10 gennaio 2008

Il Papa esprime preoccupazione per i problemi della gente, dal caro vita alla sicurezza, dalle nuove povertà all’educazione dei giovani (R. Vaticana)


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Ecco il sunto di cio' che il Papa ha veramente detto:

Nell’udienza agli amministratori locali di Roma e del Lazio, il Papa esprime preoccupazione per i problemi della gente, dal caro vita alla sicurezza, dalle nuove povertà all’educazione dei giovani

Serve un impegno convergente e di ampio respiro per risolvere le grandi emergenze della città di Roma e della Regione Lazio: è l’esortazione di Benedetto XVI agli amministratori locali, ricevuti stamani in Vaticano per l’udienza di inizio anno. Il Papa ha messo l’accento sulla centralità della persona umana, vero criterio guida per affrontare i problemi più urgenti, dall’educazione alla lotta alla povertà. A guidare consiglieri ed assessori, ricevuti in Sala Clementina, il presidente della giunta regionale del Lazio, Pietro Marrazzo, il sindaco di Roma, Walter Veltroni, e il presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Nei diversi compiti affidati alle amministrazioni locali, dalla tutela della famiglia all’educazione, dalla lotta alla povertà alla cura degli ammalati, sia sempre rispettata la “centralità della persona umana”: è il vibrante appello di Benedetto XVI che ha ribadito il legame particolare tra il Successore di Pietro e la città di Roma:

“Cambiano i tempi e le situazioni, ma non si indeboliscono e non si attenuano l’amore e la sollecitudine del Papa per tutti coloro che vivono in queste terre, tanto profondamente segnate dalla grande e vivente eredità del cristianesimo”.

Nel suo articolato discorso, il Pontefice ha innanzitutto sottolineato “l’importanza decisiva che rivestono l’educazione e la formazione della persona” lungo tutto l’arco dell’esistenza. Il Papa ha parlato di vera e propria “emergenza educativa”. “Sembra infatti sempre più difficile – ha detto con rammarico - proporre in maniera convincente alle nuove generazioni solide certezze e criteri su cui costruire la propria vita”:

“Lo sanno bene sia i genitori sia gli insegnanti, che anche per questo sono spesso tentati di abdicare ai propri compiti educativi. Essi stessi, del resto, nell’attuale contesto sociale e culturale impregnato di relativismo e anche di nichilismo, difficilmente riescono a trovare sicuri punti di riferimento, che li possano sostenere e guidare nella missione di educatori come in tutta la loro condotta di vita”.

Una simile emergenza, ha avvertito, “non può lasciare indifferenti né la Chiesa né le vostre amministrazioni”. Con la formazione delle persone, ha rilevato, sono infatti in gioco “le basi stesse della convivenza e il futuro della società”. In questo contesto, Il Santo Padre ha espresso viva gratitudine alla Regione Lazio per il sostegno offerto agli oratori e ai centri per l’infanzia promossi dalle parrocchie e comunità ecclesiali, come anche per i contributi finalizzati alla realizzazione di nuovi complessi parrocchiali nelle aree del Lazio che ne sono ancora prive. Per affrontare l’emergenza educativa, è stato il suo monito, sono prioritari il “rispetto e il sostegno per la famiglia fondata sul matrimonio”:

“Vediamo ogni giorno, purtroppo, quanto siano insistenti e minacciosi gli attacchi e le incomprensioni nei confronti di questa fondamentale realtà umana e sociale. E’ quindi quanto mai necessario che le pubbliche Amministrazioni non assecondino simili tendenze negative, ma al contrario offrano alle famiglie un sostegno convinto e concreto, nella certezza di operare così per il bene comune”.

Benedetto XVI ha, quindi, messo l’accento su un’altra “emergenza che si aggrava”, quella della povertà. Una povertà, ha costatato, “che aumenta soprattutto nelle grandi periferie urbane, ma comincia ad essere presente anche in altri contesti e situazioni, che sembravano esserne al riparo”:

“La Chiesa partecipa di tutto cuore allo sforzo per alleviarla, collaborando volentieri con le istituzioni civili, ma l’aumento del costo della vita, in particolare i prezzi degli alloggi, le sacche persistenti di mancanza di lavoro, e anche i salari e le pensioni spesso inadeguati rendono davvero difficili le condizioni di vita di tante persone e famiglie”.

Un evento tragico come l’uccisione, a Tor di Quinto, di Giovanna Reggiani, ha proseguito il Papa, ha inoltre “posto bruscamente la nostra cittadinanza di fronte al problema non solo della sicurezza, ma anche del gravissimo degrado di alcune aree di Roma”:

“Specialmente qui è necessaria, ben al di là dell’emozione del momento, un’opera costante e concreta, che abbia la duplice e inseparabile finalità di garantire la sicurezza dei cittadini e di assicurare a tutti, in particolare agli immigrati, almeno il minimo indispensabile per una vita onesta e dignitosa”.

La Chiesa, attraverso la Caritas e molte altre realtà di volontariato si prodiga anche su questa difficile frontiera, sulla quale, ha affermato, rimangono “insostituibili le responsabilità e possibilità di intervento dei pubblici poteri”. Il Pontefice ha concluso il suo discorso soffermandosi sulla cura degli ammalati. “Sappiamo bene – ha detto - quanto siano gravi le difficoltà” che la Regione Lazio “deve affrontare nell’ambito della sanità”. Tuttavia, ha constatato “come sia non di rado drammatica la situazione delle strutture sanitarie cattoliche, anche assai prestigiose e di riconosciuta eccellenza nazionale”. Di qui l’appello del Papa affinché “nella distribuzione delle risorse” gli ospedali cattolici “non siano penalizzate, non per un interesse della Chiesa, ma per non compromettere un servizio indispensabile” alle popolazioni.

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