11 gennaio 2008

L’eutanasia al centro di una tavola rotonda domani a Pompei: intervista con mons. Sgreccia (Radio Vaticana)


Vedi anche:

VATICANO: PAROLE DEL PAPA STRUMENTALIZZATE

Come si fa a trasformare in un «attacco a Roma» il discorso di Papa Benedetto? Semplice: non lo si ascolta sul serio e/o non si legge ciò che ha detto

Il Papa: la politica rispetti la centralità della persona (Avvenire)

"Spe salvi", il sociologo Alberoni: "Nutriamo speranza certi che Dio si cura di noi" (Zenit)

Guerre di religione: Geremicca per "La Stampa" commenta le distorsioni del discorso del Papa agli Amministratori locali

Messori: «Grazie Ferrara, ma...» (Tornielli per "Il Giornale")

Discorso del Papa agli Amministratori di Roma e Lazio: il commento de "Il Giornale"

Mineo (Rainews24 e Tg3): "Questo Papa non chiede perdono!"

Discorso del Papa agli Amministratori di Roma e Lazio: il commento de "La Gazzetta del sud"

Raiuno, con Politi e una giornalista inglese, attacca il Papa. Basta!

"Spe Salvi", Pertici: "La storia e la giustizia nella nuova enciclica di Benedetto XVI"

"L'inferno è solitudine: ecco l' abisso dell'uomo" di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (da «Perché siamo ancora nella Chiesa», Rizzoli)

Card. Ratzinger: "Il Battesimo è l'arcobaleno di Dio sulla nostra vita, la promessa del suo grande sì, la porta della speranza...("Sul Natale")

Universale, non intollerante. La fede secondo Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (da «Perché siamo ancora nella Chiesa», Rizzoli)

Maria Pia Garavaglia (vice sindaco di Roma): "Per noi le parole del Papa sono un grande conforto"

Il 18 maggio il Papa visiterà i bambini ricoverati all'ospedale Gaslini di Genova

Combattere la cristianofobia l'islamofobia e l'antisemitismo (Osservatore Romano)

Il Papa esprime preoccupazione per i problemi della gente, dal caro vita alla sicurezza, dalle nuove povertà all’educazione dei giovani (R. Vaticana)

Onu-bis: le agenzie di stampa alternano il testo del discorso del Papa

Il Papa agli Amministratori locali: "E' necessaria un'opera costante e concreta che garantisca la sicurezza dei cittadini e i diritti degli immigrati"

Cause dei santi, più rigore nella fase diocesana: nuova "Istruzione" vaticana (Cardinale per "Avvenire")

Si svolgerà domani presso il Santuario di Pompei una tavola rotonda sul tema dell'eutanasia: promuovono il simposio la Federazione Universitaria Cattolica Italiana, il Gruppo San Paolino di Pompei e il Movimento per la Vita della Prelatura di Pompei. Titolo del dibattito è “Dignità della morte o morte della dignità? L’eutanasia oggi: dall’eclissi del valore della persona, alla relativistica deriva etico-culturale”. Ma si parlerà di diritto alla vita in senso generale. Principale relatore sarà mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Giovanni Peduto lo ha intervistato prima della partenza per Pompei chiedendogli innanzitutto una riflessione sull'auspicio del Papa per un dibattito internazionale sulla sacralità della vita umana sulla scia della risoluzione ONU su una moratoria della pena di morte:

R. – Credo che sia una riflessione che è venuta spontanea a tutti. Il Santo Padre l’ha resa più importante e più pubblica. Se è importante fermare la mano per la soppressione di chi ha gravemente commesso delitti contro la vita umana, perché non è lecito sopprimere neppure il colpevole, tanto più noi dobbiamo domandarci perché vengono uccisi gli innocenti, come lo è il caso dei bambini non ancora nati, come è il caso dei moribondi.

D. – Ma a suo avviso, ci sono le condizioni per un risveglio delle coscienze nel mondo sul rispetto della vita?

R. – Le condizioni, da un punto di vista obiettivo, ci sono tutte e sono molte. E’ una questione di giustizia, è una questione di solidarietà, una questione di mettere il presupposto per la pace. E’ un problema anche di carattere demografico, per quanto riguarda i non ancora nati, per esempio. E’ una questione anche di rispetto degli stessi confini della scienza e della medicina. Tante ragioni ci sono, dal punto di vista obiettivo, e i capisaldi stessi della società si fondano sul rispetto della vita umana, primo diritto tra i diritti dell’uomo.

D. – Veniamo al tema dell’eutanasia: quanto sta avanzando a livello internazionale la sua legalizzazione?

R. – Certamente, ci sono stati dei fatti allarmanti. In Europa, per esempio, il caso dell’Olanda, spinto poi fino all’eutanasia dei bambini; il caso del Belgio; e anche uno Stato degli Stati Uniti, l’Oregon, la Danimarca, eccetera, e tentativi si vanno ripetendo anche in America Latina. Quindi, c’è un crescendo di pressione.

D. – Quelli che appoggiano l’eutanasia spesso si rifanno proprio a ragioni di pietà cristiana…

R. – Le ragioni della pietà cristiana non incitano mai a sopprimere le persone. Semmai, a sopprimere il dolore ma oggi abbiamo tanti mezzi per sopprimere il dolore fisico. Mai nella storia la scienza ci ha dato tante risorse per mantenere controllato il dolore anche nei casi più gravi.

D. – Il dramma della sofferenza delle persone che si trovano in una situazione irrecuperabile appare spesso in tutta la sua forza dirompente: cosa fare in questi casi?

R. – Nel caso della sofferenza e dell’avvicinarsi della morte, quello che si deve fare dal punto di vista umano e medico e cristiano è, prima di tutto, sostenere spiritualmente il paziente, aiutandolo a dare senso alla vita vissuta e anche al momento del dolore e della morte; in secondo luogo, lenire il dolore e fare compagnia, essere vicini.

D. – D’altra parte ci sono persone che magari in un primo tempo hanno chiesto l’eutanasia ma poi ci hanno ripensato?

R. – Sì: delle inchieste hanno confermato che coloro che, in momenti di solitudine e di disperazione e di sgomento avevano chiesto ed anche augurato l’anticipazione della morte, poi – una volta sostenute, una volte guarite – si sono dimostrate grate a chi le ha sostenute e hanno detto che questo sentimento era profondamente un fatto di momentanea disperazione.

D. – Dal punto di vista di una logica puramente umana quali potrebbero essere le obiezioni alla posizione cattolica sull’eutanasia? Come rispondere ad esse senza far esplicito riferimento alla religione?

R. – La obiezione che viene fatta dal fronte secolaristico, filosofico ed ideologico è l’autonomia del paziente: cioè, il paziente dovrebbe avere e sentire l’autonomia di decidere sulla propria morte, sul modo come morire e quando morire. Ora, questa rivendicazione dell’autonomia non è la stessa cosa della vera libertà. In realtà, ciascuno di noi non è padrone della propria vita; la libertà suppone la vita, quindi interrompere la vita in nome della libertà significa interrompere le ragioni stesse della libertà. La vita è un dono da custodire, da impiegare bene e da offrire nel momento della morte per il bene di tutti.

D. – Come si inquadra il tema dell'accanimento terapeutico nell'ottica del naturale diritto alla vita?

R. – L’accanimento terapeutico è un’offesa alla vita, perché se è giusto che si rispetti la vita è anche vero che si deve rispettare il momento della morte. Quindi, trattare con violenza il paziente perché sia trattenuto in vita al di là delle forze naturali e al di là della proporzionalità dei mezzi, è un compiere un atto di violenza sul morente.

D. – Qual è la risposta della fede al mistero del dolore?

R. – Questa risposta sta nel fatto che la vita dell’uomo non finisce in questa terra. E’ un dato di ragione che noi abbiamo una spiritualità, un’anima spirituale e che questa, quindi, è immortale.

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: