30 novembre 2007
"Spe salvi": apprezzamento dai Protestanti, reazioni scontate dai laicisti
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ENCICLICA PAPA: I PROTESTANTI APPREZZANO. I LAICI NO
(ASCA) - Roma, 30 nov - La nuova enciclica ''Spe Salvi'' di papa Benedetto XVI, la seconda del suo pontificato, con i suoi riferimenti alle radici della speranza ''ispirata'' dal dato di fede ma anche con le sue critiche ad un certo tipo di modernita' e ad uno scientismo che certo ''non salva'' l'uomo ha, come ovvio, provocato una ridda di interpretazioni, commenti e reazioni.
Reazioni che hanno fatto registrare maggior benevolenza tra i cristiani ''separati'' che negli ambienti cosiddetti ''laici''.
Ed e' cosi' che, ad esempio, il documento e' stato definito ''interessante anche per la riflessione ecumenica'' dal teologo protestante Daniele Garrone il quale, tuttavia, ha aggiunto che ''la rappresentazione delle cultura europea non puo' prescindere dal pluralismo delle voci''. ''Ad una prima scorsa - ha quindi argomentato Garrone - l'enciclica appare come un testo di sicuro interesse anche per la riflessione ecumenica, non solo per il richiamo alla interpretazione luterana e protestante di Ebrei 11,1, ma soprattutto per lo spazio che i riferimenti esegetici hanno nello sviluppo della trattazione teologica della speranza e del ritorno di Cristo''. ''Sara' interessante valutare - ha poi aggiunto - come un tema caro alla polemica di Benedetto XVI, quello del mondo 'senza Dio' perche' ha rivendicato nella modernita' la sua liberta' e la sua autonomia, viene qui sviluppato a partire da un testo della lettera agli Efesini e pronunciandosi su Bacone, Kant e Marx''.
Pieno apprezzamento, naturalmente, anche da una realta' laicale come quella dell'Associazione dei lavoratori cristiani. ''Una speranza non solo individuale ma collettiva''. Cosi' il Presidente delle Acli, Andrea Olivero, ha commentato l'enciclica sottolineando che ''si rimane catturati dalla centralita' di un tema, quello della speranza, straordinariamente importante per l'uomo di oggi. Il Papa - ha poi aggiunto - ha voluto parlare al cuore di ogni uomo e penso non ci sia nessuno, credente o non credente, che possa sentirsi non interpellato da questa Lettera e da questo messaggio''.
Di segno opposto il commento dei Radicali. ''Nessuna sorpresa nel leggere la 'nuova', e cioe' vecchia, enciclica di Papa Benedetto XVI, enciclica che i partiti della partitocrazia si affretteranno a celebrare e a prendere come punto di riferimento e fonte di profondissima 'ispirazione'. Vi si legge la consueta e invero assai consunta collezione di postulati contro la scienza, contro la ragione, contro la liberta' di scelta individuale'' ha detto Michele De Lucia, componente della direzione di Radicali Italiani e della Rosa nel Pugno. ''La verita', per Ratzinger - ha aggiunto -, e' una e con la 'v' maiuscola. Il monopolista della stessa, per Ratzinger e', naturalmente, Ratzinger, e la partitocrazia - compresi leader democratici, giovani ultracinquantenni, corre ad inginocchiarsi e a tradurre in legge i divieti di Santa Romana Chiesa. I nuovi roghi - continua - non si fanno piu' con paglia e fiammiferi; si fanno dettando allo Stato leggi che impongono divieti: divieto di scegliere, divieto di ricercare, divieto di curarsi, tutte cose che, mentre Benedetto XVI ci rassicura sul fatto che l'inferno esiste, assicurano intanto da subito l'inferno per chi e' vivo su questa terra''.
Una lettura culturale e' venuta, infine, dallo storico e direttore de L'Osservatore romano, Giovanni Maria Vian secondo il quale l'enciclica rappresenta una risposta allo allo stesso tempo ''ragionevolmente convincente'' e ''fiduciosa nell'aprirsi a una radicale novita''' allo smarrimento e al dolore del nostro tempo. Il documento papale, per Vian, e' ''limpido e impegnativo'' nel riflettere sull'affermazione neotestamentaria 'Siamo salvati nella speranza'. ''La spiegazione di Papa Ratzinger dei fondamenti dell'essere cristiano - si legge - muove dalla Scrittura, letta alla luce della tradizione cristiana, e dunque illuminata anche dall'esperienza di alcune figure esemplari''.
I Radicali pensano di confrontarsi con il Papa con questi argomenti? Auguri :-)
Al Tg5 Mons. Fisichella ha spiegato i punti essenziali dell'enciclica con la chiarezza e la sensibilita' che gli sono proprie. Un commento lusinghiero e' stato espresso, sempre ai microfoni del Tg5, anche da Paolo Mieli, direttore del Corriere della sera che ha definito l'enciclica "splendida". Essa meriterebbe, secondo Mieli, riflessioni di mesi se non di anni.
Speriamo che questo giudizio si traduca in una serie di approfondimenti sul Corriere che abbiamo visto un po' assente negli ultimi tempi.
Al Tg1 Mons. Forte ha commentato in modo chiaro e preciso l'enciclica puntanto l'attenzione sulla volonta' del Papa di confrontarsi con tutti, in particolare con la modernita'.
Piuttosto scontato, sempre al Tg1, il commento di Alberto Melloni che ha (uff) precisato che il Papa si sta allontanando dal Magistero di Giovanni Paolo II perche' si parla di speranza cristiana e non di speranza di pace. Bah! Ha concluso dicendo che il fatto che oggi si possa parlare di speranza e' gia' una speranza...
Al Tg2 commento molto interessante di Massimo Cacciari che ha spiegato la differenza fra la speranza dei filosofi (terribile perche' solo chi non sa spera, chi sa non spera...) e quella del Cristianesimo (che si basa sulla fede).
Cacciari ha definito molto interessante l'enciclica.
Straordinario, a mio avviso, sempre al Tg2, il commento di Vittorio Messori che ha messo l'accento sul fatto che finalmente si torna a parlare di certi argomenti dopo anni in cui la Chiesa era indaffarata piu' che altro ad impegnarsi nel sociale.
Il Papa non teme di parlare di Paradiso, Purgatorio ed Inferno!
Per quanto riguarda i vaticanisti ho trovato ottimi Marina Ricci e Lucio Brunelli (Tg5 e Tg2). Purtroppo non ho visto il commento del Tg1, presumo affidato a Valli.
Raffaella
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7 commenti:
grazie Raffaella , oggi non ho potuto seguire nulla ma è bello accendere il computer e trovare tutto qui.
Ho solo intravisto le immagini del tg 1 serale, senza l'audio. Il servizio era di Zavattaro. A seguire, i commenti di mons Forte e Melloni di cui parli.
Anch'io ho letto qualche commento (lavoro in un ufficio stampa). Mentre Garrone ha dichiarato che occore leggere attentamente l'enciclica, quelli dell'Uaar e i radicali, capitanati ormai da Odifreddi, avevano già il comunicato pronto, condito con le crociate, l'inquisizione e il nazismo, subito dopo i lanci d'agenzia.Mi pare evidente che, per loro, i bignamini bastino. Invece Tincq su "le Monde" commenta piuttosto favorevolmente, suscitando le ire dei lettori eredi dei giacobini. Anche la Taz tedesca evita di fare le solite spallucce.Solo i nostri anticlericali hanno reazioni scontate con i comunicati prestampati.Grazie, Eufemia
L'ateismo dell'era moderna ha provocato «le più grandi crudeltà e violazioni della giustizia»,
ma dei morti che ha provocato la chiesa cattolica e la religione in generale ne vogliamo parlare?? I paesi che hanno partecipato alla I e alla II guerra mondiale come in tante altre guerre non erano "cristiani" o comunque religiosi?? Il problema non dipende dall'essere ateo o "cattolico": la catteveria fa parte del genere umano da sempre purtroppo. La chiesa si è macchiata molte volte di sangue innocente e non è credibile come farò spirituale dell'umanità. Qualche giornalista farebbe bene a ricordarlo, in modo da onorare le vittime della chiesa. Ma da noi si sa chi ha potere viene sempre adulato...
Mi pare che la Chiesa abbia gia' fatto un percorso di espiazione, esempio non seguito praticamente da alcuno.
Parliamo di cio' che ha scritto il Papa e non delle solite recriminazioni.
rispondo a puk che evidentemente fa il giro dei blog con le stesse parole usate da Andrea Tornuielli nel suo rispondendo a puk stesso.
"Mi scusi, ma sulla base di quali libri di storia mi viene a dire che quelle due guerre - generate da ideologie anticristiane e profondamente avversate dalla Chiesa - avevano motivi religiosi? Per favore, un po’ di rispetto per la storia!"
a.t.
HO AMICI CHE LA PENSANO COME PUK, SONO OTTIME PERSONE MA, NON SO PERCHE', HANNO, SE NON IN ODIO ALMENO IN PROFONDA DISISTIMA LA CHIESA E IL CLERO IN GENERALE (NON CHE ASPRE CRITICHE NON SIANO A VOLTE GIUSTIFICATE) E NON RIESCONO A VEDERE LA DIFFERENZA TRA I DUE PIANI, CIOE' L'INSEGNAMNETO CHE CI VIENE DAL VANGELO E L'AZIONE DEGLI UOMINI CHE HANNO SCELTO DI FARLO CONOSCERE E CHE NON SONO TUTTI SANTI E IRREPRENSIBILI. MA SOPRATTUTTO, CREDO, DA' LORO FASTIDIO IL GIUDIZIO MORALE DELLA DOTTRINA CRISTIANA CATTOLICA SU MOLTE ISTANZE DI NATURA QUASI SEMPRE MORALE ED ETICA, COME ABORTO, EUTANASIA, SPERIMENTAZIONE EMBRIONALE; NEL LORO INTIMO SANNO CHE E' MALE E IL PUNGOLO DEI RICHIAMI DELLA CHIESA NON LI FA SENTIR BENE.
Per mariateresa,
ti rispondo come ho risposto ad Andrea Tornielli, che non stavo parlando di motivi, ma di paesi in cui la maggioranza delle persone si professava cristiana. E poi la chiesa non "ha profondamento avversato" nazismo e fascismo, ma ha avuto un atteggiamento per lo meno ambiguo nei loro riguardi. E poi con l'Inquisizione e le crociate come la mettiamo?
Come ho detto sembra che il male faccia parte della natura umana, purtroppo.
Per alfredo, non credo personalmente che la chiesa segua ciò è scritto nel vangelo. La bibbia condanna l'idolatria, mentre la chiesa la incoraggia: vengono adorate immagini, statue e uomini. Lo stesso papa viene fatto oggetto di venerazione. Anche la stessa adorazione della Madonna non è affatto scritturale. E il natale? Prendere una festa pagana e sostituirla con la nascita di Gesù...
La chiesa sembra identificarsi nelle parole di Gesù riferite al falso profeta: "Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro son lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti." Di frutti cattivi ne la chiesa ne ha prodotti molti...
Adesso che ha perso il suo potere e ha cambiato rotta non è credibile.
Io non sono ateo e condivido i valori cristiani. Sono nato in una famiglia cattolica, ma crescendo mi sono accorto dei crimini che ha commesso e delle falsità che insegna. Sono rimasto deluso dalla chiesa e non la riconosco come organizzazione di Dio.
Ho cercato di ragionare con la mia testa e di non dare per oro colato quello che mi viene detto.
Un saluto a tutti
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