17 agosto 2008

Mons. Bressan: "Egger, uomo affabile e costruttivo". "Spalla fedele e attenta del Santo Padre" (Adige)


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"Uomo affabile e costruttivo"

Il ricordo di Monsignor Bressan, che è suo coetaneo

Profondo conoscitore della Parola di Dio, ma anche uomo mite e semplice, capace di dialogare in modo sincero e fraterno con le persone.
Nelle parole di chi ha conosciuto monsignor Egger il ritratto del biblista e del pastore. «Solo pochi giorni fa ci siamo parlati a lungo in occasione delle vacanze del Santo Padre a Bressanone: l'ho trovato animato da quella sua affabilità che conquistava, da quel suo carattere sempre positivo, dolce e costruttivo». Sono le parole del vescovo Luigi Bressan , attonito per la notizia della morte del vescovo di Bolzano-Bressanone, al rientro a tarda sera da una celebrazione in Val di Ledro. «Con lui - continua l'arcivescovo - la Chiesa e la nostra Regione perdono un uomo ed un pastore che ha sempre cercato il modo per rasserenare gli animi: non schivava i problemi, ma evitava di diventare problematico. Era animato da una grande fiducia, per cui anche le difficoltà non gli impedivano di incoraggiare e di rilanciare. Soprattutto, credeva nella forza dell'insieme, ossia nel cercare le vie della comunione e della corresponsabilità». In particolare, dice Bressan, «ho avuto modo più volte di apprezzare la sua attenzione pastorale per le diverse componenti etniche, linguistiche e culturali della diocesi affidata alle sue cure».
Monsignor Egger era coetaneo di monsignor Bressan: «Conservo nel mio cuore gli anni passati a Roma, durante gli studi, con le occasioni di incontro che fin da allora hanno intessuto la nostra amicizia». La stima nei confronti del vescovo Egger «era legata anche alla sua conoscenza della Parola di Dio, che sapeva scandagliare ed attualizzare con la preparazione di chi l'ha frequentata prima personalmente, facendone nutrimento spirituale». Per questa sua riconosciuta competenza il Papa l'aveva nominato Segretario generale del Sinodo dei vescovi che si celebrerà quest'autunno in Vaticano, dedicato appunto alla Bibbia. Monsignor Bressan torna quindi sull'ultima occasione di incontro con il confratello: «Era molto lieto dell'onore che Benedetto XVI gli aveva fatto, scegliendo Bressanone per le sue vacanze. Con il Papa aveva una familiarità maturata nelle diverse occasioni in cui in passato l'allora cardinal Ratzinger ha frequentato Bressanone: oggi monsignor Egger avvertiva tutta la responsabilità di accogliere ed ospitare il Papa».
L'ultimo pensiero del vescovo - che oggi si recherà nella diocesi sorella per portare personalmente le sue condoglianze - è espressione della vicinanza solidale dell'intera diocesi di Trento. Profondamente colpito dalla scomparsa di monsignor Egger anche il presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder , che lo ricorda come «una personalità che ha lavorato sempre alla ricerca di ciò che unisce e non che divide, che ha fatto del senso di equilibrio e della convivenza i cardini della sua missione pastorale». Il presidente Durnwalder parla di «una gravissima perdita per la nostra terra, per la Chiesa e per la comunità locale». Nella figura del vescovo Egger ha sempre trovato «un uomo e un presule impegnato a fondo per la pacifica convivenza e per il bene di tutti i gruppi linguistici. Un vescovo del dialogo e dell'equilibrio, non solo nel rapporto con i gruppi ma tra tutta la popolazione nelle sue diverse articolazioni».
Addolorato e sconcertato per l'improvvisa morte dell'alto prelato don Sergio Nicolli , direttore dell'Ufficio nazionale di pastorale della famiglia e responsabile dell'Ufficio di pastorale familiare di Trento: «Lo conoscevo benissimo, anche perché quando veniva a Roma alle assemblee della Cei ci vedevamo ed in qualche occasione è venuto anche a casa mia. Due anni fa - ricorda - ancora prima che io andassi a Roma, mi aveva invitato in diocesi a fare un incontro per le famiglie. Tra noi c'era un'amicizia sincera, una sintonia profonda sui problemi della famiglia. Di lui ricordo soprattutto la grande umanità, una dote che, al di là del ruolo, riusciva a metterlo in contatto con molte persone. La conversazione con lui era sempre piacevole, perché era una persona molto vero e schietta. Ho sempre apprezzato la sua capacità di dialogare con realtà molto diverse: aveva uno spirito molto ecumenico e sapeva cogliere la ricchezza di ogni realtà». Profondamente colpito dall'improvvisa morte di monsignor Egger, don Salvatore Tonini , originario di Storo, ma da 33 anni «in prestito» alla Diocesi di Bolzano - Bressanone (ora è parroco a Merano, nel quartiere di Sinigo): «È un grande colpo per tutta la diocesi, siamo ammutoliti. Ricordo quando era venuto qui a consacrare la nostra Chiesa, nel 2003: era una persona molto amichevole e aperta, freundlich si dice. Alla sua formazione intellettuale univa una grande fraternità». Molto impressionato don Ivan Maffeis , direttore del settimanale diocesano Vita Trentina: «Mi ha sempre colpito la sua cordialità, la sua attenzione alle persone e il suo sorriso mai formale. Aveva una grande capacità di sdrammatizzare le diverse situazioni e di porsi davanti agli interlocutori con semplicità, senza fare pesare la sua grande preparazione di biblista».

© Copyright L'Adige, 17 agosto 2008

Spalla fedele e attenta del Santo Padre

Erano state settimane intense le ultime per il vescovo Egger. Intense ma anche dense di emozioni e soddisfazioni per la visita del papa in terra altoatesina.
Benedetto XVI era arrivato lunedì 28 luglio e monsignor Egger era lì, ai piedi delle scalette dell'aereo vaticano sulla pista dell'aeroporto di Bolzano. Nell'occasione era salito in macchina col pontefice accompagnandolo nel viaggio fino al Seminario di Bressanone.
«Abbiamo parlato dei vari posti dell'Alto Adige - racconterà più tardi ai giornalisti - e delle sue vacanze. Il papa si è detto dispiaciuto di non poter passeggiare per le vie del centro come faceva quando era cardinale».
Due settimane di vacanza diverse per papa Ratzinger rispetto a quando veniva a Bressanone da cardinale, ma diverse anche per il vescovo, naturalmente investito della responsabilità dell'organizzazione del soggiorno. Oltre ai colloqui privati Egger è stato presente in tutte le uscite pubbliche del sommo pontefice durante le due settimane di soggiorno. Una presenza all'apparenza sempre serena e discreta. Egger appare in quasi tutte le foto ufficiali, sempre un passo dietro al papa. Quasi sempre sorridente. Pronto a dare indicazioni e supporto all'illustre ospite. Era sull'altare, assieme all'arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, in occasione dell'Angelus di domenica 3 agosto. Ed era ancora lì, accanto a Benedetto XVI, martedì 5 agosto per l'uscita ad Oies, in Val Badia, nei luoghi di nascita di Giuseppe Freinademetz.
Come c'era naturalmente all'incontro con tutti i sacerdoti della diocesi. Durante il soggiorno del Santo Padre, Egger ha lavorato per garantirgli pace e tranquillità.
Assieme allo staff vaticano ha fatto da filtro per evitare che il pontefice fosse caricato di troppi impegni ed ha resistito ai tanti, singoli, gruppi e associazioni, che avrebbero voluto incontrarlo.
Ne ha parlato anche durante l'omelia della messa che ha preceduto l'ultimo Angelus, domenica scorsa, 10 agosto, prima del ritorno del papa a Castelgandolfo. Ha chiesto ai fedeli di «rispettare e imparare dal silenzio del papa» sottolineando come «tante persone avrebbero voluto stringergli la mano». Il Santo Padre aveva però bisogno di riposo ed Egger si era preso l'incarico di garantirglielo. Un compito impegnativo che probabilmente comporta un carico di lavoro extra, di cui monsignor Egger non sembrava comunque preoccupato. Ieri sera, appena una settimana dopo la partenza di Benedetto XVI, il suo cuore a ceduto di colpo.

© Copyright L'Adige, 17 agosto 2008

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