17 agosto 2008

Mons. Egger, frate cappuccino come il fratello gemello Kurt, biblista di rara precisione e preparazione spirituale (Adige)


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BOLZANO - Frate cappuccino come il fratello gemello Kurt, biblista di rara precisione e preparazione spirituale

BOLZANO

Frate cappuccino come il fratello gemello Kurt, biblista di rara precisione e preparazione spirituale. Monsignor Wilhelm Egger, 68 anni, se ne è andato all'improvviso quasi non volesse creare alcun disturbo ai suoi collaboratori. Da 22 anni vescovo della diocesi di Bolzano-Bressanone, era delegato all'ecumenismo nella conferenza episcopale del Triveneto ed anche presidente della Commissione per la revisione della bibbia tedesca. Il suo cuore ha ceduto ieri sera. I collaboratori lo hanno trovato riverso a terra nel suo appartamento di piazza Duomo 5 a Bolzano. È stata la perpetua a preoccuparsi dell'insolito ritardo per la cena e l'ha trovato senza sensi. Erano le 19.20 quando l'ambulanza è stata chiamata nell'alloggio del vescovo e per quasi un'ora il medico ha proceduto con la rianimazione. Non c'è stato più nulla da fare: monsignor Egger è stato colto da un infarto. La camera mortuaria è stata allestita nell'appartamento di piazza Duomo, mentre padre Kurt, il fratello, avvertito della disgrazia mentre si trovava fuori città per un periodo di riposo, ha raggiunto Bolzano nella notte.
«Stava bene, non aveva accusato alcun malessere nell'ultimo periodo», spiegano i collaboratori stretti di monsignor Egger, che si era occupato in prima persona dell'accoglienza di papa Benedetto XVI a Bressanone, stando al suo fianco fino alla partenza, l'11 agosto scorso. Oggi alle 12 la campana grande in tutte le chiese parrocchiali della diocesi suonerà per dieci minuti.
Già nelle prossime ore si riuniranno i Consultòri per la nomina di un amministratore della diocesi, una nomina che probabilmente sarà interna e riguarderà una persona vicina al pensiero ed all'operato del compianto vescovo.
Monsignor Wilhelm Egger nacque il 14 maggio 1940 ad Innsbruck, «per via delle opzioni», come spiegano i suoi collaboratori. Fu austriaco di nascita ma sudtirolese nel cuore, figlio di altoatesini e profondamente legato alla sua terra; quando il padre morì in guerra, nel 1945, la madre tornò nelle sue terre d'origine e con i figli si stabilì a Vipiteno. Per motivi di studio visse a Bressanone e il 29 agosto 1956 entrò nell'ordine dei Cappuccini. Il 29 giugno 1965 venne ordinato sacerdote. Seguirono anni di studi filosofico-teologici, con monsignor Egger impegnato ad approfondire il Nuovo Testamento e l'insegnamento. Dedicò particolare attenzione ai metodi della ricerca neotestamentaria e alla «Wirkungsgeschichte» (storia degli effetti di un testo, con particolare relazione a Francesco d'Assisi). Tenne conferenze sulle questioni bibliche in vari Paesi dell'Europa centrale, in Africa, in estremo Oriente. Per la sua profonda conoscenza delle lingue (oltre al tedesco ed all'italiano, anche l'inglese ed il francese), per la sua esperienza di vita in una realtà complessa e variegata come quella altoatesina venne nominato vescovo della diocesi di Bolzano Bressanone. Era il 29 luglio 1986; la consacrazione avvenne un mese dopo, il 31 agosto. Un compito importante lo attendeva: guidare una diocesi che deve tener conto delle differenti sensibilità e tradizioni di tre gruppi linguistici. Membro dal 2000 della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo (Conferenza episcopale italiana), monsignor Egger cercò di tenere unita la realtà altoatesina, pur nel rispetto delle diversità. Credette molto nella promozione delle lettura della Bibbia in famiglia e, fra le sue numerosi pubblicazioni, c'è la «Sonntagsbibel», la Bibbia della domenica, illustrata. A questo tema venne dedicata anche una serie di trasmissioni su Sender Bozen (programmi in lingua tedesca della Rai, 1989). Ieri monsignor Wilhelm Egger se ne è andato, lasciando un vuoto che sarà difficile colmare. La data del funerale non è ancora stata fissata.

© Copyright L'Adige, 17 agosto 2008

Le testimonianze Don Valentini e don Vanzetta ricordano gli incontri quando il presule festeggiava il compleanno

I preti trentini: grande cultura ma semplicità

Tra i sacerdoti trentini, ecco il ricordo personale di don Remo Vanzetta , parroco di Pergine: «Abbiamo studiato insieme al collegio di Santa Maria dell'Anima, a Roma, nella zona di lungua tedesca. Egger era reduce da due anni di studi in Terra Santa, e fu tra i pochi ad ottenere il dottorato in studi biblici». Don Vanzetta e don Agostino Valentini ricordano i tanti incontri comuni (anche a Mezzocorona) in occasione del compleanno di Egger, che cadeva il 14 maggio.
Prosegue Vanzetta: «A distanza di anni, ho sempre seguito la sua attività e le sue pubblicazioni. Ho sempre apprezzato la brevità e la semplicità nell'esposizione, sapeva tradurre facilmente le Sacre scritture». Il parroco di Pergine perde quindi «un amico vero», con il quale si potevano avere incontri «fuori dalle etichette», nonostante il ruolo di vescovo di Egger. L'ultima comunicazione risale a poche settimane fa: «Mandai una mail a Egger - fa sapere Vanzetta - per chiedergli se potevo partecipare all'incontro del Papa con i sacerdoti altoatesini.
Mi rispose che non ci sarebbero stati problemi e infatti ho partecipato». Don Severino Vareschi , docente di storia ecclesiastica, parla di «sorpresa, cordoglio, dolore». Secondo Vareschi «la diocesi di Bolzano-Bressanone perde un vescovo importante e quella di Trento un partner con cui è stato possibile realizzare cose preziose, come è stato nel caso dello Studio teologico accademico». Secondo Vareschi, Egger «ha saputo favorire il riconoscimento della peculiarità dell'Alto Adige», ponendosi sempre «proprio come un vescovo cappuccino, con vicinanza, popolarità e semplicità». Che impressione saperlo morto dopo le tante immagini sorridenti accanto al Papa: «Non sembrava stressato, anzi si mostrava sempre contento», conclude don Vareschi. Don Agostino Valentini , parroco di Mezzocorona ed ex direttore di Vita Trentina, era uno degli amici più vicini a monsignor Egger. L'ultima volta si erano visti il 14 maggio scorso, quando il presule era sceso in Rotaliana per festeggiare il suo compleanno assieme al gruppo di studenti che avevano alloggiato all'inizio degli anni Settanta nel Collegio teutonico di S.Maria dell'Anima, a Roma, durante gli studi universitari. «Era un'abitudine che avevamo preso da quando era stato ordinato vescovo» racconta don Agostino, raggiunto ieri sera dalla notizia dell'improvvisa scomparsa. «Lo apprezzavo molto per il suo modo di fare e di essere - aggiunge - e lo sostenevo con la preghiera forse anche più del mio stesso vescovo. Spesso mi rivolgevo a lui per i problemi della diocesi e mi piaceva la sua capacità di riflessione». Negli incontri annuali Egger arrivava assieme al fratello gemello Kurt, anche lui cappuccino, e a un gruppetto di amici dei tempio romani. Tra i trentini c'erano don Chiasera, don Vanzetta, monsignor Giacometti e altri. Ora tutti piangono la scomparsa dell'amico Wilhelm.

© Copyright L'Adige, 17 agosto 2008

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