18 agosto 2008
Razzismo, ma il Papa ha spiegato il Vangelo di Matteo (Velino)
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Su segnalazione della nostra Alessia leggiamo:
POL - Razzismo, ma il Papa ha spiegato il Vangelo di Matteo
Roma, 18 ago (Velino)
Anche ieri, come ogni domenica, il Papa ha fatto un commento alle letture del giorno della Messa, prima dell’Angelus.
Non ha voluto fare una lezione sul razzismo, ma parlare della “universalità della salvezza” e della “universalità della missione della Chiesa, costituita da popoli di ogni razza e cultura”, prendendo spunto da Isaia (“il mio tempio si chiamerà / casa di preghiera per tutti i popoli”), San Paolo e soprattutto dal Vangelo di Matteo (15, 21-28), dove si narra dell’incontro di Gesù con una donna cananea “una straniera rispetto ai Giudei” - e di un popolo che essi disprezzavano anche per motivi politici, per un conflitto con le città di Tiro e Sidone -, “esaudita da Gesù per la sua grande fede”. Benedetto XVI non ha ammonito il governo italiano, ma ha invitato “ogni comunità cristiana” ad approfondire la consapevolezza che “la comunità ecclesiale è chiamata a essere casa ospitale per tutti” e in questo modo “aiutare anche la società civile a superare ogni possibile tentazione di razzismo, di intolleranza e di esclusione e a organizzarsi con scelte rispettose della dignità di ogni essere umano. Una delle grandi conquiste dell’umanità è infatti proprio il superamento del razzismo”.
Lo sa bene questo Papa, di nazionalità tedesca, nel pieno della gioventù (è del 1927) negli anni della Seconda Guerra mondiale.
La foto del bambino ebreo nel ghetto di Varsavia, riproposta in questi giorni dal settimanale cattolico Famiglia cristiana la conosce bene, e conosce i rischi della deriva razzista. Per questo, aiutato e sollecitato dal Vangelo del giorno, ha espresso apprensione per il fatto che “di esso (il razzismo, ndr) si registrano in diversi Paesi nuove manifestazioni preoccupanti, legate spesso a problemi sociali ed economici, che tuttavia mai possono giustificare il disprezzo e la discriminazione razziale” e ha voluto pregare perché “dovunque cresca il rispetto per ogni persona, insieme alla responsabile consapevolezza che solo nella reciproca accoglienza di tutti è possibile costruire un mondo segnato da autentica giustizia e pace vera”. Il Papa non lo ha chiesto a Silvio Berlusconi, ma alla Madonna: “Affidiamo le problematiche sociali che ho ricordato alla materna intercessione di Maria” ha detto introducendo la preghiera dell’Angelus.
Una curiosità, che dice di come il commento al Vangelo di ieri in chiave “internazionale” fosse in qualche modo “obbligato”: anche sul foglietto “la Domenica”, con cui i fedeli in molte chiese italiane possono seguire la Messa, il box che riassume e commenta le letture del giorno sottolinea che “di fronte alla ‘fede grande’ della donna cananea, estranea quindi al popolo eletto, Gesù guarisce sua figlia. (…) Il tema dell’universalismo della salvezza - commenta l’opuscolo edito dai paolini - è, quindi, dominante. Pertanto nessuna barriera per il dialogo e la carità. Ecco allora il duplice volto della Chiesa missionaria: apertura a tutti i popoli della terra, perché anche agli stranieri è assicurato l’ingresso nella Chiesa di Dio” e la “chiamata a divenire grembo materno in Cristo, dell’incontro degli uomini con Dio e dell’unità del genere umano”.
© Copyright Il Velino, 18 agosto 2008
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