18 agosto 2008

La scomparsa di Mons. Egger: la biografia, le foto e le reazioni di chi lo conosceva bene (Corriere dell'Alto Adige)


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La scomparsa di Mons. Egger: il dolore dell'Alto Adige

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Mons. Bressan: "Egger, uomo affabile e costruttivo". "Spalla fedele e attenta del Santo Padre" (Adige)

Il Papa: "Una delle grandi conquiste dell’umanità è il superamento del razzismo". "Indegne le morti e le invalidità per incidenti stradali"

Card. Ratzinger ai catechisti: "Annunciare Dio è introdurre nella relazione con Dio: insegnare a pregare. La preghiera è fede in atto" (Giubileo 2000)

FOTO: Mons. Egger con il fratello gemello Kurt (dal sito della diocesi di Bolzano-Bressanone)

Su segnalazione di Marco possiamo vedere la galleria fotografica che il sito della diocesi di Bolzano-Bressanone ha dedicato a Mons. Egger:

FOTOGALLERY

LA BIOGRAFIA COMPLETA DI MONS. EGGER (accedi alle varie voci dal menù di sinistra)

Una vita dedicata allo studio della Parola di Dio

L'orfano «adottato» dai Cappuccini diventato teologo

Felice Espro

BOLZANO

Una vita dedicata alla teologia e alla missione di pastore. Wilhelm Egger nasce il 14 maggio 1940 a Innsbruck e cresce a Bergen, vicino Traunstein. Non è un'infanzia facile: dopo la morte del padre nel 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale, si trasferisce con la madre ed il fratello gemello Kurt a Vipiteno. Il giovane Wilhelm frequenta della scuola media e il ginnasio della scuola dei Cappuccini «Salern» a Bressanone. Cinque anni dopo la morte del padre, viene a mancare anche la madre. L'Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Il passo, dalla scuola alla vita dell'Ordine è breve: nel 1956 entra tra i Cappuccini a soli 16 anni. Dopo il noviziato, frequenta il liceo al Vinzentinum di Bressanone. Insieme a lui c'è il gemello Kurt.
Nel 1960 consegue la maturità statale, poi si dedica allo studio di filosofia e teologia nelle strutture dell'Ordine in Alto Adige. Wilhelm cresce e matura: ha 25 anni quando, il 29 giugno 1965, viene ordinato sacerdote nel Duomo di Bressanone. Inizia la vita di studioso di teologia: dal 1965 al '71 si dedica agli studi teologici a Friburgo (Svizzera), all'Istituto Biblico Pontificio a Roma e all'Ecole Biblique a Gerusalemme. Nel 1972 viene promosso dottore in Scienze bibliche e riceve la cattedra ordinaria di Nuovo Testamento allo Studio filosofico-teologico della diocesi a Bressanone. Tiene lezioni all'Antonianum e alla Pontificia Università Gregoriana e all'Università di Innsbruck, dove, nel 1981, consegue la libera docenza per l'esegesi del Nuovo Testamento. Da 1982 al 1985 è decano dello Studio filosofico-teologico di Bressanone. Si dedica in particolare ai metodi della ricerca neotestamentaria e alla «Wirkungsgeschichte» (storia degli effetti di un testo). Tiene conferenze su questioni bibliche nell'Europa centrale, in Africa, in Estremo Oriente, mettendo a frutto la padronanza di diverse lingue (tedesco, italiano, inglese e francese). Il 29 luglio 1986 viene nominato vescovo di Bolzano e Bressanone; il 31 agosto dello stesso anno è consacrato in Duomo dal vescovo Joseph Gargitter, suo predecessore. Ricopre l'incarico di presidente della Commissione per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale del Nord-Est; da settembre 2000 membro della analoga Commissione della Conferenza episcopale italiana. «Alla scuola della Parola di Dio», ripete il vescovo Egger, che per promuovere la lettura della Bibbia nelle famiglie pubblica una «Sonntagsbibel» (Bibbia della domenica) riccamente illustrata. A questo tema è dedicata anche la serie di 39 trasmissioni «Die Bibel und ihre Welt» (La Bibbia e il suo mondo) su Sender Bozen della Rai (1989), trasmesse anche in Austria dall'Orf. Realizza anche «Sette minuti con il Vangelo di Marco» e «Mistero della fede», per Radio Grüne Welle. Dal 1987 al 1996, visita tutte le 280 parrocchie locali e i missionari in Brasile. Negli ultimi mesi si dedica alle visite di decanati e comunità parrocchiali e dà ristoro al Santo Padre, Josef Ratzinger, organizzando le sue vacanze a Bressanone.
Dal 5 al 26 otobre avrebbe dovuto curare l'Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in Vaticano, sul tema «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa», nella quale avrebbe dovuto svolgere l'incarico di segretario.

© Copyright Corriere dell'Alto Adige, 17 agosto 2008

Golser: grande episcopato Durnwalder: perdita grave

Il sindaco: è stato un «motore» della convivenza

Sconcerto in tutto il mondo ecclesiastico «Un pastore vicino alla gente, sempre pronto ad ascoltare»

BOLZANO — Il mondo ecclesiastico è comprensibilmente sotto choc per la improvvisa morte del vescovo. Si fa portavoce di questo dolore il teologo Karl Golser, amico ed ex collega a Bressanone, che definisce quello di monsignor Egger «un grande episcopato». «Wilhelm — ricorda — è stato un personaggio di primo piano tra i vescovi italiani. È stato sicuramente il vescovo del dialogo, un uomo molto sensibile al tema della convivenza, tanto che aveva fatto, di Syn, insieme, il suo "stemma". Un uomo profondamente dedito allo studio delle sacre scritture, tanto che era stato nominato segretario speciale del sinodo dei vescovi che si terrà ad ottobre, proprio sulla "parola di Dio". Poi è da ricordare il suo forte impegno per l'ecumenismo. Gli anni dal 1986 ad oggi non sono stati facili, sopratutto a causa della forte secolarizzazione, della presa di distanza dalla Chiesa. Il vescovo ha molto sofferto per la crisi delle vocazioni. Ma è sempre stato un pastore vicino alla gente, sempre pronto ad ascoltare la voce dei consigli pastorali. La notizia, per noi che eravamo stati con lui e il Papa a Bressanone è stata appresa con grande sorpresa e sconcerto. Era così felice e sembrava in buona salute, anche se lui era un po' gracile e tendeva ad ammalarsi spesso».
L'improvvisa scomparsa del vescovo Egger ha «profondamente turbato e lasciato incredulo » il presidente Durnwalder. Appresa la notizia, in un primo commento il Landeshauptmann ricorda Egger come «una personalità che ha lavorato sempre alla ricerca di ciò che unisce e non che divide, che ha fatto del senso di equilibrio e della convivenza i cardini della sua missione pastorale. Una gravissima perdita per la nostra terra, per la Chiesa e per la comunità locale».
Nella figura del vescovo Egger il presidente Durnwalder ha sempre trovato «un uomo e un presule impegnato a fondo per la pacifica convivenza e per il bene di tutti i gruppi linguistici. Un vescovo del dialogo e dell'equilibrio, non solo nel rapporto con i gruppi ma tra tutta la popolazione nelle sue diverse articolazioni». Con la scomparsa di monsignor Egger, conclude Durnwalder, «l'Alto Adige perde una personalità di primissimo piano, un interlocutore fondamentale anche per la classe politica e per chi amministra la cosa pubblica. Siamo in lutto con la Chiesa locale e con tutta la comunità ».
Il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli si dice «molto colpito, anche perchè — racconta — lunedì ero con lui all'aeroporto per salutare il Papa che tornava a Roma. Un evento del genere non può che ricordarci la caducità della vita. Se Gargitter era stato un vescovo e un uomo di azione, Egger è stato più un vescovo di pensiero e riflessione. E con questa sua capacità di riflessione ha condotto il gregge altoatesino sulla via della convivenza. Un ricordo? Monsignor Egger era un personaggio schivo e timido. Lo conoscevo prima, ma da quando sono diventato sindaco ho avuto modo di conoscerlo meglio e la sua timidezza è venuta meno. Si è dimostrato anche un uomo simpatico con il quale ho avuto diversi piacevoli colloqui informali per preparare gli incontri con il Papa ».
Francesco Comina, assessore al lavoro con un passato di giornalista per il settimanale della Curia commenta. «È stato un vescovo importante — dichiara — che ha portato avanti con convinzione temi come la tutela dell'ambiente e della convivenza e che ha saputo interpretare il cambiamento della Chiesa italiana, nel passaggio da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI».
Fa. Go.

© Copyright Corriere dell'Alto Adige, 17 agosto 2008

Il teologo don Renner «Siamo senza guida»

BOLZANO — «Ho appena appreso — dichiara il teologo don Paul Renner — la triste notizia e non posso che essere molto sorpreso, per averlo visto felice durante la vacanza del Papa. Chiaramente dopo un tale evento ci vengono in mente i tanti passi biblici che fanno riflettere sulla fragilità dell'uomo. Questo è un momento di grande tristezza per tutta la diocesi, un momento di riflessione e di preghiera.
Ci si sente tutti un po' orfani quando muore un vescovo, un po' come quando muore un padre, con cui si poteva avere un rapporto dialettico, ma non per questo meno autentico e profondo. Tutti sono invitati a partecipare con la preghiera e con il ricordo. Le condoglianze più vive al fratello gemello Kurt, frate cappuccino.

© Copyright Corriere dell'Alto Adige, 17 agosto 2008

Qui Trento Padre Butterini: «Fu vicino alle famiglie separate». Boato: «Aveva una grande sensibilità»

Bressan: «Perdiamo l'uomo del dialogo»

TRENTO

La morte del vescovo Egger lascia attonito l'arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan. «Con lui la Chiesa e la nostra regione perdono un uomo e un pastore che ha sempre cercato il modo per rasserenare gli animi: non schivava i problemi, ma evitava di diventare problematico». In particolare, dice Bressan, «credeva nella forza dell'insieme, ossia nel cercare le vie della comunione e della corresponsabilità ». Infine il ricordo della comune esperienza, entrambi erano nati nel 1940, nella capitale: «Conservo nel mio cuore gli anni passati a Roma, durante gli studi, con le occasioni di incontro che fin da allora hanno intessuto la nostra amicizia». Oggi l'arcivescovo si recherà nella diocesi di Bolzano per portare personalmente le sue condoglianze. «Sono sconvolto». Padre Giorgio Butterini a fatica scandisce le parole dopo aver saputo della morte del vescovo Egger, prima di tutto un suo grande amico, con cui condivideva la scelta di vita dei cappuccini. «Abbiamo lavorato insieme quattro o cinque anni fa — racconta Butterini — al vangelo di Marco nell'ultima edizione della Bibbia Italiana ». «Lui era soprattutto un capuccino, di semplicità francescana, la sua forza era la capacità di mettersi al livello degli altri» ricorda il frate, che non fatica a richiamare alla mente un segno che distingueva Eccher. «Il suo motto era "insieme", vale a dire lo spirito tipicamente evangelico che ha saputo unire italiani, tedeschi e ladini, in un momento non facile della nostra storia, penso solamente al Los von Trient».
Padre Butterini ha un pensiero anche per il gemello del vescovo, Kurt, a sua volta cappuccino, e al dolore immenso di questi momenti, acuito nel rapporto di scambio continuo che c'è fra gemelli. «Wilhelm aveva una grande precisione nel valutare le scritture, conosco le sue capacità, abbiamo studiato insieme a Friburgo e a Roma. Per i suoi meriti ha ottenuto incarichi di alto livello, è stato nominato nella segreteria del Sinodo di Roma sulla parola di Dio. Mi ricordo che gli dicevo: "Guarda che è una cosa seria", e lui mi rassicurava "Sì, lo so". Lascerà in tutti un grande vuoto». Butterini non trascura nemmeno le battaglie del vescovo di Bolzano: «Aveva una grande attenzione per le coppie separate, cosa che non gli era stata mai perdonata da Roma».
E «sconvolto e sorpreso» si dice anche l'ex deputato dei Verdi Marco Boato che in più occasioni aveva avuto modo di conoscere e conversare con Egger. L'esponente del sole che ride, in vacanza per qualche giorno di riposo ad Acereto (val di Tures), dipinge un ritratto commosso del vescovo. «Non è un giudizio rituale — osserva Boato —, soprattutto da parte mia, se dico che per la Chiesa e la comunità sudtirolese, e più in generale per quella religiosa, si tratta di una grande e terribile perdita perché è venuto improvvisamente a mancare un uomo, un sacerdote, un vescovo di grande umanità e di grande sensibilità religiosa, di profondo equilibrio spirituale e di forte apertura al dialogo, al rispetto e alla comprensione, alla tolleranza». Ovviamente il pensiero di Boato corre anche ad Alexander Langer. Fu proprio il vescovo Egger a celebrarne i funerali dopo il drammatico addio alla vita. «Mi viene subito alla mente — conclude — il ricordo del rapporto che Egger seppe avere con Alex mentre era ancora in vita e il modo con cui celebrò i funerali, nel luglio 1995, con grande sensibilità umana e comprensione cristiana».

© Copyright Corriere dell'Alto Adige, 17 agosto 2008

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quanti elogi sperticati per il defunto vescovo Egger.
Mi tornano alla memoria le parole di un vecchio prete del mio paese, cappellano del cimitero, che girando e pregando tra le tombe non trovava mai una lapide dalla quale risultasse che il defunto ivi sepolto fosse stato un cattivo soggetto. Tutti bravi, onesti lavoratori, padri e mariti esemplari. Ma i cattivi e i disonesti dove sono stati seppelliti?
Ha scritto tanto e ha fatto tante altre cose da far sorgere il dubbio se abbia avuto il tempo di pascere il gregge affidatogli.
Il vescovo Egger era contro la messa tridentina e ha fatto sempre orecchie da mercante alle richieste dei fedeli che chiedevano l'applicazione dell'indulto di Papa Giovanni Paolo II e del Motu Proprio di Papa Benedetto XVI.
Che devo dire? Un vescovo in meno di quelli che fanno la fronda al Papa?
Anonimo 1+1=3