28 gennaio 2008

Il Papa "scomunica" i media?


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IL SABATO DEL VILLAGGIO

LA SCOMUNICA DEI MASS MEDIA

GIOVANNI VALENTINI

Scagli la prima pietra chi è senza peccato, ammonisce il Vangelo. E dunque, nessuno ha il diritto di accusare nessun altro nel processo ai mass media, quasi un anatema o una scomunica, aperto da Benedetto XVI con il suo messaggio per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, per il semplice fatto che nessuno è – appunto – immune da colpe.
Ha ragione il Papa a denunciare l´imposizione di valori e modelli di vita "distorti" da parte del sistema mediatico; la "trasgressione, la volgarità e la violenza" che vengono spesso utilizzate per catturare il pubblico; e ancora la "pubblicità ossessiva" in forza della quale i media diventano "il megafono del materialismo economico e del relativismo etico".
Ma tuttavia sarebbe sbagliato fare – come si suol dire – di tutte le erbe un fascio, senza distinguere le responsabilità tra questo e quel medium; tra chi fa o si sforza di fare informazione e chi invece fa disinformazione; tra i media trasgressivi, volgari e violenti e quelli che non lo sono; tra la buona pubblicità, corretta, trasparente e veritiera, senza la quale non esisterebbe alcuna forma organizzata di comunicazione, e la cattiva pubblicità, scorretta, invadente e ossessiva come dice il Papa. Altrimenti, si rischia di lanciare una generica chiamata di correo, tanto rispettabile quanto rituale, rinunciando a incidere effettivamente sul sistema mediatico. Né tantomeno sarebbe accettabile una denuncia ideologica, fondata sulla religione e sulla fede, con la pretesa di mettere all´indice o di mandare al rogo i mezzi di comunicazione di massa non allineati, eterodossi o addirittura eretici.
Per prima cosa, distinguiamo allora tra giornali e televisione, tra carta stampata e piccolo schermo. Anche qui, non per demonizzare o criminalizzare nessuno. Ma per dare a Cesare quel che è di Cesare, per separare il gran dal loglio e magari anche per scacciare qualche mercante dal tempio. E poi, più in generale, distinguiamo tra vecchi e nuovi media, tra i mezzi tradizionali e quelli elettronici, fino a Internet e ai telefonini.
Non staremo qui a riassumere le differenze tra giornali e tv. Basterà riconoscere che la carta stampata, per ragioni fisiche e funzionali, richiede attraverso la lettura un impegno, un vaglio critico, insomma una vigilanza, che la televisione – persuasore occulto per eccellenza – certamente non esige. Con la suggestione delle immagini in movimento, dei suoni e delle voci, ma anche con la sua capacità di manipolazione e imbonimento, da questo punto di vista la tv ha senz´altro un potere maggiore nei confronti dell´opinione pubblica, nella misura in cui tende a massificare il linguaggio, i comportamenti, le mode, i costumi e i consumi. E soprattutto le idee o le opinioni.
Quando si parla di volgarità e di violenza, sarebbe opportuno allora individuare più esattamente le responsabilità, medium per medium, settore per settore, magari caso per caso. E quando si denuncia una "pubblicità ossessiva", come pure qui abbiamo scritto tante volte in riferimento alla tv italiana, pubblica e privata, sarebbe senz´altro più utile puntare il dito contro il bombardamento massiccio di spot, mini-spot, telepromozioni e televendite con cui si pratica quotidianamente il lavaggio del cervello ai telespettatori, forzando i freni inibitori e alimentando un consumismo esasperato. Da parte di una Conferenza episcopale incline a interferire nelle scelte dello Stato laico, dalla scuola alle unioni di fatto e all´aborto, sorprende che non sia mai venuto finora un monito o un appello in difesa del pluralismo dell´informazione e di una più equa distribuzione delle risorse che ne è il fondamento, sull´onda – per esempio – del messaggio lanciato dall´ex presidente Ciampi durante il suo memorabile settennato al Quirinale.
Ricevendo la settimana scorsa il premio "Penna d´oro" alla Comunicazione nel teatro del Casinò di Sanremo, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha mostrato una cauta disponibilità sulla proposta del presidente francese Sarkozy per eliminare la pubblicità dalla tv pubblica, aumentando contemporaneamente le tasse sulla raccolta di quelle private. E ha rilanciato la sfida alla Rai su una moratoria degli ascolti, già proposta in passato da più parti, per mettere al riparo i programmi culturali dalla logica degli ascolti e della concorrenza. A partire proprio dal servizio pubblico, ora l´idea potrebbe essere ripresa e applicata a tutta la produzione di qualità, dalla divulgazione scientifica a quella storica e artistica, fino all´intrattenimento più intelligente.
Può apparire forse irriguardoso o addirittura blasfemo accostare la moratoria sugli ascolti a quella (sacrosanta) sulla pena di morte o a quella (profana) sull´aborto. In realtà nella crisi della tv si rispecchia la crisi della società contemporanea e in particolare di quella italiana, dominata dal duopolio televisivo. Una crisi di valori, ma anche di costumi o malcostumi, che non a caso trova una vetrina e un´amplificazione internazionale nell´emergenza spazzatura scoppiata a Napoli e in tutta la Campania.
La tv-trash innesca e riflette la decadenza di un Paese-trash. Ne è, allo stesso tempo, concausa ed effetto collaterale. Concausa, perché propone e impone modelli di linguaggio, di comportamento e di consumo che imbarbariscono la vita collettiva. Effetto collaterale, perché questo declino alimenta una spirale perversa che rende la nostra televisione sempre più venale, volgare e violenta, in un processo di identificazione reciproca o di mimetizzazione fra il grande pubblico e il piccolo schermo.
Sta proprio lì l´origine del degrado mediatico denunciato dal Papa. Ma le scomuniche non servono a risolverlo. Tantomeno quando sono generiche, indistinte, "urbi et orbi".

© Copyright Repubblica, 26 gennaio 2008

No...no...no!!! Facciamo qualche precisazione.
La denuncia del Papa riguarda tutti i media perche' nessuno, appunto, puo' essere immune da critiche.
Leggiamo qualche passaggio del Messaggio del Papa
:

Non manca, purtroppo, il rischio che essi si trasformino invece in sistemi volti a sottomettere l’uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento. E’ il caso di una comunicazione usata per fini ideologici o per la collocazione di prodotti di consumo mediante una pubblicità ossessiva.

Lasciamo da parte, per un attimo, la parte sulla pubblicita' ossessiva (che riguarda la televisione piu' che i giornali). Non e' forse vero che spesso la carta stampata tende a veicolare il lettore sulla base della propria ideologia o sulla base degli interessi del momento? Non mi pare che a questo appunto sfuggano i quotidiani...anzi!

Oggi, in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede.
Si costata, ad esempio, che su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per "creare" gli eventi stessi. Questo pericoloso mutamento della loro funzione è avvertito con preoccupazione da molti Pastori.

Ecco il punto! Cari signori della carta stampata, chi ha montato il "caso Sapienza", chi ha aperto la strada alle manifestazioni contro il Papa dopo la lectio di Ratisbona? Sono state forse le televisioni? Non mi sembra proprio...in questi due casi la patata bollente cade proprio sulle redazioni dei quotidiani. Vogliamo forse negarlo?
Il Papa ha ragione da vendere: i media (e specificamente i quotidiani) spesso non si limitano a descrivere cio' che accade ma montano e esasperano l'evento.


L’uomo ha sete di verità, è alla ricerca della verità; lo dimostrano anche l’attenzione e il successo registrati da tanti prodotti editoriali, programmi o fiction di qualità, in cui la verità, la bellezza e la grandezza della persona, inclusa la sua dimensione religiosa, sono riconosciute e ben rappresentate.

Ecco il grande insegnamento del Papa: dobbiamo sempre ricercare la verita'. Come farlo? Personalmente io credo che sia nostro dovere consultare direttamente le fonti e non fermarci alla mediazione (spesso interessata e di parte) dei mass media. Non fermiamoci mai alla lettura di un solo quotidiano o alla visione di un solo Tg.
Nessuno e' immune dalla pressione martellante dei media. Sta a noi guardare molto, leggere molto ed usare la nostra testa.
Ricordiamoci sempre delle parole del Papa a Loreto:

Cari giovani, mi sembra di scorgere in questa parola di Dio sull’umiltà un messaggio importante e quanto mai attuale per voi, che volete seguire Cristo e far parte della sua Chiesa. Il messaggio è questo: non seguite la via dell’orgoglio, bensì quella dell’umiltà. Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere. Di quanti messaggi, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione. Non abbiate paura, cari amici, di preferire le vie "alternative" indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune. Non abbiate paura di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: i vostri coetanei, ma anche gli adulti, e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo.

(Omelia del Santo Padre presso la Piana di Montorso, Loreto, 2 settembre 2007)

2 commenti:

Luisa ha detto...

Beh ,se posso permettermi, questo editoriale mi fa sorridere, perchè riprende le parole e i giudizi del Santo Padre, ma...aggiungendoci qualche punzecchiatura qua e là....la televisione sì, siamo d`accordo abbruttisce le menti passive....ma i giornali no, non facciamo di ogni erba un fascio...e poi non dimentichiamo ciò che c`è di positivo nei media...e poi niente anatemi ideologici sui media eretici.....scomuniche urbi e orbi...e poi quella frase dove si paragona la moratoria "sacrosanta" sulla pena di morte a quella..."profana" sull`aborto. Mah.
Certo che di ideologia questo articolo nè è un esempio, il problema è che quest`ideologia rende ciechi e sordi, perchè fa dire al Papa ciò che non ha detto, e non gli fa dire quello che ha detto, come sempre si interpreta i messaggi di Benedetto XVI per poi tirarne delle conclusioni pro domo. Mah....una cosa è sicura noi cerchiamo di essere dei lettori e telespettatori attenti e critici.

euge ha detto...

Cara Luisa, mi aspettavo una reazione simile dopo quel messaggio. Propio in um mio post, avevo scritto che non avrei voluto sentir parlare di scomuni od anatemi contro i mass- media ed ecco la risposta! Evidentemente, quando si tocca il punto dolente e comunque quando si dice il vero, arrivano queste reazioni spropositate che parlano di anatemi e di scomuniche. Al di là di tutto, rimane il fatto che i programmi sono quelli che sono e che comunque, senza essere menti eccelse è possibile vedere perchè è sotto gli occhi di tutti, come sia scadente il livello culturale di certi programmi o " spettacoli" e come la pubblicità ma anche certi giornali di gossip, impongano modelli di vita basati sulla superficialità, sull'importanza del denaro sempre e comunque e sull'apparenza. Qui non si tratta di anatemi o di scomuniche si tratta che in ogni modo ed in ogni maniera, si cercano di imporre dei valori che non hanno nulla a che vedere con i valori quelli veri; è chiaro che non siamo tutti dei caproni e che per grazia di Dio abbiamo un cervello per ragionare e fare le dovute distinzioni ma, qui si potrebbe porre un altro problema ...... quanti di noi sono sufficentemente maturi per non farsi abbagliare dal martellamento continuo di TV e giornali ( soprattutto tra i giovani ), che poi cercano nella realtà modelli di vita e di famiglia presentati dai media che non si possono trovare poi nella realtà o che si trovano soltanto in ambienti dove girano soldi in maniera vorticosa? Quanti sono illusi dal facile raggiungimento della popolarità senza sapere tutto il marcio che c'è dietro? Come mi aspettavo questo articolo si rivela fazioso e manipola ad arte la parole del Papa facendolo apparire quello che non è vale a dire una persona che rifiuta la modernità ed il progresso. Ma che cosa intendiamo per progresso? Un miglioramento costante che parte da saldi principi o soltanto un autodistruzione in nome della pura apperenza, del puro egocentrismo, dell'egoismo e dell'edonismo arido e superficiale?