26 gennaio 2008

Il contesto delle frasi di Feyerabend arbitrariamente attribuite a Benedetto XVI (Carioti per "Il Corriere")


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Il contesto delle frasi incriminate

Antonio Carioti

Il testo del filosofo della scienza Paul Feyerabend pubblicato qui accanto, che il Corriere ha tradotto per la prima volta in lingua italiana, comincia con le parole diventate famose in seguito alla disputa sulla mancata visita del Papa all'Università La Sapienza di Roma. Si tratta delle frasi, favorevoli alla posizione assunta dalla Chiesa del Seicento nei riguardi di Galileo Galilei, che l'allora cardinale Joseph Ratzinger citò in una conferenza del 1990.
Gli studiosi contrari all'invito rivolto al Pontefice dal rettore per l'inaugurazione dell'anno accademico hanno richiamato proprio quella citazione dell'epistemologo austriaco, adducendola come prova dell'atteggiamento antiscientifico di Benedetto XVI.
In realtà Ratzinger non sposava in pieno la posizione di Feyerabend, ma la utilizzava allo scopo di porre in rilievo i limiti della conoscenza scientifica. Per chiarire meglio la questione, è comunque importante inserire il giudizio di Feyerabend nel suo contesto originario, con gli argomenti da lui adottati per motivare un giudizio così distante dall'opinione corrente.
Si tratta di un capitolo, riguardante specificamente il processo a Galileo, della sua opera più nota, Contro il metodo: un capitolo che però non compariva nella prima edizione del saggio, uscita nel 1975 in inglese e nel 1976 in tedesco, poi pubblicata in Italia da Feltrinelli, con una prefazione di Giulio Giorello, nel 1979.
Il testo, qui riprodotto in modo pressoché integrale, venne poi inserito nelle successive edizioni tedesca (da cui lo citava Ratzinger) e inglese, mentre l'unica versione di Contro il metodo disponibile per il lettore italiano resta quella tradotta nel 1979, che non lo include. Bisogna considerare peraltro che Feyerabend amava ampliare, integrare e modificare in modo assai rilevante le successive edizioni delle sue opere. Basti pensare che nella versione tedesca questa parte sul processo a Galileo è il quattordicesimo capitolo, mentre in quella inglese è il tredicesimo. Allo stesso modo la seconda edizione tedesca comprende in tutto 19 capitoli (rispetto ai 18 della prima, tradotta anche in italiano), mentre per quanto riguarda le edizioni inglesi, la seconda include 21 capitoli e la terza 20.

© Copyright Corriere della sera, 25 gennaio 2008 consultabile online anche qui

Quindi l'equivoco nasce anche dal fatto che non esiste in Italia una traduzione completa dell'opera di Feyerabend. Beh, a maggior ragione sarebbe stata auspicabile una grande attenzione nell'attribuire al Papa una frase tratta da un testo nemmeno tradotto in italiano.
Sono felice che il Corriere abbia dedicato tanto spazio a questa tematica.
Aspetto ancora che altri giornali affermino lapidariamente che Benedetto XVI non ha mai approvato il processo contro Galileo
.
R.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so mai come considerare questi articoli perché dietro la precisione sembrano sempre celare il tentativo di puntualizzare, di fare sottili distinguo laddove non ce ne sono. Comunque per questa volta voglio pensare alla buona fede, tanto l'errore dei 67 non dipende certo dal numero dei capitoli di Feyerabend visto che Ratzinger dice chiaramente chi sta citando! Se leggessero gli scritti di Ratzinger invece di consultare la wikipedia eviterebbero certi errori e, chissà, forse si appassionerebbero! ch

euge ha detto...

Diciamo che se questo articolo fosse uscito quando era il momento, cioè quando tutti i giornali hanno creduto e riportato la boiata gigantesca dicendo che la frase era dEll'allora cardinale Ratzinger e non del filoso in questione, forse sarebbe stato meglio e se come dice anonimo i professori avessero letto il discorso nella sua interezza e non sifossero affidati a wikipedia, forse avrebbero fatto una figura diversa. Comunque, anche qui si ripete ciò che successe con Ratisbona prima tutti in rivolta contro il Papa che aveva provocato l'ira islamica e poi appurata la verità, tutti con la coda fra le gambe per la vergogna. La prossima volta, cercate di leggere e di capire prima di mettere in bocca a chicchessia frasi mai dette; rendendovi conto, una volta per tutte, che non avete difronte un pinco pallino qualunque ma, prima di tutto un professore che ha insegnato nelle più prestigiose Università e poi che state parlando del Papa che comunque merita rispetto.

Anonimo ha detto...

Quando il Corriere scrive del Papa o lo fa tardi o lo fa tendenzioso ... a volte scadendo nel falso e nel ridicolo.

I mass media non amano i cristiani, rivendicando il diritto alla libera opinione. Tacciono o sfumano dunque di angherie e vessazioni subite ovunque, riportano in poche righe di violenze e uccisioni, sprecano pagine per altre questioni, e anche quando ti danno ragione fanno pure presente che comunque in fondo qualche torto lo abbiamo...

SPE SALVI.