20 agosto 2008

Le vacanze dei Papi. Raccolti in un dossier dell'agenzia Fides interventi dei Pontefici sul significato del riposo estivo (Osservatore Romano)


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IL DOSSIER DELL'AGENZIA FIDES

Raccolti in un dossier dell'agenzia Fides interventi dei Pontefici sul significato del riposo estivo

Le vacanze momento di distensione che avvicina al Creatore

C'è un passo nel Vangelo di Marco nel quale si racconta che, dopo giorni faticosi, Gesù invitò i suoi discepoli a seguirlo in un luogo solitario, per concedersi un po' di riposo (cfr. Marco 6,31). Poco più di una settimana fa - era il 10 agosto - Benedetto XVI, congedandosi dalla cittadina di Bressanone durante l'Angelus domenicale, aveva citato il racconto evangelico nel ringraziare quanti gli avevano consentito di trascorrere due settimane "durante le quali - aveva detto - ho potuto distendermi, pensare a Dio e pensare agli uomini e così ricuperare nuove forze".
"Siccome la Parola di Cristo non è mai legata al solo momento in cui è pronunciata - aveva anche spiegato ai fedeli della cittadina altoatesina -, ho applicato questo invito ai discepoli anche a me e sono venuto in questo luogo bello e tranquillo per riposare un po'".
È il più recente intervento di un Pontefice sul significato delle vacanze. Una consuetudine, quella delle vacanze estive al di fuori del Vaticano, che per i Pontefici è stata inaugurata, nel lontano 1626, da Papa Maffeo Barberini, Urbano viii, il primo a essersi recato a Castel Gandolfo proprio per trascorrere un periodo di riposo. Da allora quindici dei trenta Pontefici che si sono succeduti sulla cattedra di Pietro sino a oggi, ne hanno seguito l'esempio soggiornando nelle Ville Pontificie durante l'estate.
Occasione per dettare queste riflessioni è sempre stato l'appuntamento per l'Angelus domenicale.
Fides ha pubblicato in questi giorni un dossier - uno dei tanti diffusi dall'agenzia della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli sul suo sito (http://www.fides.org/index.php?lan=ita) - nel quale sono raccolti i principali interventi sul tema delle vacanze proposti dai Pontefici negli ultimi qurant'anni.
Il percorso è a ritroso, nel senso che inizia con il magistero di Benedetto XVI.
La prima data citata è quella del 17 luglio del 2005. Papa Ratzinger, trovandosi in vacanza a Les Combes in Valle d'Aosta, spiegò così quale significato avessero per lui le ferie estive: "Nel mondo in cui viviamo - disse tra l'altro - diventa quasi una necessità potersi ritemprare nel corpo e nello spirito, specialmente per chi abita in città, dove le condizioni di vita, spesso frenetiche, lasciano poco spazio al silenzio, alla riflessione e al distensivo contatto con la natura. Le vacanze sono, inoltre, giorni nei quali ci si può dedicare più a lungo alla preghiera, alla lettura e alla meditazione sui significati profondi della vita, nel contesto sereno della propria famiglia e dei propri cari".
Il secondo significativo intervento di Benedetto XVI sul tema due anni dopo, esattamente l'8 luglio del 2007.
Si rivolgeva ai fedeli durante l'Angelus in Piazza San Pietro. Annunciando la sua prossima partenza per Lorenzago di Cadore - ospite del vescovo di Treviso nella stessa casa che aveva già accolto Giovanni Paolo ii, sottolineò l'importanza del contatto con la montagna "poiché - disse - evoca l'ascesa dello spirito verso l'alto, l'elevazione verso la "misura alta" della nostra umanità che purtroppo la vita quotidiana tende ad abbassare".
Un argomento, quello della montagna, che riprese proprio a Lorenzago durante la recita dell'Angelus domenicale: "Davanti a questo spettacolo di prati, di boschi, di vette protese verso il cielo, sale spontaneo nell'animo il desiderio di lodare Dio per le meraviglie delle sue opere".
E sempre lo scenario del Cadore ispirò a Benedetto XVI un'altra riflessione su un argomento che certamente turbava lo spirito delle vacanze.
Era il 22 luglio di quello stesso anno. Giorni durante i quali dal vicino e dal medio Oriente continuavano a giungere tragiche notizie di scontri sanguinosi e di episodi di violenza. Il Papa proprio di fronte alla meraviglia del creato volle invitare a riflettere, ancora una volta, sul dramma della libertà umana nel mondo. "La bellezza della natura - disse - ci ricorda che siamo stati posti da Dio a "coltivare e custodire" questo giardino che è la Terra (cfr. Genesi 2, 8-17): e vedo come realmente voi coltivate e custodite questo bel giardino di Dio, un vero paradiso. Ecco, se gli uomini vivono in pace con Dio e tra di loro, la Terra assomiglia veramente a un "paradiso".
Il peccato purtroppo rovina sempre di nuovo questo progetto divino, generando divisioni e facendo entrare nel mondo la morte. Avviene così che gli uomini cedono alle tentazioni del Maligno e si fanno guerra gli uni gli altri" rovinando questo "stupendo "giardino" che è il mondo" e aprono "spazi di "inferno"".
Ricordò anche gli altri grandi drammi della storia e l'iniziativa del Papa la cui memoria ha voluto perpetuare assumendone il nome: "Il 1° agosto 1917 - giusto 90 anni or sono - il mio venerato predecessore, Papa Benedetto xv, indirizzò la sua celebre Nota alle potenze belligeranti, domandando che ponessero fine alla prima guerra mondiale (cfr. Aas 9 [1917], 417-420)".
Benedetto xv ebbe il coraggio di gridare al mondo che si trattava di "un'inutile strage", un'espressione che è rimasta incisa nella storia. Si giustificava nella situazione concreta di quell'estate 1917, ma certamente acquistò immediatamente un valore più ampio, quasi profetico tanto da renderla attuale per i tanti altri conflitti che hanno stroncato e continuano a stroncare innumerevoli vite umane. Citò anche i servi di Dio Paolo vi e Giovanni Paolo ii per il loro memorabile "Mai più la guerra!" gridato all'Assemblea delle Nazioni Unite.
Il dossier di Fides ripropone poi l'immagine - che ha fatto il giro del mondo - di Giovanni Paolo ii mentre scia sulle piste innevate dell'Adamello per aprire il capitolo della catechesi di Papa Wojtyla sulle vacanze. Un capitolo assai vasto, per la verità, che inizia dal 15 agosto 1979, a Castel Gandolfo e si conclude l'11 luglio del 2004 a Les Combes.
Da ultimo il dossier di Fides rievoca la catechesi sulle vacanze offerta in tantissime occasioni da Papa Montini.
La prima da Castel Gandolfo, il 25 luglio del 1965 con le confidenziali espressioni che Paolo vi usò per ricordare quanti le vacanze non le potevano fare: "Pensiamo a quanti - disse - ci invidiano un po' dicendo: "Questi sono in vacanza e noi siamo qui sotto il sole di Roma". E ci fa pensare quindi, innanzitutto, a coloro tra i nostri fratelli, che non hanno la fortuna di poter fare vacanze e sono invece obbligati dal loro dovere consueto a continuare il loro servizio".

(mario ponzi)

(©L'Osservatore Romano - 20 agosto 2008)

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