezzo alla gente, in mezzo al popolo, e poi un'impronta di amore alla Bibbia, alla parola di Dio, e di amore in genere alla cultura, al conoscere, al sapere. Anche adesso ho qui davanti a me un volume che mi ha regalato: "Sonntagbibel", una Bibbia che aveva curato lui, molto, molto grossa». «Lo ricordo con molto affetto, stima e riconoscenza per tutto quello che ha fatto per la Diocesi di Bolzano Bressanone - conclude monsignor Giacometti - e l'amicizia che ha sempre riservato agli amici di un tempo». Francesco Comina , assessore regionale e giornalista (dal 1994 al 2000 al settimanale altoatesino «Il Segno»), ha visto monsignor Egger domenica scorsa, alla messa con papa Ratzinger: «Era molto contento, aveva messo l'anima nel preparare questo evento. Rimaniamo orfani di un personaggio che ha segnato la Diocesi di Bolzano».

© Copyright L'Adige, 18 agosto 2008

«Terra d'incontro anche tra religioni»

«Dubito che a Roma abbiano già in mente un nome, la scomparsa di monsignor Egger è stata improvvisa... però non si può nemmeno escludere.
Papa Benedetto XVI conosce abbastanza bene l'Alto Adige, è appena stato a Bressanone, per cui la persona prescelta potrebbe anche essere qualcuno che il Pontefice conosce e frequenta da anni». Paolo Valente, giornalista e scrittore, già direttore responsabile del settimanale altoatesino «Il Segno», riconduce al motto «syn», che monsignor Egger ha portato avanti dal primo all'ultimo giorno, la grandezza del suo episcopato.
Che cosa ha rappresentato questo vescovo per l'Alto Adige? Quello di Wilhelm Egger è stato un episcopato abbastanza lungo, 22 anni, quindi è un po' difficile sintetizzare. Quando arriva Egger a Bolzano il cammino dell'Autonomia e le questioni istituzionali sono chiuse o in fase di chiusura, invece si tratta di riprendere la comunicazione sul piano umano tra i gruppi linguistici. La prima parola che lui lancia nel presentarsi alla diocesi è la parola greca «syn» che significa insieme, e che è pensata proprio per significare l'unità della comunità cristiana in senso ecclesiale, ma anche il dialogo e il confronto fra lingue e culture differenti. E anche se tutto si riducesse alla parola «syn» ne sarebbe valsa la pena perché in una terra come l'Alto Adige poter pronunciare la parola «insieme» e considerarla un obiettivo comune da raggiungere è un grosso passo in avanti rispetto ad altri periodi storici e rispetto a molte altre zone del pianeta dove la parola insieme è soltanto un miraggio. Come sono stati i rapporti con la Diocesi trentina in questi anni? Mentre nel periodo precedente, dagli anni '60 in poi, c'era stata un po' di freddezza a livello ecclesiale tra Trento e Bolzano, con lui i rapporti tra le due diocesi sono ritornati cordiali. E questo è un altro fattore positivo. Secondo lei si apre adesso una difficile successione? Personalmente faccio fatica ad individuare una persona, ma posso tracciare un identikit. Vedrei sicuramente un pastore, una figura in grado di dare indicazioni di massima sulla strada da seguire sia a livello ecclesiale sia sociale. Un pastore vuol dire anche una persona in grado di comunicare con la popolazione, i fedeli a lui affidati, quindi una persona perfettamente bilingue se non trilingue, in grado anche di far comunicare fra loro le varie parti della diocesi. Altra caratteristica importante è che tutto questo possa avvenire in un'ottica che vada al di là degli stretti confini altoatesini, in un'ottica europea e direi anche mondiale. Se il nuovo vescovo dovesse adottare un motto simile al «syn» di Egger sarebbe un «syn» che coinvolge anche i rapporti e il dialogo tra le religioni, un tema quasi assente nel 1986 quando fu nominato Egger, ma che dal 2001 è diventato di strettissima attualità. Penso che sia fondamentale che una terra come l'Alto Adige possa essere guidata dal punto di vista ecclesiale da una persona in grado di spiegare all'Alto Adige qual è la sua vocazione, cioè quella di essere terra d'incontro e di comunicazione.

© Copyright L'Adige, 18 agosto 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sul sito della diocesi di bolzano ci sono foto molto belle del vescovo Mons. Egger. Ciao, marco