30 novembre 2007
Enciclica "Spe salvi": il commento di Mons. Bruno Forte per l'agenzia Sir
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SPE SALVI: MONS. FORTE, L’AMORE “SI LEGA INDISSOLUBILMENTE ALLA SPERANZA”
“Solo se c’è in te una grande speranza potrai dare senso alla vita e amare al di là di ogni misura di stanchezza”.
È questo il filo conduttore tra le due Encicliche di Benedetto XVI secondo mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e teologo di fama internazionale.
“Il cuore dell’uomo – spiega mons. Forte in un’intervista al SIR on line oggi su www.agensir.it – ha bisogno di amare e di essere amato per vivere e per affrontare la morte: è un bisogno non solo personale, ma anche collettivo. Dagli scenari del tempo, come da quelli del cuore, si leva una grande attesa di amore: ad essa ha inteso corrispondere l’Enciclica «Deus caritas est». Si tratta di un’attesa: e tutte le esperienze che le corrispondono restano comunque segnate dalla fragilità della vita, dalla caducità delle opere e dei giorni degli abitatori del tempo. Ecco perché il bisogno di amore si lega indissolubilmente alla speranza: l’attesa di un bene futuro, arduo, ma possibile a conseguirsi”. Mons. Forte evidenzia come nell’Enciclica “Spe salvi” il Papa offra “un’analisi storica di grande spessore, espressa in un linguaggio semplice, anche se con passaggi necessariamente complessi, e con tanti riferimenti a esempi vissuti: è la storia del concetto di speranza”.
“In particolare – precisa mons. Forte – il Papa mette in luce come la buona novella della speranza, come dono che viene da Dio e inizia in noi la vita eterna, sia stata trasformata nell’epoca moderna in una sorta di sconfinata fiducia nelle possibilità dell’uomo: la «redenzione» come dono di Dio è stata convertita in «emancipazione», opera dell’uomo che agisce da solo. Questo programma, però, si è rivelato fallace: i grandi racconti emancipatori, e cioè le ideologie moderne, hanno prodotto un cumulo enorme di violenza e di dolore”.
Mons. Forte ricorda, inoltre, come “i temi su cui si sofferma l’Enciclica” trovino “applicazione negli ambiti” del Convegno ecclesiale di Verona. “In ognuno degli ambiti sottolineati da Verona è la preghiera che nutre la speranza nell’incontro con la sua sorgente, il Dio vicino, l’Amato; è la sofferenza, offerta per amore, che sostiene ed esprime la fedeltà e testimonia nel tempo la speranza più grande; ed è il giudizio maturato sotto lo sguardo del Dio che viene che libera da inganni e manipolazioni”. Se Verona “insiste sugli ambiti – conclude mons. Forte – il Papa ha messo l’accento sulle attitudini necessarie per vivere in essi la speranza della fede”.
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