17 gennaio 2008

Cori, applausi e striscioni: un’udienza scoppiettante


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Cori, applausi e striscioni: un’udienza scoppiettante

DA ROMA

Salvatore Mazza

Le manifestazioni di affetto degli studenti di Cl E il grazie del Pontefice «per la vostra presenza e simpatia» Una «gara» per manifestare sostegno a Benedetto XVI I presenti: ciò che è successo alla Sapienza è vergognoso

La solidarietà non ha bisogno di parole. La si può misurare anche in un applauso. E spesso rende ancor meglio l’idea. Come quello lungo, scrosciante, che ha salutato le parole: «Allora andiamo avanti insieme», pronunciate da Papa Benedetto alla fine di un’udienza generale dove, se dal palco non s’è fatto cenno alla cosa neppure in maniera sottintesa, la visita annullata all’Università La Sapienza ha fatto da sfondo al tradizionale appuntamento del mercoledì. Le stesse parole del Pontefice,
Allora andiamo avanti insieme, erano probabilmente riferite al richiamo appena fatto alla Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani. Ma ha finito col fondersi, e confondersi, con gli applausi e i cori di sostegno che salivano dalla platea. Fino all’ultimo, fragorosissimo, interminabile applauso.
Era stato così, del resto, fin dall’inizio, quando al suo ingresso nell’aula delle udienze, gremita da oltre seimila fedeli, ha preso il via una sorta di gara il cui unico traguardo era di manifestare l’appoggio, il sostegno, e la vicinanza al Pontefice, con il suo nome, Be-ne-det-to-Be­ne- det-to, scandito instancabilmente per diversi minuti. E subito si sono levati gli striscioni dal più compatto e deciso dei gruppi presenti, composto da circa 200 ragazzi e ragazze di Comunione e Liberazione, tutti studenti dell’Ateneo romano: 'Comunione e Liberazione-Universitari La Sapienza'; 'Se Benedetto non va alla Sapienza, la Sapienza va da Benedetto'; 'Gli universitari con il Papa'. 'Libertà, libertà', hanno ripetutamente gridato i giovani, che più tardi Papa Ratzinger, apparso sereno e sorridente, ha ringraziato «per la vostra presenza e la vostra simpatia».
«Quello che è accaduto – ha spiegato più tardi ad Avvenire Christian Buonafede, uno degli studenti presenti nell’Aula Paolo VI – ci ha indignato. Nella nostra università ci sono 150mila iscritti, e non è pensabile che neppure 100 abbiano potuto privare il Papa della libertà di parola». Ce l’ha pure un po’ con i media i quali, dice, «hanno ingigantito tutto», e racconta che l’idea di essere presenti all’udienza «ci è venuta subito, appena martedì sera è stata data la notizia.
Abbiamo pensato che per il Papa quella era stata sicuramente una decisione difficile, sofferta, e abbiamo voluto esprimergli in questo modo la nostra solidarietà». Mettere insieme i duecento giovani non è stato poi certo un problema; anzi, se un problema s’è presentato, è stato piuttosto quello di essere stati costretti a lasciar fuori tutti quelli che avrebbero invece voluto esserci. Ma se, come detto, quello degli studenti romani è stato il più compatto e visibile, la vicinanza e la solidarietà al Papa per quanto è accaduto è stato il cemento che, ieri, ha unito tutti i presenti.
Da è stata una cosa vergognosa a povero Papa, guarda un po’ che gli è toccato subire, si può dire che era unico il sentimento espresso dalla platea dell’Aula delle udienze. Si udivano i fedeli parlarne all’ingresso, e all’uscita andavano nella stessa direzione. E il 'riassunto' di suor Carmen, di Roma, è stato la sintesi migliore di questo comune sentire: «Non posso credere che sia successo qui da noi».

© Copyright Avvenire, 17 gennaio 2008


All'udienza gli studenti esprimono affetto al Papa

«La Sapienza è con te!»

"Se Benedetto non va alla Sapienza, la Sapienza va da Benedetto" si legge sullo striscione preparato da duecento studenti della Sapienza presenti all'udienza generale per affermare schiettamente: "Noi siamo con il Papa". Martedì sera, appresa la notizia che la tanto attesa visita di giovedì all'ateneo non ci sarebbe stata, hanno deciso di dare voce al sentire della stragrande maggioranza degli universitari andando a esprimere, con affetto, il loro rammarico direttamente a Benedetto XVI. E hanno così avuto anche l'occasione per ascoltare un'alta lezione su sant'Agostino: è al grande padre della Chiesa, infatti, che il Papa ha dedicato la catechesi.
Si sono fatti sentire questi duecento studenti, appartenenti a Comunione e Liberazione, e hanno trasformato per qualche istante l'aula Paolo VI nell'aula magna della Sapienza. Così quando il Papa, al termine dell'udienza, li ha salutati sorridendo, ringraziandoli per la loro presenza, gli hanno cantato a squarciagola: "La Sapienza è con te!" mostrando un altro striscione: "Gli universitari con il Papa". Prima ancora, entrando in aula, avevano intonato un altro eloquente slogan: "Libertà, libertà!". La presenza degli studenti è stata salutata con calore da tutti i pellegrini, in particolare dagli italiani. Benedetto XVI, rispondendo a questo spontaneo entusiasmo, ha detto sempre sorridendo: "Allora andiamo avanti insieme".
Il Papa ha personalmente stretto la mano a tre studenti: tra loro c'era anche Christian Buonafede che si è presentato come lo studente che avrebbe dovuto rivolgergli l'indirizzo di benvenuto in aula magna. Benedetto XVI lo ha salutato con simpatia, battendogli la mano sulla spalla.
"Siamo venuti per dire che siamo più che mai con il Papa, che avremmo tanto voluto accoglierlo all'università, e lo possiamo affermare anche a nome di tanti nostri colleghi che in questi giorni non hanno avuto l'onore delle cronache ma sono, con buona pace di tutti, la stragrande maggioranza" dice Christian, iscritto a Scienze della comunicazione, rappresentante degli studenti nel consiglio di amministrazione. Domani mattina avrebbe dato a Benedetto XVI "il più sincero e appassionato benvenuto da parte della numerosa comunità studentesca" e lo avrebbe ringraziato per aver posto le questioni fondamentali della vita e della speranza a una generazione confusa e incerta, che ha paura delle domande ultime sul senso dell'esistenza e cerca di fuggirne. Christian domattina avrebbe detto al Papa che "abbiamo bisogno di vedere qualcuno che non teme l'immensità di queste domande". Per questo la parola instancabile del Papa raggiunge "come il richiamo di un padre". Con i suoi amici, stamani, "grazie" è venuto a dirglielo di persona.
"In questi giorni - dice - c'è stato il tentativo di spaccare tutto in due, di dare vita a un derby calcistico. È un fatto che alla Sapienza la quasi totalità delle persone voleva accogliere il Papa e si era anche preparata a farlo. Tantissimi studenti avevano cercato posto dove era possibile, anche lungo la strada tra l'aula magna e la cappella, per vedere e salutare il Papa. Invece ha prevalso una protesta assurda, priva di senso e di fondamento, e vedo pure che tra i firmatari della lettera contro la visita del Papa c'è chi ora fa un passo indietro".
Mostra i due volantini preparati da Cl: possibile, si chiedono gli studenti, che piccoli gruppi possano impedire ciò che la stragrande maggioranza della gente attende e desidera? Puntano il dito, inoltre, contro "la fatiscenza culturale dell'università italiana per cui un ateneo come la Sapienza rischia di trasformarsi in una discarica ideologica". Concludono: "Come cittadini e come cattolici siamo indignati per quanto è avvenuto e siamo addolorati per Benedetto XVI a cui ci sentiamo ancora più legati, riconoscendo in lui il difensore, in forza della sua fede, della ragione e della libertà".

(©L'Osservatore Romano - 17 gennaio 2008)

1 commento:

euge ha detto...

Un bagno di affetto, riconoscenza, rispetto e simpatia. Tutto ciò che Benedetto XVI merita sino in fondo per tutto quello che fa ogni giorno non solo per la chiesa ma, per ognuno di noi.

GRAZIE SANTITA' - SEMPRE CON BENEDETTO XVI -