1 dicembre 2007

Enciclica "Spe salvi": il commento de "Il Corriere della sera"


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Il Papa: ideologie fallite La scienza non redime

«Spe Salvi», seconda lettera pastorale di Ratzinger «Il marxismo e l'ateismo hanno lasciato distruzione»

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO — «Nella speranza siamo stati salvati dice san Paolo ai Romani e anche a noi»: è questo l'attacco dell'enciclica del Papa sulla speranza, che rimanda al capitolo 8 della Lettera ai Romani.
L'enciclica non è solo esposizione della speranza cristiana, ma anche discussione con l'Illuminismo, il marxismo e la scienza che lungo gli ultimi tre secoli hanno «preteso» di mettere le loro «utopie» al posto di Dio.
Con l'abituale puntualità il Papa teologo confuta quella pretesa e afferma che «l'uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta privo di speranza». Nel suo insieme «il tempo moderno — scrive il Papa — ha sviluppato la speranza dell'instaurazione di un mondo perfetto che, grazie alle conoscenze della scienza e ad una politica scientificamente fondata, sembrava esser diventata realizzabile ». La «fede nel progresso» che viene a soppiantare la fede in Dio ha una prima manifestazione nell'epoca dei Lumi, quando trionfano i «concetti chiave di ragione e libertà», che trovano una «concretizzazione politica» con la Rivoluzione francese, che tenta di «instaurare il loro dominio». «L'Europa dell'Illuminismo — scrive Benedetto — in un primo momento ha guardato affascinata a questi avvenimenti, ma di fronte ai loro sviluppi ha poi dovuto riflettere in modo nuovo su ragione e libertà ».
Le acquisizioni della «rivoluzione borghese» furono sottoposte a critica da Marx che teorizzò la necessità di «una nuova rivoluzione». «La sua promessa — scrive il Papa — grazie all'acutezza delle analisi e alla chiara indicazione degli strumenti per il cambiamento radicale, ha affascinato ed affascina tuttora sempre di nuovo ».
Ma nella teoria marxista c'era un «errore fondamentale »: «Egli ha dimenticato l'uomo e ha dimenticato la sua libertà ». Insomma «il suo vero errore è il materialismo» e la conseguenza è che i sistemi comunisti hanno «lasciato dietro di sé una distruzione desolante ».
«Non è la scienza che redime l'uomo», afferma infine il Papa: «La scienza può contribuire molto all'umanizzazione del mondo e dell'umanità. Essa però può anche distruggere l'uomo e il mondo, se non viene orientata da forze che si trovano al di fuori di essa».
Il fallimento delle grandi utopie impone un ripensamento: «È necessaria un'autocritica dell'età moderna» ed è necessaria «un'autocritica del cristianesimo moderno», che deve riguardare in particolare il fatto che esso — «di fronte ai progressi della scienza nella progressiva strutturazione del mondo» — si è «in gran parte concentrato sull'individuo e la sua salvezza» e «con ciò ha ristretto l'orizzonte della sua speranza e non ha neppure riconosciuto sufficientemente la grandezza del suo compito, anche se resta grande ciò che ha continuato a fare nella formazione dell'uomo e nella cura dei deboli e dei sofferenti». Parole forti in bocca a un Papa.
L'attuale «crisi della fede» — scrive Benedetto — «è soprattutto una crisi della speranza cristiana». Essa va riproposta come elemento centrale della vita cristiana: grazie a essa «il cielo non è vuoto» e noi «abbiamo un futuro».
Intitolata in latino «Spe Salvi » (Salvi nella speranza) l'enciclica è di 81 pagine ed è stata stampata in un milione di copie, tradotta in 8 lingue: oltre che in latino e italiano, anche in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese e polacco.

© Copyright Corriere della sera, 1° dicembre 2007


Il Pontefice e la giustizia

Inferno e purgatorio? «Esistono»

CITTA' DEL VATICANO — L'enciclica sulla speranza parla anche del purgatorio e dell'inferno, sostenendo che la loro «esistenza» motiva la speranza perché attesta che «esiste una giustizia» e che il «Giudizio» finale «non è una spugna che cancella tutto». Parlando in prima persona il Papa fa questa solenne affermazione: «Io sono convinto che la questione della giustizia costituisce l'argomento essenziale, in ogni caso l'argomento più forte, in favore della fede nella vita eterna». «Con la morte, la scelta di vita fatta dall'uomo diventa definitiva — scrive Benedetto — e possono esserci persone che hanno distrutto totalmente in se stesse il desiderio della verità e la disponibilità all'amore». In simili individui «la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: è questo che si indica con la parola inferno».
Mentre la parola «purgatorio» indica la «purificazione» necessaria alla «gran parte degli uomini» nelle cui vite «apertura al bene» e «compromessi» si sono mescolati.
L. Acc.

© Copyright Corriere della sera, 1° dicembre 2007


La Hack

«Si torna ai tempi di Galileo»

«Questo Papa mi sembra molto retrogrado, e se si vede la scienza come una nemica dell'umanità si torna ai tempi di Galileo». Così l'astrofisica Margherita Hack boccia l'enciclica «Spe salvi».
Anche il matematico Piergiorgio Odifreddi critica il documento: «Bisognerebbe ricordare al Papa che è vero che scienza e tecnologia possono portare alla bomba atomica, ma l'etica che lui rappresenta non è molto migliore, visto che ha portato a fenomeni come le crociate e l' Inquisizione».

© Copyright Corriere della sera, 1° dicembre 2007

Ma la Hack e Odifreddi hanno letto l'enciclica?
Basta con i soliti argomenti triti e ritriti. Coraggio! Si puo' fare di piu'! :-)
R.

1 commento:

euge ha detto...

Mamma mia ancora i commenti della Hack vanno in giro??? Ma suvvia per favore cerchiamo di non essere assurdi una come lei che non ha mai ammesso l'esistenza di Dio come poteva prendere la nuova enciclica di Benedetto XVI? Forse la sig.ra Hack farebbe bene a leggerla l'enciclica.