18 gennaio 2008

I soprusi di chi predica libertà (Vincenzoni per "Il Tempo")


Vedi anche:

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Garelli: "Ma ora evitiamo la crociata" (quale crociata? Quella laicista?)

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La solidarietà dei fedeli nel giorno più amaro per il Papa (Tornielli)

Brani del discorso di Benedetto XVI alla "Sapienza": video H2O

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Scalfari sbotta ed insulta nuovamente il Papa: restauratore, teologo mediocre, politicamente e culturalmente inconsistente (Valli per il tg1)

Mons. Bruno Forte: "Scommetto ancora sul rispetto tra laici e cattolici"

Flores D'Arcais cerca di giustificare l'intolleranza laicista ma fa autogol...

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Sapienza,"nuovo invito per Papa"

Cori, applausi e striscioni: un’udienza scoppiettante

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Senatore Marcello Pera: ""L’insulto a Ratzinger è la rivincita della sinistra" (Il Giornale)

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IL PAPA E L'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEI LAICISTI UNIVERSITARI: LO SPECIALE DEL BLOG

I soprusi di chi predica libertà

Matteo Vincenzoni

E ancora la chiamano La Sapienza! Cosa c'è di sapiente in un'università che lascia che un manipolo di militanti o pseudo-militanti di estrema sinistra, puntualmente, nel corso dell'anno accademico, sbarri la porta agli studenti che vogliono varcare quella soglia per dedicarsi alla cultura?
Succede da sempre, è successo quando chi scrive la frequentava (pochi anni fa), è successo ora con il Papa, succederà ancora perché lo Stato, chi altri sennò, ha lasciato che accadesse.
Così, quel giovane abruzzese, molisano, umbro o marchigiano costretto dalla tasca a scegliere La Sapienza, più di una volta ha trovato le porte della facoltà chiuse. Sbarrate, occupate, assediate. Non poteva entrare.
E magari aveva preso il treno della mattina, quello delle sei per stare a Roma alle otto. E magari era inverno, e alla stazione del suo sperduto paesino di provincia fioccava la neve e il termometro segnava dieci gradi sotto lo zero. Ma lui una casa in città non se la poteva permettere. E la rabbia, davanti all'ingresso della facoltà, quella non si dimentica. Ti chiedi perché, proprio quel giorno che il professore poteva riceverti. Roba che il Papa concederebbe udienza con maggior facilità! Che fare? Forzare il blocco e rischiare la rissa? O girare i tacchi, scrollare le spalle e dire ironicamente come quel tale di Roma: «Vabbè, ci siamo fatti una passeggiata».

No, non è democrazia, è l'oligarchia di chi gonfia la gola con parole come libertà, rispetto, ma è il primo a non rispettare il prossimo. E quando questo accadeva dove era lo Stato? E i professori, quando non si poteva utilizzare un'aula perché quattro «studenti» dovevano ascoltare lo stereo a tutto volume, farsi le canne e bere birra e vino tra i banchi, dove erano? Contenti loro, i professori, eterni sessantottini dai capelli bianchi.

Tutto torna, col Papa ora, con uno studente di provincia prima. E la cultura globale? E il rispetto per le idee degli altri? Proprio i laici, i cultori della «ratio», gli illuministi di oggi che non sono degni nemmeno di allacciare le scarpe a quelli del passato, dovrebbero ricordarsi le parole di quel gran francese di Voltaire che una volta scrisse: «Io non amo ciò che dici, ma combatterò fino alla morte perché tu possa dirlo».

© Copyright Il Tempo, 18 gennaio 2008 consultabile online anche qui

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